*****Mancavano ancora sei ore all'arrivo. E non avevo la più pallida idea di come ammazzare il tempo.
Avevo già guardato due film della saga di Harry Potter ed ero già arrivata a metà del mio libro preferito.La compagnia di Alessia non fu un granché, dato che appena spiccammo il volo, si rintanò nella sua piccola lounge e si mise a dormire come se fosse un orso in letargo.
Decisi che forse era meglio prendere la melatonina, così da poter dormire un po' e isolarmi da quelle odiose turbolenze, che sull'oceano atlantico erano parecchio trepidanti.
Come sottofondo, misi il nuovo film di Jacob Elordi: "Priscilla", che avevo visto al cinema insieme a Diego qualche settimana prima della partenza.
Quel film mi aveva stregata, non solo per la bellezza dell'attore, che è impossibile da non notare, ma il modo in cui quella povera donna, accecata dall'amore per quell' uomo, ha completamente mancato di rispetto a se stessa, stravolgendo la sua vita, e quella dei suoi genitori.
Rimasi nello stato della dormiveglia per quattro ore.
Purtroppo la mia paura di volare non mi permise di addormentarmi completamente, per cui le turbolenze riuscii a percepirle ugualmente.Mi svegliai quando la hostess mi scosse leggermente per avvisarmi che il pranzo stava per essere servito.
La ringraziai con un delicato sorriso, che lei ricambiò, poi mi porse il pranzo ancora caldo.
Mi misi seduta, pronta per assaporare quella golosa pasta al sugo che mi avevano appena servito, quando vidi Alessia che si era da poco svegliata, e mi stava indicando di guardare fuori dal finestrino.
Non capii all'inizio, mi sembrava tutto normale, le hostess erano sorridenti, nessuno stava dando segnali di panico e il capitano non aveva annunciato nulla all'altoparlante.
Mi voltai verso il punto da lei indicato, e appena mi resi conto di ciò che stavo guardando, la mia paura di volare sparì completamente.
Sentii le gambe diventare leggere, con loro lo stomaco e tutto il resto del mio corpo, mentre la mente si svuotava di tutti i pensieri, di tutte le paure.Il sole sorgeva sullo stato del Montana, creando sfumature a dir poco strabilianti.
Il giallo trasmetteva felicità, spensieratezza, indicava un nuovo inizio, colmo di gioia e buoni propositi.
L'arancio si mescolava perfettamente con le sfumature del rosa pastello, che trasmettevano calore e freddezza allo stesso tempo, come se volessero avvolgermi con i loro colori cocenti, ma allo stesso tempo anche ricordami la freddezza, il distacco da quella che la mia vita era stata fino a dieci ore fa.
Mi trasmisero un brivido freddo, quasi metallico, che attraversò tutta la mia spina dorsale, fino ad essere stoppato dal color rosso fuoco che l'alba stava regalando ai miei occhi, che quasi bruciò.
Sentii la mia pelle ardere, al solo pensiero di sfiorare quelle sfumature così rossastre e pungenti, così accesse e folgoranti, che si mischiavano perfettamente con il giallo quasi paglierino.Chiesi immediatamente ad Alessia di farmi una foto.
Volevo ricordare quel momento come il punto di partenza della mia nuova vita, perché è proprio quello che quel dolce miscuglio di toni caldi stava facendo.
Accogliermi a quella che sarebbe stata la mia nuova avventura.
La mia rinascita.
Ringraziai Alessia della foto, che venne esattamente come me l'ero immaginata.Finii di gustare il pranzo, anche se fuori non era neanche l'ora della colazione, e per le restanti due ore e mezza, Alessia mi propose di continuare la mia lettura, ma il pranzo mi provocò una leggera sonnolenza, che mi portò a chiudere gli occhi in meno di cinque minuti, questa volta per davvero.
Arrivammo a destinazione con qualche minuto di anticipo.
Appena toccammo terra, sentii di essere nel posto giusto, al momento giusto.
Scendemmo dall'aereo dopo pochi minuti dall'atterraggio.
Erano le 8:30 del mattino a Los Angeles.
Appena scese dall'aereo, percorremmo la strada verso il ritiro bagagli, che grazie al cielo arrivarono velocemente, senza che dovemmo aspettare molto tempo.Uscimmo dall'aeroporto con le nostre valigione tra le mani e la faccia di due ragazze che avevano appena affrontato un viaggio di 12 ore senza neanche uno scalo, ma con il cuore a mille e un sorriso smagliante; piene di emozioni contrastanti.
L'aria era calda al punto giusto, e il venticello della California mi accarezzò i capelli dolcemente, come a porgermi il benvenuto.
Raggiungemmo il parcheggio. I taxi erano quasi tutti occupati, perciò abbiamo dovuto aspettare del tempo prima di poter avviarci verso la nostra nuova casa.
Dopo quasi dieci minuti attesa, riuscimmo ad adocchiare un taxi libero, così iniziammo a correre verso la macchina e in poco tempo ci ritrovammo sedute nei sedili posteriori, pronte a superare il chiassoso traffico di Los Angeles.
Arrivammo davanti a casa dopo quasi una quarantina
di minuti, dato che la città era parecchio affollata.Intravidi dal finestrino le pareti bianche della casa e subito un dolce tremolio invase la mia spina dorsale, che lasciò spazio all'emozione.
Scendemmo dall'auto cariche di adrenalina, pronte ad entrare con le nostre valigione che aveva scaricato l'autista in pochi secondi.
Ringraziammo del passaggio e dopo aver pagato, tirai fuori dalla mia borsa le chiavi del cancello elettrico, che in poco tempo rivelò qui muri bianchi che, accarezzati dalla luce solare, quasi ci accecarono gli occhi.Sorrisi, tanto che mi fecero male gli zigomi, ma non diedi importanza al dolore, la felicità spiccava sul mio viso e si trasmise in tutto il resto del mio corpo.
Ci avviammo verso l'entrata, e appena aprii la porta di casa, rimanemmo di stucco davanti a ciò che ci si presentò davanti.
___________________________________
Ehilà!
Nuovo capitolo modificato! C'è ancora molto lavoro da fare...perdonatemi l'assenza ma non ero molto inspirata in questo periodo.🙏🏻🦋nel prossimo capitolo conoscerete il cast americano, so che lo aspettate con ansia!
Ci vediamo presto!