Le ore ardenti del pomeriggio passarono in fretta. Amavo stare in acqua e bearmi del cullare delle leggere onde, assorbendo i raggi del sole. Il contrasto del calore e del mare mi stimolò a rilassarmi, liberandomi da ogni pensiero, socchiudendo gli occhi e sfruttando solo l'udito. Nonostante volessi godermi la pace, però, qualcuno non me lo permise. All'improvviso, attorno a me, si creò un gran baccano e il mio intento fallì. Aprii gli occhi quasi irritata e vidi che gli altri stavano giocando alle torri. Osservai Daniel sorreggere Robert e David reggere Thomas. I due fratelli risero, cercando di spingersi l'un l'altro e cadere in acqua. Infastidita, nuotai verso di loro per soddisfare la mia sete di giustizia. Colpii il più debole del gruppo.
«Roby, se perdi questa sera Rosalyn verrà con me.»
Ottenni l'attenzione di tutti. Robert, intento a buttare giù Thomas, si sforzò di parlare e Daniel, preso dal gioco, si voltò immediatamente ad ascoltarmi, facendo allontanare Robert da Thomas. Intanto Robert rispose:
«E tu da dove te ne esci?»
«Potevate fare meno confusione. Avete disturbato la mia quiete.»
«E quindi? Che c'entro?» Robert mi mandò un'occhiataccia, sempre in allerta per suo fratello. Risi con un tono malvagio. «Dovresti conoscermi.»
«I tuoi piani perfidi non mi toccano. Ma giusto per curiosità, dove dovresti portarla?»
«A Swanage» smisi di galleggiare e mi avvicinai alle ragazze. «Ci viene anche Jade» attaccai anche David. Le ragazze acconsentirono alla mia proposta.
«Davvero? A che ora?» Chiese Jade, pronta. I suoi occhi grigi si illuminarono. Donavano un netto contrasto con il ramato dei suoi capelli.
A quelle parole, David, si risentì. Istintivamente si girò verso di noi, fulminandomi con lo sguardo e allontanando Thomas da Robert.
«Sai, Is, io e Rob stiamo pensando di fare una colletta per trovarti seriamente qualcuno. Al locale metteremo un annuncio: Cercasi un povero Cristo disposto a subire. Anche se, riflettendoci, scapperebbe come ha fatto Stephan» rise in confuta con Robert.
«Che amici senza cuore» finsi il broncio.
«Non fare l'offesa. Lo hai spaventato così tanto da non farlo tornare più. Poverino... Solo lui sa quante malefatte ha subito» David scosse la testa, fingendo dispiacere.
«Quanto spirito» applaudii sarcastica. «Ma voglio ricordarvi che lui non era un santo.»
«Isabel, è di mio fratello che stai parlando.» intervenne Rosalyn per difenderlo.
«Dai Rose, ammettilo. Stephan il terribile non era riferito a un Unno» commentai svogliata. Alla mia frase David, Robert e Thomas scoppiarono a ridere, consapevoli del significato.
«Su questo, Rose, devo concederglielo. Ha ragione» mi accompagnò Robert, divertito.
«Io ho sempre ragione» dissi ovvia.
«Rob, hai sentito?» Mi indicò con il pollice David.
«Dovremo avvisare sua zia. Daisy glielo impedirebbe a priori» Robert consigliò, esplodendo in una risata che coinvolse tutti. Mia zia era molto conosciuta per impedirmi di esagerare.
«Ah, ah» finsi una risata sarcastica «ma non mi contrarierebbe se ci andassi con la saggezza di una donna sposata» affermò Jade. «E se fosse Rose a chiederglielo?» Alzai le sopracciglia per il mio piano perfetto. Ci furono altre risate. Gli unici a essere disturbati delle mie parole furono David e Robert. Quest’ultimo, ancora intento a giocare alle torri, buttò suo fratello in acqua, vincendo la battaglia. Esultò soddisfatto con Daniel e, appena scese dalle sue spalle, mi venne vicino, mettendo le mani sui suoi fianchi. «Piccola fomentatrice, Stephan era il terribile, ma tu sei e rimarrai: Isabel la sobillatrice. Semini sfide, provochi gli innocenti...» indicò se stesso con gli occhi. «La regina della negatività.»
«Mmm...» misi una mano sotto al mento, interessata alla sua nomina. «Non sono stata mai paragonata a una regina.»
«Una delle peggiori» si inserì David.
«Sì, ma una legenda» Thomas ammiccò. Lui trovava sempre allettanti le mie trovate. Ricambiai il gesto e mi avvicinai a lui. «Giusto, Thommy. Ottima osservazione» gli diedi il cinque. «Se vuoi, sei dei nostri» indicai Rosalyn e Jade. «Qualcuno deve pur accompagnarci.»
Appena terminai, ridemmo complici. Il verde dei suoi occhi era come una distesa di un prato estivo. Robert intanto si risentì.
«Cos'è che non ti va a genio con me e David?»
Gli diedi un unico motivo. Lo feci con insolenza.
«Siete i loro uomini.»
Scoppiammo tutti a ridere. Thomas, con gli occhi socchiusi dalle risate, mi diede un leggero pugno sul braccio. Era consapevole di andare contro suo fratello.
«Non prendetevela, ragazzi. Sarò un supervisore» alzò le mani. Robert, non gradendo la complicità di suo fratello nei miei confronti, lo ammonì.
«Zitto Tom. Ho vinto» concluse con lui per poi rivolgersi a me. «Quindi non hai nessun motivo di andare fuori con Rosalyn.»
«Ma niente vieta che possiamo uscire.»
Robert, indispettito, mi spinse in acqua per farmela pagare. Riemersi ridendo.
«Sei decisamente antipatica... Anzi, sai che ti dico? Ti sfido a giocare. Se vinco, Rosalyn resta con me, con la penale che verrai con noi senza emettere una sola lettera. Se vinci, vai dove vuoi tu. Hai carta bianca.»
«Davvero?» Domandai sorpresa e mi rivolsi direttamente a Rosalyn. «Dove vuoi andare questa sera?»
«Pensa prima a vincere e poi vediamo» si strinse nelle spalle.
«Okay, va bene. Ah, Jade è inclusa con noi» dedicai un'occhiata confabulante a lei, provocando David facendogli pentire della frase cattiva detta nei miei confronti.
«Sì, sì certo. Tanto perderai.»
«Vedremo…» mi voltai verso Thomas mi feci prendere sulle sue spalle. Lo facevamo spesso. «Thommy fammi da sostegno.»
In tutto il contesto Daniel osservò e ascoltò, senza avere voce in capitolo ma, approfittando del momento, mi richiamò. Io mi bloccai all'istante.
«Isabel, se vuoi vincere hai bisogno di mettere le altezze in pari. Se io riprendo Robert saremmo più alti di te e Thomas. Scambiamoci. Lui va con Robert e tu sali su di me. Sono più alto» ammiccò, voleva farmi entrare in testa la sua strategia. Come gli venivano quelle trovate? Pensare a ciò che sarebbe accaduto mi paralizzò. Dovevo toccarlo e per giunta salirci sulle spalle! Era forse impazzito? Lui era diverso da Thomas, Robert o David. A loro ero abituata da anni, gli altri erano abituati a vedermi da tempo, ma a lui nessuno si sarebbe abituato. Mai. Neanche io. Non riuscivo a vederlo sotto un'ottica semplice. Ogni volta che ci provavo mandavo tutto a rotoli, andando fuori pista. Arrossii all'idea e, fingendo di fare la disinvolta, declinai l'offerta.
«Io credo che andrebbe bene lo stesso, Daniel. Non preoccuparti» lo invitai, con la mano, a prendere Robert. Lui rimase deluso, non insistette, ma qualcun altro volle approfittare del momento: Roby. Alzò le sopracciglia, voleva farmela pagare per l' insolenza mostrata nei suoi confronti. Purtroppo non aveva tutti i torti. In fondo me lo meritavo. Avevo provocato la persona più timida e calma del mondo, il ché era grave.
«Sì. Giusto, Daniel. La tua idea è ottima. Allora facciamo così. Se dobbiamo valutare le altezze e il nemico comune» Rob sbuffò una risata, indicandomi. «David, vieni tu al posto di Thomas, sei più basso, e tu, Daniel, prendi Isabel. Non vedo l'ora di vederti in acqua» mi avvisò. Alla sue parole desiderai sprofondare. Sentii quasi le gambe tremare. Evitando l'imbarazzo, guardai Daniel. Lui mi sorrise fiero della sua idea. Controvoglia mi avvicinai e, timorosa di toccarlo, avvertii crescere un'ansia che mi soffocava. La nostra battaglia ricominciò, ma a mio discapito. Appena Daniel mi diede la mano, nascondendo la mia agitazione, cercai di scherzare con le raccomandazioni. «Vedi di non farmi perdere o pagherai anche tu la pena con noi» indicai Rosalyn e Jade e Thomas. Lui rise. Non compresi se l'avesse presa come una punizione o ricompensa, ma stette al gioco. Nel frattempo le ragazze cominciarono a fare il tifo per me. Almeno quello...
Daniel, immergendosi in acqua, mi aiutò a salire sulle sue spalle. Appena riemerse, spostando con una mano alcuni ciuffi di capelli finiti davanti ai suoi occhi, mise le sue mani sulle mie cosce per sorreggermi. Provai imbarazzo, l'emozione del suo tocco era impagabile. Il suo corpo, anche da bagnato, era caldo e il sole, con l'odore del mare, gli trasmise un profumo indescrivibile sulla pelle. Era molto fresco e buono. Tutti quei dettagli mi attirarono come una calamite. Prima di cadere in qualcosa di irreparabile, ridestai per prendere l'equilibrio.
«Tutto a posto?» Chiese Daniel, rassicurandosi e rivolgermi i suoi occhioni, nascosti dalle sue lunghissime ciglia. Abbassai di poco il viso sul suo volto per rispondere. Mancò poco che ci sfiorassimo, avvertii ancora la mia pelle bruciare di ardore accanto alla sua. Affiorò una grande voglia di confondere il suo respiro con il mio. Il cuore palpitò in modo violento. Sperai che Daniel non lo sentisse.
«Sì. Tutto bene.»
Tornai su con la testa e, tornando lucida, notai che David e Rob erano pronti. Il gioco cominciò e Robert era molto determinato a vincere. Appena premette contro le mie mani, già persi forza. Robert lo individuò, soddisfatto e, cambiando tattica, usai il gioco sporco. Ero consapevole che lealmente mi avrebbe battuta, così mi venne la bella idea di dargli un morso sul braccio. Dovevo pur far diminuire la sua forza. Robert si fece male e, allontanandosi da me, perse l'equilibrio.
«Is, i morsi non valgono. Gioca pulito. Mi hai fatto male» si lamentò, massaggiandosi il punto dolorante.
«Giusto, cannibale. Hai perso.» convenne David.
«Tutto vale nel gioco e poi non sono caduta» indicai Daniel come un trofeo. Lui, intanto, sorpreso dalla mia mossa, volse gli occhi in su ma feci finta di nulla.
«Ah, sì? Tutto vale? Adesso ti faccio vedere io allora» Robert si avvicinò a me e, mettendo una mano per contrastare la mia, spostò l'altra sul mio fianco per farmi il solletico. Sapeva quanto lo soffrivo. Cominciai a ridere, perdendo la concentrazione e l'equilibrio. «Rob, smettila. Questo non vale» dissi, continuando a ridere.
«Hai detto tu che vale tutto.»
A quelle parole, liberandomi dal suo solletico, gli tirai un altro morso sul braccio. Gli rimasi incollata e lui cercò di staccarmi.
«Ahi, Is. Smettila. Sei peggio di un piragna!»
«No» dissi, con i denti ancora sul suo braccio. Robert, preso dal fastidio, mi diede un pizzicotto in vita per farmi smettere. Mi fece male. Lo lasciai di colpo e mi allontani, mettendo la mano sul punto doloroso. Approfittando del mio momento di distrazione, Robert mi diede una spinta, mi fece cadere in acqua e vinse. Lo sentii esultare assieme agli altri, mentre riemergevo dall'acqua. Togliendo i capelli da davanti agli occhi, mi ritrovai Daniel che mi tendeva una mano per aiutarmi ad alzare. L'accettai e appena fui in piedi mi sfiorò la vita con le sue dita.
«Ti fa male?» Mi toccò ancora, per poi allontanarsi e guardarmi con aria giocosa. Rimasi immobile e senza parole. In quell'istante stava mandando delle bombe per distruggermi. Il mio respiro si fermò ma, celando la mia reazione, gli risposi. «No. Non è niente.»
Intanto Robert, sceso dalle spalle di David, dettò le condizioni con tono spavaldo. «Ho vinto. Da adesso in poi il mutismo lo avrai tu fino a questa sera. Sei obbligata a spegnere la tua voce e rimanere in silenzio.»
«Ma non si è parlato di farmi stare zitta per tutto questo tempo» mi accigliai. Sapevo che sarebbe stato impossibile. Ero una chiacchierona.
«Sì, invece. Hai accettato di stare zitta e seguirli per tutta la serata. Parlerò io al posto tuo» mi ricordò Daniel, confabulando con Robert e gli altri ragazzi.
«Ma io…» Stavo per ribattere, ma mi silenziò.
«Non parlare o ti sentiranno» mi sussurrò, mettendo l'indice vicino alle labbra per mimare il gesto.
STAI LEGGENDO
LOVE
RandomIn un villaggio sulle coste del Dorset, Isabel, un'irruente ragazza di origine francesi, ha ambizioni differenti a qualsiasi altra giovane donna della fine anni '30. Spaventata dal matrimonio e dagli obblighi che la società impone, ambisce l'ardita...