Capitolo 19🌷

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Quando entriamo in classe troviamo una bidella- no scusate, collaboratrice scolastica, probabilmente incaricata di controllare che nessuno sia scappato dalla finestra durante le ore di totale anarchia. È intenta a fare l'appello è quando si accorge della nostra presenza ci guarda severa.
Bidella:"dove siete stati voi due?!"
Io:"non mi sentivo bene quindi mi sono fatta accompagnare in infermeria" dico indicando con un cenno del capo payton e inventando una scusa sul momento. Non mi preoccupo, è una signora di mezza età e le sue uniche preoccupazione sono le sue unghie sempre smaltate di un rosa fluo troppo appariscente per la sua età e la messa in piega dei suoi capelli tinti, non si prenderà certo la briga di andare a controllare e prenderà per buone le mie parole.
Payton conferma la mia bugia con un segno del capo, rendendo il tutto ancora più realistico.
Io:"pay mi gira ancora un po' la testa, ci sediamo?" dico portandomi una mano alla testa accompagnando il tutto con una piccola smorfia del viso. Che interpretazione ragazzi, da Oscar! Dov'è Obama con le medaglie quando serve?
Payton mi cinge la vita con un braccio e andiamo a sederci ai nostri posti. La bidella osserva il teatrino improvvisato per poi tornare all'entrata a sfogliare le sue riviste.
Payton:"ti ha fatto del male quel figlio di puttana?" Dice senza alzare troppo la voce riuscendo a stento a trattenersi dall'ammazzare quel tipo.
Ha la mascella serrata, le mani strette in due pugni e gli occhi pieni di rabbia.
Io:"Tranquillo, sto-sto bene" dico cercando di convincere più me stessa che lui. Le mie parole non ottengono l'effetto sperato. Mi accoccolo tra le sue braccia cogliendolo di sorpresa e dopo un momento di confusione, la sua espressione si ammorbidisce di colpo. Le sue mani si rilassano e iniziano a scorrere sul tessuto morbido della mia felpa. Poggio la testa sul suo petto mentre lui appoggia il mento sulla mia testa, improvvisamente mi sento al sicuro.
Iniziano a scendermi delle lacrime e prima che possa accorgermene sto singhiozzando. Fortunatamente nessuno si accorge di niente. Nessuno... tranne payton.
Payton:"shhh tranquilla, andrà tutto bene... non ti lascerò mai più sola"
Non riesco a parlare quindi lo stringo solo più forte a me. Mi lascia un dolce bacio sulla testa e rimaniamo così per un po'. Quando suona la campanella e entra la professoressa siamo costretti a staccarci. La professoressa inizia a spiegare le disequazioni, avrete intuito che la materia in questione è matematica. Sono costretta a seguire le parole della professoressa per due motivi: 1) se non seguo la spiegazione non credo che riuscirò mai a capirci qualcosa 2) mi aiuta a non pensare a cioè che è appena successo. Quell'avvenimento mi ha segnata, non credo di riuscire a dimenticarmene presto...
Apro il mio quaderno e ricopio sulla prima pagina bianca gli esempi che la professoressa sta scrivendo alla lavagna. Durante tutta la lezione mi accorgo di molte occhiate preoccupate da parte di payton ma preferisco non intavolare una discussione sull'argomento colpevole di tutti i suoi sguardi, almeno non adesso. La professoressa si assicura di essersi fatta capire in ogni punto della spiegazione e risponde alle poche domande sull'argomento. Subito dopo il suono della campanella, raccoglie le sue cose e ci saluta lasciando il posto alla professoressa di scienze.
La professoressa è molto distratta quindi passo la maggior parte del tempo accoccolata a payton che continua a carezzarmi i capelli. Non abbiamo parlato dalla quarta ora ma so che sta morendo dalla voglia di discutere dell'argomento che ormai sembra diventato un tabù. So benissimo che non ha cattive intenzioni e che vuole semplicemente assicurarsi che io stia bene ma non ho proprio voglia di parlarne, è ancora troppo presto.
All'uscita ci riuniamo con il nostro gruppo. Tutti parlano animatamente ma io non seguo una sola parola di tutto il discorso. Ho lo sguardo basso fisso in un punto ed è come se mi fossi isolata dal resto del mondo.
Dopo credo pochi minuti, senza alzare lo sguardo, esordisco con
Io:"vado a casa" quasi in un sussurro attirando però l'attenzione di tutti che improvvisamente si bloccano a guardarmi.
Payton:"ti accompagno" non è una domanda, lo capisco dall'espressione e dal tono duro con cui l'ha detto.
Sento delle voci chiedere se "sta bene", credo si riferiscano a me, ma non riesco a capire la risposta di payton e in questo momento riesco solo a pregare che non dica nulla di tutto l'accaduto.
Mi mette una mano intorno al fianco stringendomi a se per poi accompagnarmi a casa.
Il tragitto è silenzioso, siamo entrambi immersi nei pensieri.
Sento la testa esplodere per i troppi pensieri, non riesco a focalizzarmi su uno che immediatamente ne compaiono altri 3. Sento la testa pensante ma non ne faccio parola con payton.
Arriviamo davanti alla porta di casa mia.
Payton:"vuoi che rimanga con te?" chiede serio.
Io:"n-non ce n'è bisogno... grazie" dico cercando di abbozzare un sorriso rassicurante ma esce tutt'altro.
Payton:"sei sicura? Jeremy è a casa?" chiede. È così premuroso con me, non sono sicura di meritarlo... come ho fatto a dubitare di lui?
Io:"no, non credo... dovrebbe tornare più tardi" continuo a sentire la testa pensante e non vedo l'ora di potermi sdraiare sul letto.
Payton:"non ti lascio da sola" dice con un tono irremovibile.
Io:"hey, sto bene... non c'è bisogno che..." la testa inizia a girare e le palpebre si fanno sempre più pensanti. L'ultima cosa che vedo è payton, o meglio, un'immagine sfocata di payton e il paesaggio intorno che gira vertiginosamente. Dopo di che, solo buio...

#SpazioAutrice
Scusate se è corto e se ieri non ho pubblicato, prometto che nei prossimi capitoli cercherò di farmi perdonare... if you know what I mean😏🔞🔥.
Voi come state? Raccontatemi qualcosa dai❤️☺️

Gioco di sguardi~Payton Moormeier🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora