12. Sono un peperone

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«Che ne dite se quest'anno in tour portassimo un ospite?» chiede Kio appena si siede di nuovo a tavola.
Io nel frattempo divento un peperone.
«Chi?» chiede curioso Payt.
«Estella» risponde Kio, «Insomma lei sta diventando la nostra colonna portante e poi di sicuro un posto in più in pullman e negli alberghi c'è»
«Per me va bene» dice Josh.
«Però io sto iniziando a fare provini e casting» mi difendo.
«Di sicuro non ce li avrai tutti i giorni, quindi quando avrai un provino, tornerai a Los Angels o andrai nella città dove devi andare» mi dice Jaden, «Per me va bene»
«Pure per me, piccolina» dice Bryce mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Mi fa piacere essere così apprezzata.
«Payton?» chiede Kio.
«Per me è okay, ma dobbiamo sentire anche gli altri» dice dopo attimi infiniti di silenzio dove mi fissava.
«Non penso sia un problema, anche perché ci sono i soliti gruppetti» ribatte Kio.
«Comunque con noi non avete mai fatto ciò» dice Olivia, «Vero Mad?» chiede e lei annuisce.
«Perché voi eravate le nostre fidanzate, mentre lei è una nostra amica. In più non siamo stati insieme così tanto tempo da portarvi in giro con noi» risponde Jaden, avendo l'approvazione dei ragazzi che fischiano.
Che scemi.
«Quindi è deciso? Vieni con noi in giro per l'America» urla Kio.
Adoro.
Tutto.
Ciò.
Per di più amo viaggiare e scoprire nuovi posti, quindi questo tour sarà solo a mio vantaggio.
«Prepara le valige, perché sarà un viaggio mooooolto lungo» mi dice Bryce marcando la lettera "o".
Scoppio a ridere.
Si salvi chi può.

✨🧚🏻💫

La mattina dopo trascorre abbastanza veloce. Facciamo le solite cose: andiamo in spiaggia, facciamo un bagno, pranziamo e poi torniamo in stanza.
Dopo mangiato ci prendiamo un po' di tempo per noi.
Olivia e Madison si sono addormentate in stanza. I ragazzi non so cosa stiano facendo quindi decido di andare nella hall dell'hotel.
L'unico punto dell'hotel dove prende bene.
E dove riesco a vedere tutti i manzi che arrivano.
Non lo diciamo a nessuno però.

Mi piace a volte prendermi del tempo per me. Passare almeno qualche minuto da sola.
Staccare la spina dal mondo esterno e dare spazio solo a me stessa.
Solo alle mie preoccupazioni, ansie e paure per poi darmi una leggera carezza immaginaria e convincermi che tutto succede per una ragione.
E che i momenti duri finiranno.
Mi piace anche contemplare l'immenso. Stare seduta a guardare la gente che passa. Gente che litiga, gente innamorata e grandi famiglie che si vogliono bene.
E mi diverto pure a sentire cosa dicono.
Mi immagino anche la mia vita futura. Accanto all'uomo che amerò.
E magari con dei figli.
«Ehi» sento qualcuno che mi tocca la spalla, «Che fai? Sogni ad occhi aperti o fantastichi su un amore impossibile?»
Payton si siede nel divanetto accanto a me.
«E tu invece? Sei uno scasapalle di professione o lo sei solo con me?» chiedo mentre lo guardo con uno sguardo di sfida.
Lui scuote la testa e sorride.
«Scema»
«Scemo»
«Nana»
Sorrido al nomignolo che ormai mi dà dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti.
«No, comunque sto solo cogliendo l'attimo. Mi godo un po' di pace e tranquillità» rispondo alla domanda che mi aveva posto prima.
«In una hall di un albergo?» chiede guardandosi attorno «Bel posto tranquillo» scherza.
«Anche nel caos c'è la tranquillità»
Una ragazzina si avvicina e gli chiede una foto. Lui accetta, la abbraccia mentre la ragazza versa qualche lacrima e poi scatta la foto. Lo saluta e si allontana.
«Che ne dici se facessimo una passeggiata per il resort?» chiede lui mentre si stiracchia.
Sembra un bimbo appena sveglio.
«D'accordo» mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi. Mentre le nostre mani si toccano lo guardo negli occhi.
Credo di avere la stessa sua luce.
Tossisco per alleggerire l'aria, «Da che parte andiamo?»
Indica l'uscita che vuole con un cenno del capo.

Mentre camminiamo parliamo un po' del più e del meno.
«Cosa ti turba in questi giorni? Sei un po'...strano?!» azzardo a chiedere.
Possibile che un ragazzo in vacanza alle Hawaii sia sempre con il broncio?
No ve lo dico io, impossibile.
«È così evidente?» chiede.
«Direi»
Si lascia sfuggire una piccola risata.
«Ho discusso con una persona» resta vago.
«Con chi?» chiedo oramai incuriosita.
Fa la faccia da furbetto mentre sorride.
«Lo sai che a me lo puoi dire» lo incito.
«Da quando sei così ficcanaso?» chiede.
«Non cambiare discorso» lo avverto.
Si lascia sfuggire ancora una risata. E un po' mi urta il fatto che quando ride cerca di tenere chiusa la bocca.
So per certo che il suo sorriso sia perfetto come il resto.
Insomma lui è perfetto.
Mi lascio incantare dal suo profilo perfetto, dal sua dritto naso e dalle sue labbra sottili.
«Avani» dice dopo un po', «Le cose non vanno come volevo»
«Capita. Magari lei non provava davvero quello che tu provi per lei» dico ma vedo il suo volto rattrististi ancora di più, «Ma forse non ha le idee chiare. Insomma guarda che ragazzo le si para davanti. Alto al punto giusto, con qualche muscolo ma addominali ben scolpiti, con un sorriso perfetto e un carattere ancora più che perfetto»
Non ci credo che io l'abbia detto.
No.
Non l'ho detto seriamente.
Tossisco più volte, «Stai tranquillo e goditi la vacanza»
L'imbarazzo è alle stelle.
Almeno il mio.
Noto che siamo ritornati davanti all'entrata dell'albergo.
«Bene, vado in camera» farfuglio ancora imbarazzata. E più ci penso più divento un pomodoro.
Faccio qualche passo in avanti ma vengo bloccata da Payton.
«Mi sono rifugiato in te perché di solito riesci sempre a strappare una risata a tutti o comunque riesci a far star meglio la gente» dice sorridendo e lasciando la mia mano.
«Lo prendo come un complimento» cerco di essere la stessa, ma quella stretta ha provocato un formicolio allo stomaco.
Sono sicura che sia per colpa dell'ansia e dell'imbarazzo.
Cammino velocemente fino dentro l'ascensore e quando le porte si chiudono posso finalmente respirare.

tra milioni hai scelto me | Payton MoormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora