Le cose a proprio posto

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CAPITOLO TRENTA: Le cose a proprio posto

Mi sveglio con un'enorme sorriso sulle mie labbra e con la luce che mi illumina il viso. Inizio la mia routine prima di andare a scuola. Mi faccio una doccia, mi asciugo i capelli, mi vesto con un semplice jeans chiaro, una felpa di mio fratello rossa della Nike (che gli va piccola) e converse nere. Faccio colazione velocemente perché voglio arrivare presto a scuola. Decido di non aspettare i ragazzi oggi, tanto sanno la strada. Prendo un biglietto e scrivo

"Sono uscita presto per andare a scuola... devo sistemare delle cose! Ci vediamo li'. MaryXX"

così almeno non li faccio preoccupare. Prendo lo zaino e poi esco di casa. Quando arrivo all'edificio non c'è nessuno, a parte qualche secchione su qualche panchina o negli spalti del campo sportivo a ripetere qualche lezione, altri saranno nella libreria o dentro già nelle classi. Non sono mai voluta arrivare prima perché non ho niente da fare e preferisco passare del tempo con i ragazzi prima di seguire le lezioni piuttosto di ripetere. Sono arrivata prima solo perché so' che Liam è uno dei primi ad arrivare. No perché sia un secchione ma la madre lo chiama di prima mattina quando va al lavoro e invece di stare a casa viene a scuola e aspetta finché non arrivano gli altri. Cerco per tutto l'edificio ma sembra che non ci sia, entro anche in qualche classe e chiedo se c'è qualcuno se l'ha visto ma niente. Cammino per i corridoi e lo vedo in lontananza davanti al suo armadietto mentre lo apre. Mi avvicino lentamente a lui nervosa e imbarazzata

-Ciao- gli dico timidamente

-Che vuoi?- domanda freddo

Il suo volto ha dei lividi che sembrano siano stati nascosti con del fondotinta, ma sono comunque evidenti, almeno io che so' dove guardare li vedo. Sospiro

-Sono qui per scusarmi- abbasso la testa

-Fiato sprecato- chiude l'armadietto facendo rumore e si allontana

-Avanti Liam, almeno ascoltami- lo fermo

-Ascoltiamo le tue bugie- dice duro

-Bugie?- m'incazzo più di lui

-Io ti ho sempre detto che non provavo lo stesso per te e tu hai sempre voluto insistere. Anche quando mi hai baciato io te l'ho detto e tu mi hai risposto che ti andava tutto bene. Io non ti ho mai illuso quindi qui la bugiarda non sono io- inizio gridando

Per fortuna non c'è nessuno nel corridoio

-Volevo solo chiederti scusa perché avrei dovuto dirti subito che provo qualcosa per Harry e volevo chiederti scusa anche per quello che è successo ieri e che ha fatto Harry... lui è troppo orgoglioso e non lo farà mai- termino

Questa volta è lui ad abbassare la testa

-Mi dispiace, è che...- sbuffa

-E' stata anche colpa mia e lo so, sono io che dovrei chiederti scusa- continua guardandomi

-Non importa... Amici?- gli chiedo quasi supplichevole

-Amici- mi sorride e poi ci abbracciamo

-C'è la ragazza giusta per te da qualche parte, devi solo aspettare- gli sussurro dolce

Ci stacchiamo da quell'abbraccio e gli sorrido

-Ora vado in giro a fare altre scuse a chiarire delle faccende- mi guarda strano

-Perrie- menziono

-Si ho visto una certa sintonia tra lei e Zayn- alzo le spalle

-Sono d'accordo- annuisce

-Parlerai anche con Eleonor?- continua sospiro più volte

-Devo farlo, tu non l'hai vista. Ci vediamo sempre meno, non parla quasi mai. Si veste con vestiti larghi per non farlo arrabbiare e credo che ci sia di più- scende una lacrima

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