XXIV

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21.38

Nel tragitto verso casa mi sono sfogata con Nelson, gli ho raccontato cosa è successo con Tommaso.
Dopo la notizia shock, mi ha stretta fortissimo a sé facendosi sfuggire qualche lacrima e mi ha giurato di voler "spaccare la faccia di quel pezzente arricchito".
Come farei senza il mio migliore amico.

Stanotte starò con Nels e Bea, nonostante i miei inutili tentativi di rifiuto.
Abbiamo cenato con il sushi, classico cibo di casa Venceslai.

-Sei riuscita a vedere Cesare?- domanda Bea mentre cerca di afferrare un uramaki con le bacchette.
-Si ma...non abbiamo parlato da soli. Ero con Nels e Tonno quindi non abbiamo tirato fuori l'argomento-
-Sono sicura che tornerete insieme- mi sorride dolcemente. Adoro questa ragazza.
-Grazie- ricambio il sorriso.

00.48

Incubi, incubi e ancora incubi.
Nonostante l'inverno sia ormai alle porte, sono completamente sudata.
Respiro affannosamente e, poggiando le mani sul viso, percepisco solo lacrime.

Ho bisogno di uscire.

Mi alzo dal divano-letto, infilo le scarpe e il cappotto per poi uscire di casa.
Non mi rendo nemmeno conto di essere in pigiama, coperto fortunatamente dal cappotto.

Cammino, corro verso una meta ignota, con il respiro pesante e le lacrime ininterrotte.
Continuo imperterrita fin quando una macchina quasi mi viene contro, frenando rumorosamente.
Riprendo immediatamente la mia corsa, incurante delle imprecazioni dell'autista, fino alla fermata decisiva.

Non so perché sia qui, non avevo programmato la meta.
Ho corso per non so quanto ed eccomi qua, davanti al cancello di casa Cantelli.

Suono al campanello, probabilmente il fratello o il padre mi vorrà uccidere in questo momento ma non n'importa. Ho bisogno di lui.

-Chi diavolo è?- la sua voce assonnata mi riporta alla realtà.
-C-Cesare- cerco di trattenere i singhiozzi, invano.
-Valeria...tutto okay?- domanda preoccupato.
Non ricevendo risposta da parte mia ma solo singhiozzi, apre il cancello e subito entro chiudendolo alle mie spalle.

Aspetto o salgo?
La mia domanda riceve subito risposta quando sento il rumore del portone e vedo apparire davanti a me la massiccia figura del mio, ormai ex, ragazzo.

-Vale...- si avvicina -Che ti è successo? Stai bene?- domanda agitato, asciugandomi le lacrime coi pollici.
Nego con la testa e mi rifugio tra le sue braccia, continuando a sfogarmi attraverso un pianto liberatorio.

Dopo essermi calmata, mi ha fatta salire dicendomi di non preoccuparmi perché era solo in casa.
Ci sediamo sul divano in salotto e mi invita a levare il cappotto.
Alla vista del mio pigiama si fa sfuggire una risatina a cui per un po' partecipo anche io.
D'improvviso torna serio, avvicinandosi a me.

-Che hai?- domanda premurosamente.
-Non puoi nemmeno immaginare Cesare...- sussuro guardando il muro di fronte a me e intrecciando nervosamente le dita.
-Allora fammelo immaginare, sono qui-
-Non ti piacerà...- lo guardo negli occhi. Quei maledetti occhi di cui mi sono innamorata.
-S-Stai con qualcuno? Ti ha lasciata?- domanda timoroso.
-No, Cesare...non sto con nessuno- sorrido debolmente per poi tornare seria.
Prendo un respiro profondo e abbasso lo sguardo.

-Tommaso...-

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