LA EPSILON

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Era ormai tarda sera e i ragazzi erano già tutti a letto, profondamente addormentati. Erano molto stanchi dal momento che si stavano allenando duramente in vista della partita contro la Epsilon. Ormai mancava davvero poco.

Zayra aveva appena finito di fare gli esercizi di danza e stava per andare a dormire quando notò Shawn sgusciare fuori dal pullman e dirigersi verso il centro della Tripla C. Senza farsi vedere, decise di seguirlo.

Aveva cercato di fare meno rumore possibile per non essere notata, ma appena aveva raggiunto l'ingresso della giostra che nascondeva la palestra aveva trovato Shawn fermo ad aspettarla. Il ragazzo abbozzò un sorriso:- Mi stai seguendo? -. Zayra abbassò lo sguardo. Lui fece spallucce e la invitò a seguirlo.

La ragazza rimase in silenzio a guardare l'allenamento. Shawn calciava la palla con forza crescente, gli occhi pieni di rabbia. Zayra era sempre più preoccupata per lui. Nei giorni precedenti aveva seguito solamente il suo lavoro perché aveva notato che più si avvicinava la partita contro la Epsilon più lui sembrava perdere la calma con facilità. Aveva addirittura mollato gli altri nel bel mezzo dell'allenamento per tornare a lavorare sul tiro, nonostante Jude gli avesse chiesto di restare con la difesa. "Va solo lasciato in pace" aveva commentato il regista. Ma Zayra, questa volta, non era sicura che avesse ragione.

Shawn scagliò la palla contro il robottino, che la respinse. Adirato, il ragazzo calciò contro il muro opposto con un grido. - Shawn, smettila - si avvicinò Zayra:- Stai esagerando...-. Lui la guardò, gli occhi iniettati di sangue. - Tu stai zitta! - le urlò:- Nessuno ha chiesto il tuo parere, ragazzina! Io faccio quello che mi pare, ti è chiaro? -. La ragazza rimase paralizzata dalla sua reazione.

In un secondo, lo sguardo del ragazzo cambiò, l'ira scomparve e i suoi occhi tornarono buoni. - Aiden - lo sentì mormorare, ma la ragazza era troppo sconvolta per dare peso a quelle parole. Shawn si avvicinò titubante:- Zayra, mi dispiace... te lo giuro -. Posò una mano sul suo braccio, ma lei fece un passo indietro e lo guardò con aria smarrita. Shawn si vergognò di se stesso. - Ho bisogno di stare da solo - disse, mortificato. - Lo credo anche io -.

Zayra uscì dal centro di allenamento senza voltarsi, nemmeno quando Shawn la richiamò un attimo prima che lei lasciasse la stanza. Non riusciva a spiegarsi la reazione così spropositata di Shawn. Per di più, stavano costruendo un solido rapporto, molto più di quanto si sarebbe immaginata, quindi motivare il suo comportamento era quasi impossibile. In realtà, non era la prima volta che reagiva così; capitava spesso in campo, era successo anche quando avevano incontrato la Absolute Royal Academy e lui l'aveva protetta. Qualcosa non andava, di questo ne era certa. 

Fuori dalla tenda di Nelly trovò Silvia, che si guardava intorno con aria preoccupata. - Zayra! Dov'eri?! Mi sono svegliata e non ti ho vista, mi sono spaventata! -. - Shawn è di sotto che si allena - sussurrò lei:- Quel ragazzo comincia a preoccuparmi seriamente -.

Silvia voleva risponderle, ma Zayra si infilò in tenda e poi nel suo sacco a pelo. Un nome le ronzava nella testa. Aiden. 


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 Shawn si muoveva in campo manovrato da una rabbia che sembrava far paura anche agli alieni della Epsilon. Rubava la palla a tutti, indistintamente, e si faceva largo a forza fra gli avversari per raggiungere la porta difesa da Dvalin e tirare con la Tormenta Glaciale. A nulla servivano le urla di Jude ed Erik o le indicazioni della signorina Schiller; Shawn si spostava dalla difesa in attacco senza guardare in faccia nessuno.

Zayra non era più disposta a vedere quello spettacolo. Nell'intervallo fra il primo e il secondo tempo, mentre gli altri erano distratti, lo seguì negli spogliatoi. Lo trovò nei bagni. Aveva dimenticato il rubinetto aperto e si era perso nei suoi pensieri, lasciando che l'acqua continuasse a scorrere fino a gocciolare sul pavimento. - Chi è Aiden? - domandò.

Il ragazzo sobbalzò per la sorpresa. Questa volta non l'aveva sentita arrivare. Gli occhi scuri di Zayra lo scrutavano con severità e apprensione. - Non lo so - le rispose guardandola dallo specchio. Lei si avvicinò:- Non mentire. Ti ho sentito pronunciare quel nome -. Shawn scosse la testa senza ribattere. Lo sguardo di Zayra si fece più dolce. - So dell'incidente -.

Per la prima volta lui si voltò a guardarla, sconcertato. La ragazza estrasse il cellulare e gli mostrò lo schermo. Shawn riconobbe subito l'articolo di giornale. - Ci ho messo davvero molto a trovare qualcosa, ma dopo un po' è spuntato questo vecchio articolo su una valanga che ha travolto un'intera famiglia, lasciando un solo superstite... Tu -. Il ragazzo distolse lo sguardo. - Gli altri lo sanno? - chiese. Lei scosse il capo.

Shawn la guardò un momento, poi si decise. - Aiden è mio fratello gemello. Per farla breve, da dopo l'incidente vive in me. Condividiamo lo stesso corpo, con l'obiettivo di diventare sempre più forti, di raggiungere la perfezione -. Zayra in quel momento capì molte cose: perché aveva paura dei rumori forti; perché si era legato tanto a lei; perché le faceva tutte quelle domande su Axel; perché sembrava capire così bene il senso di abbandono che provava lei da quando suo fratello era sparito nel nulla. Capì perché in attacco il ragazzo era irriconoscibile. Non era più Shawn, era Aiden.

La ragazza si avvicinò e lo abbracciò. Lui si limitò ad appoggiare la fronte contro la spalla di lei, trovando un po' di conforto. - Posso solo immaginare quanto sia difficile per te dover affrontare tutto questo, per di più da solo. Ma guardati attorno -. Zayra si scostò leggermente dall'abbraccio per guardare Shawn dritto negli occhi. - Tu non sei più solo. Adesso sei nella Raimon. Siamo tutti qui per te. Possiamo aiutarti. Non sei solo -.

Shawn abbozzò un sorriso. Avrebbe tanto voluto credere alle parole di Zayra, ma era consapevole che non era così. Nessuno poteva aiutarlo. Erano sempre stati solo loro due. Shawn e Aiden. In due contro il mondo, alla ricerca della perfezione.


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