28. Che palle

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La mattina mi sveglio con un gran mal di testa ma super positiva. Nonostante stia male per Noah e per come l'ha presa, ho deciso di stare ottimista e aspettare che sia lui a venire da me quando sarà pronto.
Mi vesto velocemente e scendo a fare colazione.
«Dove corri?» mi chiede Riley.
«Non ricordi?» chiedo e lei scuote la testa, «Oggi ho un casting per la linea young di Guess»
Lei si batte una mano sulla fronte, «Me ne ero completamente dimenticata. Come stai? Sei agitata?»
«Diciamo che non sono rilassata» mordo un pezzo di croissant.
«Hai bisogno di un passaggio?»
Le sorrido, «Tranquilla mi arrangio»
Finisco la brioche e quando sto per uscire sento Riley gridarmi dietro «Spacca tutto»
Infondo infondo non è poi così male come sorella.
Infondo infondo infondo.

————

"Ti faremo sapere".
Ti faremo sapere. È stato questo quello che mi hanno detto al provino, tradotto nella lingua di noi comuni mortali: è stato bello ma ora addio.
Che palle.
Ci tenevo davvero tanto.
«Estella» mi richiama alla realtà Payton, «Basta tormentarti, non puoi cambiare il passato quindi concentrati sul presente»
Mi passo una mano tra i capelli, «Hai ragione», sbuffo, «Che mi stavi dicendo?»
«Stasera c'è una festa alla Hype, ci vanno tutti, ti va di venire?»
Contorgo la mia faccia in una smorfia, non mi farebbe particolarmente piacere però...
«Si, ci vieni. Ho deciso io» sentenzia Payton.
Agli ordini capo.
«A che ora è?»
«Tanto non hai altro da fare»
Gli lancio una patatina.
«Stronzo!» nascondo il mio sorriso dietro il bicchiere di tè, ma da come sorride deduco che l'abbia capito.
«Mi accompagni a pulire la macchina?»
«La tua bambina? La supra?» chiedo con occhi sgranati.
Insomma quella macchina sembra un diamante. Nessuno la può vedere o toccare, a tal punto di sembrare una leggenda.
«Si ma non te la farò toccare»
«Vedremo» strizzo l'occhio.
«Gne»
«Gne»
Si alza in piedi, mi trascina e dice «Andiamo piccola» e credo che in quel momento, a quelle esatte parole il mio cuore ha smesso di funzionare.
Vorrei tornare all'istante in cui guardare quegli occhi marroni non mi faceva venire le farfalle allo stomaco, a quando ci parlavo le gambe non mi diventavano molli e a quando guardavo quella labbra non mi veniva voglia di baciarle.
Ma non credo che in realtà ci fosse mai stato questo momento. Non credo. No. Credo che il mio cuore si sia sempre indirizzato verso di lui mentre la mia mente mi guidava nella direzione sbagliata. E ora capisco perché la gente dica di scegliere sempre il cuore, perché dove ti porta lui è la vera felicità, mentre dove ti porta la mente è una felicità temporanea e che ti sei prestabilita te. La vera felicità può anche essere totalmente diversa da come te la sei sempre immaginata.
E mentre guardo quel ragazzo che cammina con nonchalance verso la sua macchina rossa, l'unica cosa che vorrei fare è saltargli sulla schiena e baciare quelle guanciotte. Riempirle di baci e far vedere al mondo che lui è mio.
Ma non lo sarà mai e questo fa male.
Che palle.
Perché proprio a me?

❤️❤️❤️
Ciao, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ormai siamo alla fine e non vedo l'ora di farvi leggere il finale. Scusate l'ora ma non ho mai un buco libero.
❤️❤️❤️

tra milioni hai scelto me | Payton MoormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora