Non sento più nulla, è tutto così confuso attorno, ci sono persone che mi parlano ma non riesco a sentirle, mi guardo in torno ed è tutto sfocato, mi allontano per sedermi due secondi, perché ho di nuovo pensato a lui?
Non è qualcosa che mi fa star bene ma perché la mente e il cuore lo cercano spesso? cos'è questo controsenso che mi annida il cuore?
L'ossigeno sembrava diminuire e con esso anche i miei respiri, continuavo a ripetermi "Pensa ad altro, salvati" ma in qualsiasi pensiero i suoi occhi ne erano da padrone, iniziai e pensare al mare, ai bambini, alla musica ma nulla mi aiutó.
Sentii una stretta sul braccio, alzai la testa, era lui, mi guardava preoccupato, avrei voluto dirgli che non era niente che stavo bene, ma nessuna parola uscì dalla mia bocca.
Inaspettatamente mi abbracció, trattenni il respiro, dopo poco lo avvolsi anch'io, avevo bisogno che lui restasse con me, per me.
<Ti prego dimmi che stai bene adesso> mi domandó con un tono preoccupato, alzai la testa e annuii, sciolse l'abbraccio e per cinque secondi mi sentii vuota, come se quel contatto fosse essenziale.
<Grazie> gli dissi guardando a terra, si chinó per guardarmi e inevitabilmente incastrai di nuovo i miei occhi con i suoi.
<Non stai bene> mi accarezzó una guancia e dovetti resistere all'impulso di chiudere gli occhi, non poteva vedermi così fragile, non volevo che mi guardasse in quel modo.
<Dico sul serio, sto bene> cercai di tranquillizzarlo ma ciò avvenne con scalzi risultati, non mi lasció andare
<Perché fuggi da me?> mi chiese con un cipiglio confuso sul volto, sembrava quasi ferito dalla mia sottrazione al suo tocco, ma nonostante ciò aveva capito che volevo allontanarmi da lui.
<Non mi sto allontanando, scusami ma ora devo proprio andare> cercai di liquidarlo nel modo più gentile che conoscessi, ma quelle parole fecero male persino a me.
<Okay, ci vediamo allora e comunque si, stai fuggendo da qualcosa che ti fa male, ma non capisco cosa> mi disse con una voce da rimprovero.
<Fantastichi troppo, ciao> lo salutai per poi andarmene per la mia strada, stupida stupida è ancora stupida, come potevo digli "Sei tu l'incubo dal quale sto scappando" sarebbe stato ridicolo anche per me.
Arrivai a casa e non feci che pensare per il resto della serata, a quel dannato attacco di panico e a come lui mi avesse salvato da esso.
STAI LEGGENDO
The silence of the sea
RomansaLetteralmente una guerra con se stessi e il mondo che ci circonda, cos'è l'amore senza il dolore? Cosa significa mettere se stessi al primo posto? Quanti abissi dobbiamo ancora affrontare?