24. Mi faranno impazzire

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La mattina dopo io, Olivia e Madison decidiamo di andare a fare colazione da Starbucks.
«Ciao ragazze» arriva il cameriere al tavolo, «Cosa vi posso portare?»
«A me un latte macchiato e una brioche alla crema» risponde Olivia, mentre sorride cordiale al cameriere.
«Per me un caffè americano e un cookie» risponde Madison.
«E invece a me un cappuccino»
«Perfetto ragazze» dice il cameriere mentre rimbalza al bancone per dare l'ordine e torna a servire un altro tavolo.
«Allora...» inizia a parlare Olivia, «Ho visto il video di "The Hollywood Fix"»
Madison e Olivia mi fissano e solo dopo aver ragionato qualche istante capisco di che video stia parlando.
«Interessante?» rispondo facendo la finta tonta.
Anche loro no.
«Cara mia quel video l'ha visto l'intera America e sono sicura pure tu» dice Mad.
Ha ragione.
«Non c'è nulla da vedere o sapere» taglio corto io, «Voi invece? Come state?» cerco di cambiare discorso.
«Quindi state insieme?» insiste Olivia.
«Non lo so Oli, non lo so. Ci siamo baciati qualche volta e in fin dei conti una storiella estiva non mi farebbe male»
«Ma almeno lui ti piace?» chiede Madison.
«Si...insomma è figo e bello» rispondo.
«E?» insiste Madison.
«E nulla è carino e gentile con me, mi fa sempre ridere...possiamo contare l'uno sull'altro, in pochi mesi è diventato il mio migliore amico»
«Di chi stai parlando?» chiede Olivia.
«Di Noah»
«Lo sappiamo tutti che non stai parlando di lui» si intromette Madison.
«Che vuoi dire?» chiedo confusa.
Mi faranno impazzire.
«Nulla» taglia corto lei.
Vabbè.
Il cameriere torna con le nostre ordinazioni. Ci sorride e si congeda.

Quando abbiamo finito di mangiare decidiamo di andare un po' per i negozi di Los Angeles.
Veniamo, inevitabilmente, fermate da folle di ragazzini che vogliono farsi una foto con noi e da paparazzi.
Olivia noto che gli snobba, come se fosse la ragazza piu famosa della Terra e c'è da dire che le domande erano rivolte principalmente a Madison e me.
Ma vabbè.
Infondo loro stanno solo facendo il loro lavoro.
«Allora, come va con Noah?» mi chiede Fletcher, il paparazzo di "The Hollywood Fix" ormai amico di tutti noi.
«Tutto bene» mi torturo nervosamente le mani, «Usciamo e ci divertiamo»
«E gli altri ragazzi? Cosa ne pensano?»
«Eh...mh...non ne ho idea» rido nervosa, «Insomma non devo avere la loro approvazione, se è questo che intendi»
«E con Kio come va? Non so se hai sentito ma ci sono dei rumores che dicono che lui e tua sorella stanno uscendo insieme...» chiede Fletcher.
«Mia sorella? Riley?» chiedo stupefatta.
Kio e mia sorella?
No non credo.
Me lo avrebbero detto.
«Credo che non ci sia nulla, siamo tutti molto amici. Mia sorella, come me, ha legato principalmente con i maschi dalla Sway House. Siamo più tipe da amici maschi che femmine... comunque non credo ci sia nulla tra di loro»
Dopo aver risposto ad altre domande decidiamo di chiamare un Uber e tornare a casa. Saluto le ragazze quando ci fermiamo davanti a casa mia. Scendo e mi Diego verso la porta.

Sul mio divano, con molta sorpresa, trovo Noah che dorme sdraiato.
Mi avvicino e cerco di non svegliarlo. Sorrido. Che carino.
Sembra un bambino mentre fa il solito riposino pomeridiano. Lui, credo sentendo la sensazione di essere fissato, si muove e piano piano apre gli occhi.
Batte una mano sul divano, accanto a se, e si fa un po' più in là per farmi spazio, «Vieni»
Io scuoto la testa, «No caro»
«Daii» insiste lui.
Alzo gli occhi al cielo e poi mi metto seduta.
«Contento?» chiedo.
«Più vicino» risponde.
Eseguo quello che mi dice. In poco tempo le mie risate rimbombano in tutta la casa. Il solletico non l'ho mai sopportato. Riesce a farmi sdraiare accanto a lui. I nostri corpi sono così attaccati che potrebbero sembrare solo uno. Sento dei passi che scendono le scale ma sono troppo concertata a cercare di sfuggire alla presa di Noah per guardare chi sia.
«Basta Noah» dico a stento tra una risata e l'altra, «Ti prego»
Le sue mani smettono di muoversi su tutto il mio corpo, ma rimangono esattamente dove erano prima.
«Aiuto» sussurro mentre mi giro verso di lui.
Mi schiocca un bacio veloce sulle labbra. Poi, io di mia spontanea volontà, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio. Più appassionatamente.
Insomma, ho sedici anni.
Lasciatemi godere questo periodo chiamato "adolescenza".
Lui afferra la mia vita e mi stringe di più a lui. Sale, per metà, sopra di me e lascio che le nostre lingue si intreccino.
«Non sai da quanto desideravo questo momento» sussurra lui, tra un bacio e l'altro.
«Shh» lo zittisco.
Un colpo di tosse mi fa sussultare.
Fa che non sia mia madre perché se così fosse posso già preparare le valige.
Fortunatamente quando mi giro noto che non è mia madre, ma Payton.
Forse avrei preferito che ci fosse mia madre.
Da quando ho deciso di "lasciagli i suoi spazi" l'ho iniziato un po' ad ignorare. Non lo saluto quando lo sveglio, ai pasti ci parlo il minimo indispensabile e cerco di non andare mai a fare la spesa con lui.
Nulla di personale.
«Dovrei usare la TV» dice dopo che è rimasto per lunghi secondi in silenzio. E a fissare i nostri corpi. Troppo vicini.
«Certo bro, noi andiamo in camera» dice Noah.
Io rimango scioccata, ma mi lascio trascinare di sopra.
Aiuto.
Si salvi chi può.

tra milioni hai scelto me | Payton MoormeierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora