Lucy accostò l'auto proprio dentro il parcheggio del motel che, da dopo l'omicidio, sembrava tornato essere alla normalità. Solo la stanza dov'era morto l'uomo era ancora segnata dal nastro giallo, che a breve sarebbe stato tolto, rendendola di nuovo accessibile a chiunque.
Shoan si slacciò la cintura di sicurezza e aprì la portiera. "Posso andare da solo, aspettami pure qui, Lucy. Non credo ci vorrà molto." Dichiarò il giovane alla collega, che già stava per togliersi la cintura e seguirlo.
"Ah, okay. Come preferisci." Mormorò di rimando lei, sapeva ormai per esperienza che Shoan ogni tanto aveva bisogno di vedere da solo la scena del crimine per riuscire a comprendere meglio cose che altri non riuscivano a cogliere. Era grazie a questa sua dote e anche al suo atteggiamento che erano riusciti a catturare quei due seriali dei casi precedenti.
Shoan entrò nella stanza dopo aver girato la chiave che il proprietario gli aveva consegnato una volta sceso dall'auto. La stanza era, come gli avevano assicurato, rimasta esattamente come l'avevano lasciata e sul letto c'era ancora la traccia di gesso che serviva per limare i punti dove si trovava il cadavere, e che appariva ormai quasi sfocata. Alzò lo sguardo verso il punto in cui la chiazza di sangue si era ormai estinta, lasciando solo un'impronta in cui, fino a qualche tempo fa, si trovavano i resti di cervello del tizio che era stato ucciso.
- La traccia è vecchia, lo ammetto, ma qualcosa ci dev'essere. – Rifletté restando in piedi vicino alla porta e osservando la stanza con tono critico. Aveva letto i rapporti e anche il profilo che altri avevano fatto sul killer girovago: sempre dai tre ai quattro omicidi nel giro di un mese a intervalli regolari, per poi trasferirsi chissà dove. Uccideva vittime non in base alla pelle o all'età, visto che nel mirino c'erano anche uomini di colore e altri dai sessant'anni in su, dunque non faceva alcuna distinzione.
Shoan si avvicinò alla scrivania pulita, segno che la scientifica era già passata e aveva preso qualunque cosa ci fosse. - Devo ricordarmi di chiedere a Ebigail il rapporto su tutto. – Rifletté, per poi concentrarsi sul letto a una piazza e mezzo che si trovava al centro della stanza.
La vittima era stata legata al letto, ma sul suo corpo non c'erano segni di punture e simili, perciò l'assassino non aveva drogato o trascinato la vittima lì, s'era distesa di sua spontanea volontà. Per Shoan c'era una sola e unica soluzione.
- È una donna, un uomo non farebbe mai entrare un altro dentro la propria stanza. – Concluse.
Un'assassina donna era più rara e, solitamente, uccidevano tramite veleni o altre sostanze, perché questa uccideva con un'arma da fuoco?
Si grattò la testa dubbioso, persino per i suoi standard quell'assasina era fuori di testa, senza contare che le sue caratteristiche la rendevano sia un'organizzata sia un'istintiva. Non pianificava di prendere le sue vittime ma, come il killer della calibro 44 degli anni '70, sembrava vedere come andasse la serata e scegliere quello che gli capitava tra le mani.
- Per il momento ho fatto qualche passo avanti, ma dubito che questo basterà. – Rifletté osservando un'ultima volta la stanza prima d'uscire.
-
Bill studiava con attenzione il profilo che stava leggendo, annotando mentalmente le informazioni più importanti. Dove abitava, luogo di lavoro, tutto serviva a un solo e unico scopo: salvare quella povera anima da quell'incubo della vita.
Una parte di lui voleva aspettare cercando, in questo modo, di non lasciare altri corpi, ma un'altra parte voleva farlo sia per la sua reputazione sia per aiutare un'altra persona.

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Killer 3
Mistério / SuspenseDetroit è ormai il terreno di caccia di alcuni serial killer che, ormai, fanno il bello e il cattivo tempo terrorizzando la città di notte con efferati omicidi. Tocca quindi al detective della omicidi Raider, una giovane patologa con un passato oscu...