il colloquio

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Jimin's pov
Ero appena sveglio. Mi stavo preparando per andare a fare un colloquio di lavoro molto importante. Se lo avessi passato, ben presto avrei lavorato per una delle azienda più in voga e prestigiose in tutta la Corea. Era un'azienda molto rinomata, in cui tutti i dipendenti venivano trattati come una famiglia e tutti venivano considerati sullo stesso piano. Non vedevo l'ora di fare il colloquio, ma non potevo andarci nudo visto che ero ancora in mutande. Il colloquio sarebbe stato tra solamente due ore, dovevo muovermi se non volevo fare tardi. Filai in doccia e mi vestii in fretta, un bel completo grigio elegante per non sfigurare. Dopo di che andai in bagno e lavai i miei denti e sistemai i miei capelli. Dopo un'oretta ero ormai pronto, per andare ma prima di uscire mi diedi un' ultima occhiata allo specchio. Volevo controllare se era tutto apposto.
-mhhh sei perfetto tesoro-dissi ironicamente da solo. Feci un bel sospiro, presi la mia valigetta ed uscii. Avevo già chiamato un taxi per arrivare tranquillamente sul posto. Quel giorno sfortunatamente c'era traffico e non potei arrivare tranquillamente davanti all'edificio. Dovetti scendere a pochi metri da lì e farmela a piedi. In fondo qualche passo non ha mai ucciso nessuno. Ed eccomi finalmente davanti al palazzo. Davanti al mio sogno. Avevo sempre sognato di diventare qualcuno all'interno di questa azienda e finalmente il mio sogno si poteva avverare. Avevo la mia occasione di realizzarlo, non potevo sprecarla. Entrai immediatamente all'interno e quello che mi trovai davanti fu un grande atrio, immenso con una reception a pochi metri da lì. Mi diressi a passo deciso li e subito chiesi alla ragazza li dove dovessi andare per il mio colloquio. Lei fu molto gentile ed educata, mi indicò nel dettaglio dove dovessi andare, indicandomi per fino gli ascensori per salire più in fretta. Dovevo salire fino all'ottavo piano. Rimasi solo nell'ascensore fino al quinto piano, quando un ragazzo alto e di bell'aspetto salí. Dopo qualche secondo di silenzio, mentre ero assorto nei miei pensieri, lui mi parlò
-sei nuovo?-chiese
-si, cioè sono qui per un colloquio-risposi
-ah capisco, per quale ruolo?-chiese ancora
-per il posto di segretario principale del signor Jeon-risposi
-ho capito, ti do un consiglio-mi disse ed io mi avvicinai per captarlo
-il signor Jeon è un uomo duro all'apparenza, sai il ruolo che ricopre e tutto il resto, ma se lo tratti come una persona normale lui lo farà con te e non ti tratterà male-comtinuò lui
-ti ringrazio, ma come sai queste cose?-chiesi, quando si aprí la porta dell'ascensore all'ottavo piano. Lui si incamminò al di fuori, lasciandomi con la mia domanda irrisolta. Poi però si girò verso di me e disse qualcosa
-senti sei una brava persona ma ora voglio capire le tue doti lavorative-disse
-come scusi?-chiesi confuso
-ah sì giusto non mi sono presentato....io sono il signor Jeon Jungkook, il CEO di questa azienda-disse. Oh mio dio, sono stato con lui nell'ascensore tutto questo tempo e stavo parlando con lui. Che imbarazzo
-allora vieni o no?-chiese ed io uscii dall'ascensore seguendolo. Ero super in imbarazzo, mi volevo sotterrare.
-bene il colloquio è finito, nell'ascensore mi sei piaciuto quindi ora farai il periodo di prova e vedremo come te la cavi-mi disse
-si capo-risposi
-non chiamarmi capo, mi fai sentire come se avessi 50 anni, chiamami Jk o se preferisci kokkie-disse lui. Lo guardai perplesso. Quando siamo entrati così in sintonia e confidenza? Va beh farò come vuole. Voglio troppo questo lavoro.
-va bene jk-rispose accennando un sorriso
-lo sai, hai proprio un bel sorriso-mi disse ed io mi imbarazzai ancora di più
-potresti essere il nuovo volto della nostra campagna-disse. Alzai la testa incredulo, non credevo a ciò che aveva detto
-ehm...non so non sono bravo a recitare-dissi
-tranquillo non devi recitare, saranno solo foto per manifesti che attaccheremo per la citta....niente di più....domani faremo le prove con Oscar, è il nostro fotografo. È bravissimo nel suo lavoro.-disse lui
-ma veramente....io...-cercai di dire ma lui mi zittí
-tranquillo andrai benissimo-disse per poi sorridere ancora. Non sembrava affatto la persona che aveva descritto, ovvero sulle sue e che tratta male gli altri. Non aveva fatto altro che trattarmi bene e sorridermi in continuazione. Forse è gentile con chi è nuovo, vedremo nei prossimi giorni come si evolverà la cosa.

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