L'ATTACCO

487 24 0
                                    

Quando Zayra entrò nella stanza di Julia, trovò il fratello chinato sul letto d'ospedale, scosso dai singhiozzi. Cercò di non fare alcun rumore per non disturbarlo. Mentre lui era andato a prendere dei fiori per Julia, lei si era offerta per acquistare del cibo. Evidentemente, rimasto solo, Axel doveva aver rimuginato a lungo sulla condizione della sorellina e l'emozione lo aveva sopraffatto.

La ragazza posò gli acquisti sullo scaffale contro il muro, dove Axel aveva abbandonato il piccolo fiore. Guardando a terra, Zayra notò che aveva fatto cadere il vaso, bagnando tutto. - Ma che hai combinato? - mormorò dolcemente. Axel, ancora rivolto verso il letto, si riscosse un momento. - Zayra... per favore, vieni qui -. La ragazza si avvicinò e circondò con le braccia il fratello, visivamente sconvolto. Stava per parlare quando udì una flebile voce. - Zayra... -. A quel punto, guardò verso la sorellina.

Gli occhi. I suoi grandi occhi scuri erano spalancati. La stavano guardando. Zayra rimase a fissare la bambina, confusa. - ... Julia? -. Non poteva crederci. - Axel ha vinto - sussurrò la piccola. Le gambe cominciarono a tremarle e la ragazza sarebbe caduta se Axel non fosse stato subito di fianco a lei pronto a sorreggerla. Lentamente avvicinò una mano al viso della sorellina e la accarezzò. La sua pelle era morbida e calda. - Avevi dei dubbi, piccola peste? - le disse con dolcezza, prima che la sua vista venisse completamente offuscata dalle lacrime, che cominciarono a scorrere senza controllo.

Axel prese una mano di Zayra e con l'altra cercò quella di Julia sotto le lenzuola. La ragazza lo imitò, facendo attenzione ai numerosi fili ancora collegati al braccio della bimba. Il ragazzo strinse le mani delle sorelle. Erano di nuovo tutti e tre insieme.

- Perché piangete? - domandò Julia. Nessuno dei due riuscì a rispondere.


Axel e Zayra stavano tornando a casa con calma, nel cuore custodivano una gioia immensa. La loro piccola Julia era tornata e loro pensavano che nulla potesse turbare quel momento. - Dovremmo subito dirlo agli altri - disse Zayra, la voce piena di impazienza. Axel annuì:- Appena arriviamo a scuola per la festa -.

La ragazza non stava più nella pelle e prese il cellulare. Lo trovò pieno di messaggi e di chiamate perse da moltissime persone. Lesse velocemente quello di Benji. "Ehi superstar, ho visto i telegiornali... mi spiace moltissimo per la tua scuola... spero che tu stia bene. B". Non sapeva a che cosa lui si riferisse. Axel parve notare la sua confusione:- Tutto bene, Zayra? -. Lei non rispose. Aveva cominciato a fare delle ricerche su internet.

In pochi secondi, le immagini dei disastri nelle scuole le riempirono gli occhi. Quando fra tutte riconobbe la Raimon distrutta rimase sconvolta. Axel le si avvicinò e guardò lo schermo. Strinse i pugni.

La ragazza sbiancò:- Secondo quest'ultimo aggiornamento, la squadra della Raimon è alla Umbrella Junior High a sfidare gli alieni responsabili -. I fratelli Blaze si guardarono. Axel aveva già preso la sua decisione e si diresse subito dai compagni. Zayra lo seguì, il cuore colmo di preoccupazione. 


꧁༒•༒꧂


Chiamò il fratello al telefono un'altra volta, ma non ottenendo risposta decise di uscire dopo avergli preparato la borsa per partire. Erano stati contattati d'urgenza dal signor Raimon, che aveva chiesto loro di preparare poche cose per il viaggio e di andare urgentemente al centro operativo della Inabikari.

Zayra non riusciva a spiegarsi dove fosse finito suo fratello. Era dalla sera prima che si comportava in modo strano, quando era tornato dall'ospedale. Aveva provato ad indagare, ma Axel l'aveva liquidata dicendo che andava tutto bene. Lei non gli aveva creduto, ma non poteva fare altro che fidarsi di lui.

Era appena arrivata davanti al cancello della scuola quando vide Jude scendere dalla sua macchina. Subito il suo cuore cominciò a battere forte. Non avevano più avuto modo di parlare di quanto era successo dopo la finale e Zayra non sapeva esattamente come comportarsi in sua presenza. Jude la vide e le sorrise. Lei sentì le guance arrossarsi. - Ciao, Jude -. Il ragazzo ricambiò il saluto e chiese:- Come mai Axel non è con te? -. Zayra rimase delusa dalla domanda perché sperava che lui volesse parlare del bacio, ma comunque rispose:- Non lo so, l'ho chiamato più volte ma non mi risponde... deve essere da Julia -. - Tua sorella sta bene? - domandò Jude, sinceramente interessato. Lei sorrise e annuì.

Si avviarono insieme verso l'ingresso della Inabikari. Come al solito, nessuno dei due sentiva il bisogno di rompere il silenzio che si era creato. Ogni tanto Jude scrutava Zayra e rifletteva. Il giorno della partita contro la Zeus aveva agito d'impulso e l'aveva baciata. Non rimpiangeva il gesto un po' avventato, ma adesso che le cose avevano preso una piega così assurda gli sembrava fuori luogo chiarire l'evento. Sperava solo che lei non soffrisse troppo per la questione.

Dal canto suo, Zayra era sempre più convinta di aver sognato tutto. Dopotutto se si fossero baciati davvero lui le avrebbe detto qualcosa, invece da parte sua non c'era stato il minimo commento. Forse doveva semplicemente essere coraggiosa e farlo lei. - Ho una domanda da farti -.

Si fermarono e Jude si voltò verso di lei. Zayra stava rimpiangendo quell'attimo di audacia che l'aveva spinta a esporsi. - Ecco... durante la partita contro la Zeus... cioè alla fine, intendo... io... cioè tu... noi... -. Tentò di mascherare l'imbarazzo con una risatina, che risuonò isterica. Anni e anni passati su un palcoscenico per poi non essere in grado di mettere in fila due parole ed esprimere un pensiero coerente. Jude intanto la osservava con attenzione, senza giudicare il suo stato di evidente imbarazzo. - Perché mi hai baciata? - disse Zayra velocemente, prima di cambiare idea.

Jude soppesò per un momento le opzioni, poi mormorò, abbassando il capo:- Non lo so -. Zayra, dopo un attimo di interdizione, lo guardò male e, scandendo molto bene le parole, rispose:- Come, scusa? -. Jude si affrettò a continuare:- Non lo so perché sul momento non ci ho pensato, ne ho sentito il bisogno e l'ho fatto... spero di non averti offesa prendendomi questa libertà -. Zayra avvertì la rabbia salire e offuscare i suoi pensieri:- Dipende da come intendi giustificare questa libertà -. Jude si rese conto di essere stato frainteso. - Ti va se ne parliamo più avanti? - propose.

Zayra, profondamente infastidita, fece per andarsene ma lui le prese la mano. La gentilezza che la ragazza percepì in quel tocco la spinse a fermarsi. - Fidati di me - le disse Jude con fermezza:- Ti prometto che ne parleremo con calma appena avremo un momento di pace -.

Zayra decise che era comunque il caso di mettere dei paletti:- Io non sono un tuo capriccio -. Jude incassò il commento. - Non l'ho mai pensato -.

Growing upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora