Sakura P.O.V's
Sasuke si addormentò con il sorriso sulle labbra, era veramente dolcissimo, sorrisi a guardarlo e ripensai al nostro primo incontro, lui mi guardava, chissà cosa avrà pensato di me la prima volta che mi vide a scuola. Dopo avergli sussurrato un 'ti amo' mi addormentai.

Mi svegliai di scatto sentendo Sasuke piangere, mi misi seduta e gli appoggiai una mano sulla spalla, lui sussultò e cercò di coprirsi il volto con le mani:
-Hey, dimmi cosa ti succede. Che hai? Sfogarti ti farà bene-;
-Faccio un incubo da un po'... Non é nulla, tranquilla- rispose mostrandomi un sorriso palesemente forzato;
-Che incubo? Non mentirmi- dissi facendomi più seria, guardai i suoi occhi, neri come la pece, ma dietro ad essi si nascondeva qualcosa e lo avrei scoperto;
-Ti puoi fidare- continuai;
-Lo so che mi posso fidare di te, Sakura-;
-Allora avanti, dimmi-;
-V-va bene... Avevo 7 anni quando successe...-, i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi e in poco tempo il suo viso perfetto era segnato dalle lacrime;
-Perché é successo a loro e non a me? Perché?- continuò piangendo sempre di più;
-Sasuke, loro chi?-;
-Ci fu un incidente, loro morirono... I miei genitori-, restai senza parole, lo abbracciai e gli passai una mano tra i capelli, poi gli presi il viso e gli asciugai le lacrime;
-Faccio questo incubo ormai da dieci anni, lo stesso. Rivivo quella scena in loop, ma ora c'è un'altra persona che muore e non so chi sia-;
-Non ci pensare, sii forte, perché lo sei. Ora hai anche me qui- gli dissi sorridendogli, lui ricambiò e si sdraiò di nuovo. Io mi alzai per andare in bagno e quando tornai lo vidi addormentato, lo baciai dolcemente in fronte e mi addormentai poco dopo anche io.

Sasuke P.O.V's
Mi svegliai e presi il telefono per guardare che ore fossero, le nove. Svegliai Sakura:
-Hey... Buongiorno-;
-Giorno, Sasuke- mi disse ancora assonnata;
-Ehm... Sono le nove-, lei spalancò gli occhi e si alzò di scatto;
-Calmati, non ci fa niente- dissi per poi baciarle il collo;
-S-Sasuke... Che fai?-;
-Mi vuoi dire che non ti piace?-;
-N-non é questo...-;
-Allora cos'è?- domandai passando le mie dita sul suo collo;
-Beh... N-niente... Ma noi due siamo...-, non la feci terminare intuendo come finisse la frase e la baciai mettendomi sopra di lei;
-S-Sasuke-;
-Shhh, calma, é tutto apposto- la tranquillizzai, anche perché non volevo fare nulla, solo baciarla;
-Che fai?- mi domandò quando vide che mi stavo alzando;
-Già ti mancano le mie labbra?-;
-Ah, ah, ah. Ma che simpatico che sei- disse ridendo;
-Mh, sì, lo so- le risposi ridendo a mia volta;
-Andiamo a fare colazione-, io annuii e andammo in cucina.

Mi versai il latte nella tazza e solo a guardarlo avevo la nausea, poi mi concentrai sulla ragazza più bella del mondo seduta proprio davanti a me, le guardai quei bellissimi occhi verdi e sorrisi inconsapevolmente, mi veniva naturale stare bene con lei. Come ho fatto per tutto questo tempo a non dichiararmi? La conosco da settembre e ormai siamo a novembre, già dall'inizio sentivo che lei non era come tutte, il suo caratterino, il suo non sbavare davanti a me come un cane, la sua bellezza, la sua intelligenza, tutto mi ha colpito di lei e ora é tutta per me. Ora é la mia ragazza, non ci voglio credere. Dopo aver passato dieci anni di schifo, é arrivata lei a cambiare tutto:
-Mi sento un po' osservata-;
-Voglio concentrarmi sulla persona che amo- le dissi mettendo la mia mano sulla sua;
-Avrai molto tempo per questo, ora mangia, ti prego-, sembrava più una supplica, ho fatto preoccupare veramente delle persone così tanto?
Ricominciammo a mangiare, in silenzio, ma non era imbarazzante. Ad interromperci fu Madara che entrò:
-Non pensavo avessi visite. Ma vedila in questo modo, non sono venuto stanotte e vi ho lasciati soli soletti!- esclamò ridendo, mentre io diventavo sempre più rosso, mi coprii il viso con le mani, odio la mia carnagione così bianca! Anche se arrossisco pochissimo si vede, per non parlare di ora, che lo vedrebbe anche una persona che sta a chilometri da me;
-In realtà non é successo nulla stanotte...- dissi imbarazzato cercando di non guardarlo negli occhi;
-Comunque ero venuto per chiederti se volessi salutare Kohana, sta partendo e non penso che tornerà-, posso ucciderlo? Sì? Grazie;
-Chi é Kohana?- domandò Sakura;
-Nessuno di importante- mi affrettai a rispondere io;
-In verità, anni fa era molto importante, vero? Kohana di qua, Kohana di là- continuò Madara, io lo fulminai con lo sguardo come per dirgli di farla finita;
-Dai, perché non glielo dici? Diglielo che é la tua ex ragazza, di cui tu ne eri innamorato pazzo-, mi alzai dalla sedia e mi fermai a pochi centimetri da lui;
-Mi dispiace deluderti, ma 'innamorato pazzo' non é proprio l'aggettivo che userei. Più che altro ero attratto dalla sua bellezza, niente di più. Per non parlare del fatto che la nostra 'relazione', se così possiamo chiamarla, é durata due settimane, se non di meno-;
-Dillo alla tua ragazza che sei stato tradito e hai pianto come un moccioso-;
-Se anche fosse non vedo dove sia il problema. Cioè, io non so nulla di questa storia, avrei voluto che Sasuke me ne parlasse, ma stiamo insieme da pochissimo, quindi é ovvio che non me ne ha parlato, poi magari gli fa anche male parlarne, o forse non me ne vuole parlare perché non é stata una vera e propria relazione. Se questa Kohana lo ha tradito sarà soltanto a suo svantaggio, perché Sasuke é un ragazzo d'oro e chi riesce ad averlo vicino é molto fortunato- si intromise Sakura, ma quanto potevo amarla?;
-Tranquilla. Anche voi due vi lascerete-;
-Se avessi saputo quale fosse stato il suo carattere non mi sarei intromessa tra lei e un compagno di scuola quella volta- disse Sakura, che storia é mai questa? Ma a quanto pare a mio zio non conveniva, perché con una scusa se ne andò.

-Hey Sakura, quando lo hai visto?-;
-Ero al centro commerciale con Naruto e lui stava discutendo, credo, con Neji-, la guardai come per incitarla a continuare;
-Neji stava urlando contro di lui, insultandolo, non so perché-, incrociai le mani e appogiai il mento sopra di esse;
-A che pensi?- domandò, sembrava che mi conoscesse da anni;
-Ho avuto un piccolo diverbio con Neji tempo fa, c'entrava mio zio, Madara. Quindi molte cose si stanno facendo chiare, altre no-;
-Cioè?-;
-Neji mi aveva detto di far stare al suo posto Madara, non capivo a cosa fosse riferito, ma lui pensava che io sapessi. Purtroppo so com'è fatto mio zio e so qual è il suo carattere, gli ho anche chiesto spiegazioni, ma non ha intenzione di darmele. Questa cosa c'entra sicuramente con il sogno e la terza lapide, ne sono più che sicuro. Poi ho anche sognato una voce familiare, femminile, che mi diceva di fare attenzione alle mie scelte, perché alcune potranno farmi diventare infelice e di non permettere a qualcuno di abbattermi. Stavo pensando che la terza lapide sia qualcuno che conosco, a cui tengo, quindi non mi dovrei abbattere per questa morte, ma non ne sono molto sicuro. Le scelte possono essere come la scelta di non mangiare, mi ha portato a stare male, di conseguenza a non sentirmi 'completo', se capisci cosa intendo-;
-Wow, che deduzioni. Hai mai pensato di diventare un investigatore privato?- domandò lei, io risi;
-No, seriamente, saresti bravissimo- continuò lei ridendo, mentre nel mio volto si formò un sorriso un po' malinconico, lei lo notò subito e mi chiese cosa mi avesse fatto cambiare umore all'improvviso;
-Devi sapere che mio fratello, Itachi, torna poche volte l'anno perché studia negli Stati Uniti. Fin da quando ero piccolo ho sempre avuto questa curiosità nel creare ipotesi e mio fratello, a volte, per chiamarmi magari mi diceva 'hey, Sherlock Holmes, vieni qua'. Lui fa questi viaggi da dopo un anno e mezzo che i nostri genitori morirono e ogni volta che ci sentivamo mi diceva 'Sherlock, prova a ipotizzare quando potrei tornare' o cose così per non farmi sentire la sua mancanza e per farmi ridere dato che sapeva quanto fossi triste- risposi, mente sentivo gli occhi lucidi;
-Sasuke, é una cosa bellissima. Il rapporto tra te e tuo fratello é unico, vero?-, annuii;
-É stato il mio punto di riferimento, lui mi ha insegnato molte cose. Itachi ripeteva gli argomenti che studiava davanti a me ed é proprio per questo che molte cose, quando poi andavo a scuola, le sapevo per 'la mia età'. Mi ha anche insegnato a non essere dipendente da qualcuno, che ci devo riuscire da solo, ma non per questo non devo avvicinarmi a qualcuno-;
-Un maestro di vita, in poche parole- esclamò ridendo, risi anche io;
-Bene, tra risate e chiacchiere ho finito di mangiare. Vado a farmi un bagno- dissi alzandomi;
-Ok, ti aspetto qua-;
-Fa come se fossi a casa tua, ti raggiungo tra poco-.

Continua

Continua

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
𝑭𝒐𝒓𝒕𝒆 𝒇𝒖𝒐𝒓𝒊, 𝒇𝒓𝒂𝒈𝒊𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 {𝑺𝒂𝒔𝒖/𝑺𝒂𝒌𝒖}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora