La giornata trascorse come sempre o almeno così sembrò, ma la mia mente non era d'accordo. Lei pensava a Daniel. Cosa l'aveva spinto a comportarsi in modo così scontroso? Non lo aveva mai fatto. Feci un resoconto dei giorni precedenti e non ricordavo di aver commesso nulla di eclatante o se lo avessi fatto, di certo non con le intenzioni. Mi stava riempiendo solamente la testa di dubbi.
La sera arrivò e, indossando un abito nero con maniche a palloncino e la gonna a volant, mi diressi come sempre al caffè di David. Avrei trovato tutti lì, come sempre. A uscire quella sera ci fu anche zia Daisy. Si unì con la famiglia Shaw, i Morgan e gli Stone. Era festa e tutto il paese si riempì di gente. La piazza venne illuminata, la musica prese voce e venne anche sistemata per accogliere una pista da ballo. Noi ci sedemmo sul muretto vicino al caffè e nel mentre cantavamo. C'era chi sbagliava parole, tempi di musica o chi stonava. La voce di Thommy era la più acuta e rauca. Invitai anche Roby a unirsi, ma lui si vergognò.
«Dai Roby, canta con noi» lo incoraggiai, entusiasta.
«È più bello ascoltarvi» fece cenno con la mano di lasciarlo stare. Suo fratello lo derise. «Quanto sei petulante.»
Mentre ridevamo si presentò Daniel. Io nel vederlo persi il sorriso e lui lo notò.
«Buonasera a tutti. Ho interrotto qualcosa?» Chiese con gentilezza. Sfoggiava un abbigliamento impeccabile con camicia azzurra, gilet a doppio petto blu e pantalone dello stesso colore.
«Niente affatto, Daniel. Stavamo cantando e Robert fa il pigrone» si pronunciò Jade.
«Nah. Ormai è diventato un uomo serio» indicai Rosalyn. Lei divenne rossa e Robert si difese.
«Io non ho mai fatto figure.»
«Avrei da ribattere, fratello. Vero, Is?» Si pronunciò Thomas guardando verso di me. Scoppiammo tutti a ridere, misi una mano davanti alla bocca per non esagerare, ma la sporcai di rossetto.
«Ecco. Se n’è venuto» gli mostrai la mano.
«Nessuno se ne accorgerà» replicò acido Robert.
«Oppure trovi qualcuno che te lo tolga davvero. Come il militare aviatore. È palese» aggiunse maliziosa Jade, affinando lo sguardo con finta cortesia e celando un esplicito sfottò. Tutti erano a conoscenza che non avevo mai avuto un ragazzo. In seguito, cercò il coinvolgimento degli altri, soprattutto di Daniel. Rigida, posai gli occhi su di lui, che emulò la mia stessa reazione.
Prima di essere assalita da altre battutine, le risposi a tono.
«Anche se succede, non rischio mai di rimanere senza. Così non si capirà nulla. Fatti furba, cara.» aprii la borsa per prendere il rossetto e ripassarlo sulle labbra. Rosalyn, venendo in mio favore, rise.
Si unì anche Robert. «Jade, non devi mordere una vipera. Lei è già velenosa» si rivolse prima a lei e poi a me. «Ma a questo punto, tu devi spiattellare qualcosa?»
«No comment sulla mia vita privata.» smisi di guardare Robert per soffermarmi con provocazione su Daniel. Era un messaggio anche per lui. Lo vidi mordersi il labbro inferiore in silenzio, sembrava che lo stesse consumando con i denti dall'interno. Con una risata liberatoria cambiammo argomento. Intanto Daniel prese posto accanto a me, nel farlo mise distrattamente la mano sulla mia, solo che invece di toglierla mi trattenne le punta delle dita. Mi girai a guardarlo, ma lui mi ignorò con un sorrisino stampato sul volto, mi lasciava sempre di stucco. A un tratto Rosalyn e Robert, intenti a guardare la gente divertirsi e ballare, si convinsero a unirsi ai festeggiamenti. Nel frattempo Jade andò a dare una mano a suo marito e Thommy si allontanò per parlare con Liam. Io e Daniel rimanemmo in disparte.
Lui si accostò, rompendo il ghiaccio. «Come mai sei così silenziosa con me?» Lo osservai, avevamo ancora le mani unite, per sua volontà.
«Nulla.»
«Sei ancora arrabbiata?»
«Io non ce l'ho con te. Tu lo sei.»
Lui indicò le nostre mani unite, mentre io finsi di non capire. Non sapevo se Daniel lo avesse intuito, ma sorrise amaro.
«Com'è che hai il tuo rossetto in borsa?» Chiese sfacciato, assumendo una nota quasi gelosa.
«Non devo spiegazioni a nessuno.»
Daniel sbuffò. Era consapevole che, se avessimo proseguito, avremmo bisticciato, senza un movente tra l'altro. Accantonò tutto per prendere un'iniziativa, senza badare al mio punto di vista.
«Vieni con me?» indicò la gente ballare.
«No. Non mi piace ballare. Lo sai» gli ricordai.
Daniel si avvicinò di più. Mi parlò, sussurrando nel mio orecchio e cercando di essere convincete. Il suo alito caldo mi provocò dei brividi lungo la schiena, e un’incredibile attrazione ammaliante verso il suo corpo si manifestò irrefrenabile, ma mi costrinsi a reprimerla. Volevo toccarlo, fare mio ogni singolo centimetro della sua pelle, ma al contrario della mia brama sempre più insistente, rimasi ferma a osservarlo impassibile. Nel frattempo, cogliendo la mia debolezza, Daniel si espresse con un tono più seducente.
«Ti fidi di me, Is?» Si allontanò per cercare i miei occhi. Purtroppo erano già suoi e il cuore... Beh, lui gioì.
La sua domanda mi fece cedere. Annuii solamente con la testa, senza parlare. Avevo notato che spesso aveva il potere di gestirmi. Non c'era riuscito mai nessuno e lo trovavo davvero pericoloso. Intanto Daniel osservò con fierezza la mia reazione. Decidendo per entrambi, lo seguii e mi guidò nei passi. Avvertire le sue mani su di me mi rassicurava. Era una sensazione di familiarità che ormai stavo imparando ad apprezzare.
Durante la serata non si uscirono altri discorsi irritanti. Non mi lasciò per un solo secondo, muovendomi a suo piacimento e osando in passi che speravo di non sbagliare. Per fortuna Daniel, spesso, mi recuperava in tempo, sorreggendomi con fermezza. Sapevo di essere pessima, ma a lui non importava. Eravamo insieme e questo bastava per entrambi. Ballammo diverse canzoni, ma ricevendo occhiate curiose, Daniel fu costretto a cedermi a mia zia.
Prima di farlo mormorò al mio orecchio una semplice parola che mi riempì il cuore. «Grazie.»
Poteva apparire come un innocuo ringraziamento, ma compresi che c'era dell'altro. Qualcosa di incomparabile e spaventoso. Le emozioni che inconsciamente mi donava erano meravigliose, accompagnate, però, da contesti sfavorevoli. Temevo quei nuovi sentimenti. Lui non mi apparteneva e io volevo assolutamente evitare l'Amore. Un sentimento così puro, ma capace di distruggerti l'anima. Con un esame di coscienza mi incolpai di esser stata solo un’incosciente per tutto quel tempo, dissimulando con gli altri ogni mio errore, senza evidenziandone la gravità.
Restai con zia Daisy, quando Liam si decise di concedermi un ballo. Non ero molto favorevole, ma ingannando me stessa, mia zia e gli altri per la presenza costante di Daniel, ci ballai. Le sue mani, a differenza di Daniel, erano scomode ed estranee, quasi fastidiose. Incespicando qualche frase, cominciò a parlare del suo lavoro, della sua città e delle sue priorità.
«Sei meravigliosa questa sera, Isabel» biascicò.
Annuii senza entusiasmo, guardandomi intorno. Cercavo Daniel. Dopo un po' lo vidi, era seduto intento a fumare mentre beveva una birra. Liam mi riportò a sé.
«Dovrei tornare presto a lavoro. Devo ripartire.»
«Capisco.» dissi, con poco tatto.
«Cosa pensi di me?» mi colse di sorpresa. Lo guardai truce, abolendo ogni riferimento. «Cosa intendi dire, Liam? Vai al sodo.»
«Mi piacciono le donne decise» smise di ballare per fermarsi e mettersi in ginocchio di punto in bianco. Mi trattenne le mani e raccolse il coraggio di parlare. Io, invece, impallidii.
«Che stai facendo?»
«So che siamo solo dei conoscenti, ma ho bisogno di una donna nella mia vita. Impareremo insieme a comprenderci. Voglio creare una famiglia. Sarò un buon marito, te lo garantisco, Isabel. Vorresti darmi l’onore di sposarmi?» Pronunciò sotto gli occhi di tutti. Io lo guardai sgomenta, cercando l'aiuto di un Santo. Lui peggiorò la situazione. «Tua zia è d'accordo.» Non terminò la frase che le rivolto uno sguardo truce. Ero talmente furiosa da avvertire le fiamme propagarsi dal corpo. Mi guardai attorno e vidi che avevamo tutti gli occhi addosso, notando che c’era qualcuno che si stava emozionando, forse e soprattutto per sbarazzarsi della mia presenza.
«Isabel» Liam mi tirò le mani per avere un responso. Sembrava speranzoso. Gliele tolsi malamente. «Certo che no!»
Liam ci rimase male.
«Ci stanno guardando tutti» indicò i presenti, stupiti dalla mia negazione.
«E credevi di poter avere una possibilità per questo? Che mi sarei intimidita? Alzati!» Gli comandai, ma Liam non mi badò.
«Forse sei solo timida. Ti sto dando un'altra opportunità.»
Che insulto!
«Io non ti sposerò, Liam. Alzati!» dissi, con aria offesa.
«Te ne pentirai. Non andrai da nessuna parte con questo temperamento ostile.»
«Non darti tante pene.» mi scansai da lui, urtandogli la spalla per fuggire via.
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LOVE
RandomIn un villaggio sulle coste del Dorset, Isabel, un'irruente ragazza di origine francesi, ha ambizioni differenti a qualsiasi altra giovane donna della fine anni '30. Spaventata dal matrimonio e dagli obblighi che la società impone, ambisce l'ardita...