You are Mine

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CAPITOLO OTTO: "You Are Mine"

Salgo le scale entrando in camera sua. Non lo guardo nemmeno e inizio a parlare

-Io davvero non ti capisco perché te ne sei andato così, potevi almeno salutarla!- gli chiedo subito dopo senza aspettare una sua reazione.

Lo trovo vicino all'armadio con una giacca in mano e l'aria alquanto arrabbiata

-Hei dove vai?- chiedo non capendo il suo comportamento mentre lui chiude l'armadio e si avvicina alla porta

-Esco- dice duro e incredibilmente freddo.

Non è mai stato così distaccato, almeno con me e mi preoccupa questo suo comportamento senza un motivo logico e plausibile. Apre la porta della camera ed esce seguito da me

-Quando torni?- chiedo per le scale

-Non torno- continua con il suo tono

Andiamo in salone e troviamo Harry seduto sul diveno mentre gira con i canali del televisione

-Harry non torno a casa pensa tu a Mary-

Apre la porta d'ingresso e la chiude violentemente facendo tramare anche i muri, si sente il rumore di una macchina che sfreccia poi più nulla. Io intanto rimango li, immobile in attesa di qualsiasi cosa, magari apre la porta e mi dice che è solo uno scherzo e che gli dispiace, ma non lo fa. La porta non si apre e lui se ne andato chissà dove e non si sa quando tornerà, se tornerà. A questo punto non so più a cosa pensare. Non mi ha lasciato neanche il tempo di parlare, mi sento male per questo comportamento. Mi sento prendere i fianchi da dietro, sento un sospiro caldo sul mio collo

-Siamo soli in casa- dice con voce sensuale Harry

Io non ho voglia di giocare e tanto meno di fare qualcos'altro. Lo scanso violentemente, scommetto anche stupendolo per la mia reazione, e salgo le scale per poi chiudermi in camera mia buttandomi sul letto per pensare. Che cosa diavolo è preso a Lou, è la prima volta che lo vedo così e mi ha fatto anche preoccupare, non so a cosa sia dovuto ma glielo chiederò non appena torna e si calma. Mi rialzo sapendo che non c'è soluzione e mi avvicino al secondo cassetto della scrivania, lo svuoto e lo rigiro trovando un pacco di sigarette e un accendino attaccati con lo schock. Prendo il pacchetto e ne estraggo una sigaretta portandola alla porta per poi accenderla, mi avvicino alla finestra e la spalanco per far entrare aria e far uscire la puzza del fumo. Non fumo molto, solo quando sono nervosa o arrabbiata, questa volta non so veramente il motivo so solo che ne ho bisogno. Mi lascio scivolare sulla parete accanto alla finestra e continuo a inspirare il fumo che mi rilassa, chiudo gli occhi per dimenticare tutto quello che c'è fuori. I miei genitori che non sono mai presenti, Louis e il suo comportamento che non ha mai avuto con me, Harry e i suoi giochetti, Liam e le sua gelosia e possessività, Eleonor e da come è cambiata, e tutto il resto. Sono racchiusa tra i miei pensieri e non mia accorgo che qualcuno si è seduto accanto a me

-Io ho detto che non fai altro che sorprendermi- inizia sarcastico ma io non rispondo

-Che c'è?- chiede in un tono per niente premuroso

-Vattene- esclamo portando la sigaretta alla bocca

-Perché dovrei?- continua divertito

-Perché per te sono solo un gioco e io non voglio avere nulla a che fare con te. Odio i giochetti, io non sono come le altre- dico guardandolo negli occhi

-Non sei un gioco- scoppio in una risata nervosa, mi alzo buttando la sigaretta ormai finita dalla finestra per poi chiuderla

Si alza anche lui osservandomi e si siede alla punta del letto; mi fa segno di avvicinarmi con la mano

-Vattene- dico mettendo il cassetto a posto

-No- dice in un tono che non mi piace affatto

Si alza e mi raggiunge

-Non decidi tu qui- mi dice serrando la mascella e i suoi occhi diventano scuri, come al parco

-Non sono di tua proprietà- ribatto scontrosa.

Mi prende per le braccia con mia grande sorpresa e mi sbatte con violenza contro il muro ma non mi fa tanto male

-Qui decido io- mi guarda con occhi cupi che mi fanno molta paura.

Prima era così dolce e gentile ora è diventato un altra persona, è aggressivo e mi mette davvero paura. Non sembra lui, è come se è posseduto. Non lo riconosco più

-Tu sei MIA- continua con voce profonda e stringe la presa sulle mie braccia facendomi gemere per il dolore

-H-harry mi f-fai p-paura- dico con voce tremante mentre le prime lacrime iniziano a scendere dai miei occhi.

Lui sembra percepire la mia paura e molla la presa dalle mie braccia allontanandosi e osserva le sue mani per poi riportare il suo sguardo su di me come dispiaciuto

-S-scusa- dice cercando di avvicinarsi, ma io mi allontano prontamente per paura

Porto lo sguardo sulle mie braccia e lo fa anche lui, sono rosse e molto probabilmente usciranno anche dei lividi

-Mary- cerca di avvicinarsi nuovamente

-Vai via- dico iniziando a piangere

-Non ti faccio niente- mi porge la mano ma io scuoto la testa in senso di negazione mentre mi appoggio al muro tremando

-Vattene per favore- esclamo con voce rotta dal pianto, lui annuisce e sta per uscire dalla camera

-Sono in camera mia se hai bisogno di qualcosa- mi dice guardandomi dispiaciuto e poi chiude la porta alle sue spalla.

Scoppio in un pianto disperato quanto liberatorio. Mi appoggio al muro e scivolo rannicchiandomi come per proteggermi da mondo che mi circonda, non capisco cosa è successo per far scattare Harry in quel modo. Prendo il telefono e compongo il numero di mio fratello, dopo alcuni squilli sia attiva la segreteria telefonica che mi prega di lasciare un messaggio vocale

-Lou sono Mary- dico iniziando a piangere ancora di più

-Non so dove sei ma torna, ho bisogno di te- concludo chiudendo la chiamata e continuando a piangere.

In questo momento ho solo bisogno di mio fratello e di stare tra le sue braccia mentre mi dice che va tutto bene. Ma lui non è qui.

You Are ProblemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora