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Mi allontanai con discrezione e girovagai per la sala dando un occhio al banchetto. C'erano diversi cibi inesplorati per il mio palato e, incuriosita, mi sporsi ad assaggiarne uno. Era tondeggiante, con la corteccia violacea e ripieno di una polpa dolce e allo stesso tempo leggermente acidula. Ero ancora intenta a classificarlo, quando venni sorpresa alle spalle.


«Si chiama maracuja o comunemente detto frutto della passione. Si dice che risvegli tutti i sensi.»


Riconobbi immediatamente il timbro della voce. Sbarrai gli occhi per l'inaspettato e, deglutendo in fretta, mi girai. Era immobile, in attesa delle mie attenzioni, portandosi alle labbra un flûte di champagne che finì di bere.


«Molto buono» farfugliai velocemente. «Non lo avevo mai assaggiato prima.»


«Sì, sono squisiti, ma preferisco questo» si avvicinò al tavolo, sporgendosi a prendere due triangoli di anguria. Me ne offrì uno e, incitandomi con gli occhi, mi invitò a degustarla. Avevo mangiato molte volte l'anguria. Era uno dei miei frutti estivi preferiti. Daniel finì per prima di ingoiare e, versandosi altro champagne, mi offrì un bicchiere e si spinse a intraprendere un dialogo.


«Sa, aveva ragione su questa mattina. Ci siamo rincontrati.»


«I miei prognostici non sbagliano mai» gli sorrisi forzatamente, mentre Daniel sorrideva. Prese a sorseggiare e d'istinto feci lo stesso. Nonostante la nauseante sensazione precedente, non potevo dimostrare di non reggere un po' d'alcol.


«Ho notato che le piace lo champagne. È dell'annata del '29.»


Rimasi sospesa a bere e abbassai presto il bicchiere


«Sorseggiare un bicchiere non è essere accaniti bevitori.»


«Beh, non l'avrei detto per come si era concentrata sul suo flûte, prima» evidenziò, sicuro di quello che affermava. Sbalordita e colta sul peccato, poggiai immediatamente il flûte sul tavolo, in cerca di spiegazioni.


«Come fa a saperlo?» Mi innervosii. Ricordai di averlo visto impegnato con altre persone, era improbabile che mi avesse colta sull'atto.


«L'ho vista» fu diretto, senza un briciolo di vergogna.


«Mi ha vista?» Chiesi perplessa. Come?, avrei voluto aggiungere.


Daniel si avvicinò al mio corpo senza preavviso. Aveva negli occhi molta determinazione, da essere consapevole delle sue azioni. Forse lo fece per via della musica sempre più alta o per non far udire il nostro dialogo a nessuno, ma impreparata da quell'approccio, mi parlò conturbante senza sfiorarmi: «Dovrebbe imparare a nascondersi meglio dai miei occhi.»


Perturbata da quella criptica dichiarazione, il cuore prese a pompare energico per motivi sconosciuti, ma quello che non riuscii a spiegarmi fu come il suo alito caldo rizzò la pelle del mio collo. Bruciata dal suo respiro mi separai con esigenza. Il fiato divenne corto e il petto pareva sul punto di scoppiarmi. Come poteva avere un potere simile?


«Ha davvero acutezza nel individuarmi a bere dello champagne in mezzo a tutta questa gente?» Indicai le persone presenti. «È davvero notevole la sua fine dote, signor Carter» raccolsi il flûte dal tavolo e lo alzai a mo' di complimento per schernirlo. Bevvi un sorso in modo sfrontato, mandando giù il liquido frizzante con nonchalance. Daniel emise un cenno di sorriso sarcastico per il mio attacco e, mordendosi il labbro inferiore, cessò l'offensiva.


«Bene, signorina Bourgeois, non siamo partiti nel migliori dei modi e forse abbiamo frainteso entrambi le nostre intenzioni. Sono desolato se ha trovato inopportuno il mio dialogo, non volevo accusarla di aver abusato dello champagne, anzi, mi fa piacere che ne degusti la qualità, volevo solo avere il piacere di conversare con lei. Penso sia il caso di avere una giusta presentazione, dopo vari incontri singolari, non crede?»

LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora