non posso crederci

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Lui mi guardò e si avvicinò a me, guandandomi con aria di superiorità
-bene te lo dirò, consideralo il mio ultimo regalo per te-disse lui, appoggiandosi al suo bastone
-va bene...lo considererò come tale, signor Kim-risposi guardandolo con aria arrabbiata
-vedi sono nato qui in Corea ma non ho mai saputo chi fossero i miei genitori, perché sono stato dato in adozione da subito. Chissà perché poi?! Sono cresciuto con la famiglia Kim, persone ottime. Vivevo nel lusso, facevo ciò che volevo, ogni mio desiderio veniva soddisfatto, ma sai...sentivo di non essere parte totalmente di quella famiglia. Queste cose le senti. Quando avevo 15 anni, sono venuto a conoscenza di essere stato adottato ed allora mi sono messo a cercare i miei genitori scoprendo però che erano morti in un incidente qualche anno prima, lasciando un figlio appena maggiorenne. Non potevo crederci. Non avrei mai incontrato la mia vera famiglia. Decisi dopo qualche anno che dovevo conoscere mio fratello, era l'unico che rimaneva del mio passato. Così mi feci assumere nella sua azienda ed iniziai a lavorare fianco a fianco con lui. Il nostro rapporto era bellissimo, eravamo come fratelli. Effettivamente lo eravamo, ma lui ancora non lo sapeva. Un giorno gli ho raccontato tutto e lui mi ha trattato malissimo. Mi ha detto che mi ero inventato ogni cosa e che in realtà lo facevo solo perché volevo una parte della sua azienda. Io non lo volevo, volevo soltanto conoscere mio fratello e stare con lui. A quel punto lui mi odiava. Mi ha licenziato e sono dovuto tornare a casa mia dove ho iniziato a lavorare per il mio padre adottivo. Quando lui è morto, ho ereditato la sua azienda e ho giurato che l'avrei fatta pagare a mio fratello. In quel momento eravamo uno contro l'altro, le nostre aziende erano avversarie e volevo vincere, ormai non vedevo altro che vendicarmi. Lui un giorno, improvvisamente venne da me perché voleva parlare. E lo sai cosa ho fatto?-chiese lui interrompendosi
-non lo so...non lo hai ascoltato?!-risposi
-no, come uno stupido ho deciso di ascoltarlo lo stesso. Mi sono ritrovato ad essere insultato per ciò che ero diventato...come è che mi ha definito?! Ah si...arrampicatore sociale. Non avevo fatto altro che ereditare i beni di mio padre. Da quel giorno lui ha iniziato a sabotarmi in ogni modo per farmi fallire. Io nonostante tutto gli volevo ancora bene e volevo ricoinciliarmi con lui. Poi si è ammalato e volevo andare da lui per stargli vicino, ma lui non ha mai accettato le mie visite. Un giorno mi ha fatto arrivare un biglietto con scritto " vorrei che tu non fossi mai venuto a cercarmi. Sei stato la mia rovina. ". Quando l'ho letto io non ci ho visto più ed ho deciso che non potevo farmi trattare così da lui. Poi lui è morto ed a lasciato tutto al suo secondo genito ed ho deciso di entrare nelle sue grazie per rubargli la sua azienda da sotto il naso. Era un ragazzo ingenuo e troppo giovane, si sarebbe sicuramente affidato a me. Indovina chi è quel ragazzo?!-disse lui con un sorrisetto strano in volto. Capii dopo qualche minuto chi fosse quel ragazzo e sbarrai gli occhi. Non potevo credere a ciò che stava dicendo, non volevo. Non potevo credere che quel ragazzo ero io. Mio padre non aveva mai fatto cenno neanche una volta al fatto di avere un fratello. Mentre ero assorto nei miei pensieri lui parlò ancora
-si jk, sei proprio tu....io sono tuo zio-continuò 
-no non è possibile, mio padre era figlio unico. Non ha mai neanche accennato a dei fratelli o sorelle-risposi fissando il vuoto incredulo di ciò di cui ero venuto a conoscenza
-certo che no, si è sempre vergognato di me...ma è la verita, sono tuo zio e tu mi hai sempre assecondato....è stato troppo facile nipote-mi disse. Jimin mi strinse la mano, capendo che in quel momento mi mancava il coraggio di rispondergli ancora. Sentendo il contatto della sua pelle con la mia, ne ritrovai un minimo.
-quindi...quando mi hai detto che se volevo che jimin sfilasse e che facesse carriera nella mia azienda era meglio lasciarlo..... lo hai fatto per tuo interesse?!-dissi
-ovviamente, volevo dividervi e tu sei stato così stupido da credermi. Stavate diventando troppo uniti e non potevo permetterlo. Se un castello ha anche una regina diventa difficile usurpare il trono del re-continuò. Iniziai a sentire dei brividi lungo il corpo. Una forza si stava impadronendo di me, una scarica di adrenalina stava entrando in circolo nel mio corpo
-E QUESTO TI SEMBRA IL MODO MIGLIORE PER FAR PARTE DELLA TUA FAMIGLIA NATURALE?! SE ME NE AVESSI PARLATO IO TI AVREI ACCOLTO A BRACCIA APERTE COSI JIN, INFONDO SEI NOSTRO ZIO. HAI INVECE PREFERITO CONTINUARE A DUELLARE, PUR DI VINCERE CONTRO MIO PADRE CHE NON PUO PIU DUELLARE. Sai zio, ci credo che mio padre non ti voleva nella sua vita. Sei solo un egoista che pensa per se e non si interessa dei sentimenti altrui.-dissi con aria di sfida
-STUPIDO RAGAZZINO-mi disse per poi sferrare un pugno contro il mio volto, facendomi cadere di faccia sul pavimento. Subito sentii Jimin venire verso di me a controllare lo stato della mia faccia
-sei proprio come lui...non vi interessa la vostra famiglia e i membri che ne fanno parte-mi disse ancora con un tono di disprezzo- ti farò passare la voglia di essere così arrogante e poi penserò a tuo fratello...prendili-disse per poi uscire dalla stanza

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