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Mi sentivo  decisamente nervosa e per la prima volta mi spinsi a bere. Lasciai mia zia con la famiglia Shaw e, svincolando dalla presenza di Rosalyn per evitare di rapportare il fattaccio, dal primo cameriere di passaggio presi furtivamente un bicchiere di champagne e mi nascosi dietro a un pilastro. Avevo la visuale della sala quasi al completo e, portando alle labbra il flûte, ingerii il liquido dorato velocemente, senza assaporarne il gusto. Arrivò nello stomaco fiammeggiante e quando l’alcol salì, provai una sensazione di vertigine mi stordii. Strizzai gli occhi così forte da desiderare che sparisse immediatamente, ma senza risultati. Piagnucolai di esser stata un’incosciente nel averlo bevuto a stomaco vuoto e nello stesso tempo trattenni i peggiori epiteti ingiuriosi per quel Daniel presuntuoso e pieno di finezza. Lui mi aveva fatta fare la figura dell’idiota e credeva di essere chissà chi, solo perché possedeva un enorme patrimonio. Era colpa sua se mi sentivo frastornata e per quelle continue sensazioni che trasmetteva sulla mia mano. Anche il battito cardiaco accelerava al ricordo, certa di non aver mai alterato la sua frequenza per nessuno. Accertare la questione, ripetuta diverse volte, mi disarmava. Arrabbiata nei suoi confronti, decisi che non mi avrebbe più sfiorata. Dubbiosa se l’inconveniente risultasse solo su di me, mi chiesi se la cosa valesse anche per lui. L’osservai minuziosamente e notai come, invece, si sentisse a proprio agio nello stare al centro dell’attenzione, soprattutto di quella femminile. Si poneva con eleganza, sorridendo con gentilezza e facendo emozionare le donne con le lusinghe. Era ridicolo perdere assennatezza per due smancerie dette per convenienza, non ho mai capito come una donna arrivi a smarrirsi per un uomo.
Posai il bicchiere in un vassoio e decisi di ritornare da mia zia, prima che desse l’allarme della mia sparizione. Celai il confuso effetto dell’alcol e dopo la sua occhiata indagatrice, come se sapesse del mio misfatto, venimmo attirati dalla voce del cantante che accennò al microfono che ci saremmo spostati al piano superiore per rifocillarci. Salimmo in gregge e, appena entrammo nel salone, tutti rimasero ammaliati dallo stupore. La sala era immensa e sontuosa, circondata da grandi finestre abbellite da tendaggi sfarzosi, da enormi lampadari in cristallo e da lastre di specchi incorniciati da ricche cornici dorate. Anche il buffet era magnifico e variegato, composto da raffinate degustazioni della tradizione inglese alle prelibatezze di natura esotica, montando, per scena, sculture di frutta, composizioni di cibo e fontane di champagne con il ghiaccio scolpito al momento.
Durante la cena presi occasione di parlare con Rosalyn. La trovai mentre mangiava una sfoglia francese e, in cerca di riservatezza, la spinsi  verso le balconate, lontane da orecchie indiscrete. Non sapevo nulla dei resoconti della serata precedente e speravo che Robert si fosse deciso.
«Hai parlato con Rob dopo quello che è successo?»
Lei, finendo di masticare in fretta, al suo nome si intristì.
«No. Ha cercato di evitare l'argomento.»
«Ha ancora bisogno di una bella spinta? Cosa non va?» Ero estenuata. Rosalyn strinse le spalle e rimase ferma a guardarmi. Il suo viso delicato e i suoi occhi verdi cercarono silenziosamente il mio aiuto. Vederla abbattuta era una pena al mio cuore.
«Va bene dai, escogiterò qualcosa» confortai la sua dolce persona con una mano sul suo braccio «E poi questa sera sei bellissima» le confessai, sincera. Era davvero magnifico come il nero le donasse un'eleganza sensuale, da sembrare estremamente diversa.
«Grazie, Is. Anche tu stai benissimo» sorrise compiaciuta, abbassando presto lo sguardo e arrossendo.
«Non sono io che devo impressionare l'innamorato» la riportai a me, indicando Robert, che era in compagnia dei suoi genitori. «Oh guarda, c'è la Strega» dissi, indicando sua madre. In quel momento Robert si accorse di noi e, sorridendo, ci venne incontro.
«Isabel, smettila» le scappò una risata, ma tentò di tornare seria. «Robert potrebbe sentirci.»
«Non preoccuparti. È molto lontano e poi è la verità» divertita, feci segno con la mano di salutarlo. Rosalyn conosceva l'antipatia della signora Richardson. Purtroppo, in tante occasioni, la madre di Robert aveva dato il peggio di sé anche nei suoi confronti, che a parer mio era un angelo.
«Buonasera, signorine» ci salutò in modo molto galante.
«Buonasera» rispondemmo all'unisono.
«Roby, come siamo eleganti. Stasera farai conquiste?» Lo presi in giro, dandogli una pacca sulla spalla. Robert si imbarazzò e Rosalyn mi guardò ingelosita, rimproverandomi con una gomitata segreta.
«Ti ringrazio, bilingue, ma non sono io l'attrazione questa sera» Robert si girò e indicò Daniel. Intanto anche lui ci lanciò occhiate. Era impegnato a parlare con delle persone altolocate, ma evitai di cedergli troppe attenzioni. Appena tornai a guardare i miei amici, notai che Robert osservava Rosalyn con occhi innamorati. Avvertii una connessione intensa tra di loro e non era il caso di intromettermi, pensai che fossero finalmente pronti a dichiararsi.

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