capitolo 10

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La serata passò in completo tranquillità.

I nostri nuovi amici erano davvero simpatici e si sono sempre mostrati interessati a conoscere la nostra vita passata in Italia.
Ci avevano parlato delle loro passioni e in che cosa si vorrebbero cimentare al college.
Josh non si fece vedere, ne per mangiare, ne per provare a conoscerci.
Questo comportamento mi provocò un leggero fastidio che non riuscivo a spiegarmi.
Mi autoconvinsi che fosse solo per il cibo sprecato che avevo pagato e per la maleducazione di non non aver passato del tempo tutti insieme, invece che pensare che avevo questo nodo allo stomaco solo perché non mi aveva più degnata di uno sguardo da quando era salito in camera sua.

Tra la cena a domicilio e le nostre risate rumorose, si erano ormai fatte le undici di sera.
Per quanto volessi rimanere a parlare con il resto del gruppo, il viaggio mi aveva distrutta e avevo un tremendo bisogno di coricarmi nel letto e dormire fino a mezzogiorno del giorno dopo.
Alessia era della mia stessa idea, perciò salutammo tutti, ringraziandoli dell'ospitalità e dell'affetto mostrato sin da subito.

Tornammo a casa e non ci misi molto a salutare la mia amica e correre nella mia stanza a sistemarmi per la notte.

La mattina mi svegliai verso le dieci e mezza.
Restai a letto a guardare il telefono per qualche minuto, poi, ancora assonnata, mi alzai dal materasso e mi diressi verso il bagno.

Scommisi che Alessia era ancora tra le braccia di Morfeo, perciò decisi di scendere a fare colazione.
La casa però, non aveva nulla da offrire se non dell'acqua e delle classiche patatine accaparrate all'aeroporto.

Non avevo intenzione di starmene sul divano a mangiare patatine appassite, quindi ritornai in camera mia, intenta a cambiarmi per andare al supermercato più vicino.

Optai per un semplice top arancione con dei jeans shorts del classico colore.
Mi pettinai velocemente i capelli e mi sistemai la faccia, senza appesantirla con il trucco.

Ritornai in salotto e vidi Alessia già cambiata che mi stava aspettando seduta sul divano in bella bianca.

-anche tu già sveglia?-mi chiese la mora.
-speravo di dormire un po' di più, ma mi ha tradita la fame-le risposi avvicinandomi a lei-non c'è nulla in cucina, stavo pensando di andare a fare la spesa-continuai.
-stavo pensando la stessa cosa, stavo cercando su internet un supermercato qui vicino-disse lei incollata al telefono.
-l'hai trovato?-chiesi.
-si, ce ne uno a dieci minuti a piedi-rispose lei.
-d'accordo, sarà divertente passeggiare in mezzo alle palme-dissi sorridendo-ma prima della scuola dobbiamo assolutamente prendere la patente-conclusi.
-sono d'accordo-mi sorrise la riccia.

Presi la mia borsa in pelle nera, ancora attaccata all'appendi abiti vicino all'entrata della casa, e uscimmo per andare verso il supermercato.

Mentre ci avvicinavamo al centro, notai uno Starbucks sull'altro lato della strada. L'acquolina mi pervase la bocca, mentre il desiderio di assaporare il mio iced coffee vanigliato cresceva nel mio stomaco.
Guardai Alessia con un sguardo supplicante, lei invece scosse la testa sorridendo.-d'accordo, mi arrendo-disse poi lei.
-evvai! Ho una voglia tremenda di caffè-esclamai entusiasta.
-non sarai mica incinta-rise lei.
-non tutte le donne che hanno delle voglie sono incinta Ale-le risposi con un finto rimprovero.

Ci avviammo verso Starbucks, senza prestare molta attenzione alla strada.

Decidemmo di prendere solo qualcosa da sorseggiare durante il nostro cammino verso il supermercato, non volevo sederci e dare troppo nell'occhio a quei pochi italiani in vacanza che ci riconoscevano, Alessia non amava stare al centro dell'attenzione, e io tantomeno...

Arrivammo al supermercato e impiegammo circa un'ora a comprare tutto il necessario per la nostra casa.
-queste caramelle me le mangio mentre torniamo a casa-disse Alessia uscendo dalla struttura mentre apriva il pacchetto di bruchi gommosi zuccherati.
-lasciamene qualcuna!-la avvisai io, conoscendo la mia amica e la sua ossessione verso le caramelle frizzanti.

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