Killer 3

Capitolo 34

Le volanti, a sirene spente, arrivarono nei pressi della macelleria da due direzioni opposte, e si fermarono a debita distanza per non essere individuate dalla vetrina e non far allarmare l'occupante.

"Okay, Io e Trevor entreremo da davanti cercando di mediare qualcuno, faccia il giro ed entri dal retro." Mormorò Lucy all'interno della volante, usando la trasmittente. Quando aveva sentito il nome "Bill" aveva desiderato urlare per il suo errore, per non aver detto agli altri dei suoi sospetti. Era stata un'incosciente e si era comportata come una novellina, nel vero senso della parola. Dopo una rapida ricerca avevano trovato anche il suo luogo di lavoro e adesso dovevano acchiappare quel fottuto malato cercando di non farlo scappare. Oltretutto, in quel momento, non erano sicuri fosse lui il seriale, in fondo servivano prove, ma potendolo inchiodare per l'occultamento del cadavere viste le impronte ritrovate, questo bastava per poter perquisire i suoi locali e vedere se ci fossero prove che lo incriminassero anche per i delitti.

"Imbracco già la pistola?" Chiese Trevor accanto a lei mentre si slacciava la cintura.
"Tieni l'arma a portata di mano, ma spara solo se strettamente necessario." Gli ordinò la donna scendendo dall'auto, tallonata dall'agente che annuì di risposta togliendo la sicura dalla pistola e rimettendola nella fondina. Se fosse stato possibile avrebbe preferito di gran lunga portarlo vivo dietro le sbarre, ma con simili elementi bisognava cercare di stare attenti. Lucy fece un bel respiro e poi aprì la porta del negozio facendo suonare i campanellini.

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Bill colpì con vigore la costina che si trovava sopra il tagliere proprio quando sentì delle auto accostare davanti al negozio, quasi come se avessero frenato bruscamente. Si bloccò lì con la mannaia in mano, intento ad ascoltare i rumori che lo circondavano, non riuscendo però a cogliere nulla. Con cautela guardò la porta sul retro e, preso da una strana sensazione, chiuse con la chiave già inserita nella toppa la porta. - Tu resta chiusa. – Pensò, sentendo l'ingresso principale aprirsi. Mentre si puliva le mani sopra il grembiule sporco di sangue vide davanti a sé la stessa bionda di due giorni prima, insieme a uno sbirro, proprio accanto a lei e, mentalmente, imprecò. - E adesso che altro vuole questa fottuta sbirra? - Pensò.

"Lei è la tizia di due giorni fa, non si occupava della roba del comune?" Domandò ironico Bill, mentre Lucy estraeva il distintivo. "Diciamo che il mio lavoro non è proprio legato a questa città." Replicò lei schietta, mettendolo via.
"Allora, che posso fare per voi?" Chiese con un largo sorriso mettendosi proprio dietro al bancone e infilando le mani sotto di esso nell'esatto punto in cui, quella mattina, aveva messo l'arma carica. L'avrebbe usata solo in un caso, non intendeva iniziare certo uno scontro a fuoco.

"Per cominciare potresti seguirci." Gli intimò Lucy con un tono serio e gli occhi che saettavano dalla figura del macellaio al retro da cui, a breve, sarebbero entrati gli altri due agenti nell'estremo caso in cui avesse tentato la fuga.
"E perché mai? Ho tutto quanto in regola." Rispose lui piccato, mentre sentiva la mano destra prendere la presa sopra il grilletto dell'arma fredda.
"Per il momento è accusato di occultamento di un cadavere ritrovato ieri nel lago." Disse Lucy lasciando di sasso il seriale.
"Quale cadavere? Se si tratta di qualche carcassa di animale posso capire ma, in questo caso, ne dubito."
"Parliamo di un corpo di donna sui trent'anni che, a quanto pare, ha gettato nel lago..." Chiarì Lucy. "Sono state trovate le sue impronte sopra il volante..." Aggiunse. "Ci faccia il piacere di seguirci in centrale."
Bill sospiro piano mentre faceva scorrere l'arma sotto il bancone. "Se proprio insiste..." Brontolo con tono rassegnato mentre sollevava la mano armata. "Lo farò con vero piacere." Concluse sparando verso Trevor e subito dopo Lucy.