8 dicembre 2017
Caro diario, è da un po' che non sfoglio le tue pagine e non aggiorno la mia storia, ed ora che faccio caso alla data noto che è passato un anno esatto da quando ho scritto per la prima volta i trascorsi della mia vita... un anno in cui tutto quello che ti ho sempre raccontato è stato stravolto completamente dalla realizzazione di un sogno che mai credevo potesse avverarsi... chi lo avrebbe mai detto!
Un anno, sì, ma fatto ahimè di alti e bassi e purtroppo conclusosi senza un lieto fine, perché come dicevo non è stato un buon periodo...
No.
Sono stata costretta a tornare a casa, e come se non bastasse ad attendere il mio ritorno, fuori dall' aeroporto nascosto dietro ai tergicristalli che lottavano con la pioggia che si scagliava incessante sul parabrezza, mi sono ritrovata niente di meno che Riccardo.
Sì, proprio lui... ed è strano pensare che in quel momento forse non poteva esserci persona migliore... Assurdo, eh?!Ho dovuto dire per sempre addio a Tom e purtroppo non solo a lui, sono tornata a quella che era la mia vita prima della convention, sono tornata a quella che non è, e non sarà mai più la stessa e ci son dovuta tornare nella maniera peggiore che mi potesse capitare...
Ottimo inizio, vero?
A quest'ora lui si trova in Argentina per una nuova Convention, ma ad essere onesta non riesco più a seguirlo dai social in tutti questi nuovi spostamenti e non perché mi manchi il tempo, semplicemente non ce la faccio...
Sono felice del fatto che però almeno ad Auckland sia stato raggiunto dal fratello Ashley e che nei giorni precedenti sia potuto stare in compagnia di alcuni dei suoi familiari a Londra, visto che il nostro non è stato un addio facile da digerire... Almeno quei giorni liberi che gli restavano non li ha trascorsi da solo a Praga, e sapere di questo, rende le cose meno difficili da sopportare.Ora però non mi va di pensarci troppo, ho prima bisogno di raccontarti ciò che è successo dopo quella discussione e conservare in queste pagine gli ultimi momenti più o meno belli vissuti con Tom... Almeno così quando ne sentirò la mancanza e un giorno tornerò a sfogliare e rileggere le tue pagine, avrò conservato ogni singolo momento trascorso con lui e ricorderò che per qualche tempo il mio Sogno è stato reale.
Quel pomeriggio, dopo essermi allontanata a mia volta fuori in balcone e sfogata al telefono con Hanna raccontandole quanto fosse successo (come ben sai), nel rientrare in camera trovai Tom sul divano a riposare. Decisi quindi di andare in camera da letto, prenderti dalla borsa in cui ti custodivo gelosamente, sedermi su quella comoda poltroncina bordeaux situata nell'angolo della stanza e dopo essermi rannicchiata comodamente tirando su le gambe, iniziai a scriverti per raccontarti prima la magnifica esperienza che avevo vissuto con lui per poi arrivare al punto in cui il racconto è terminato. Avevo bisogno di svagarmi e allo stesso tempo rilassarmi dopo quel momento di tensione che c'era stato e avrai intuito che scrivere mi aiuta molto.
Credo che passò abbastanza tempo: solitamente non mi rendo conto per quanto vado avanti a scrivere fino a quando non mi fa male la mano, e quel giorno ricordo che mi doleva tantissimo, non tanto per le numerose pagine scritte, ma per la pressione con la quale avevo iniziato a calcare nel momento in cui ti raccontavo della discussione in merito alla mia partenza. Infatti, puoi notare come il colore dell'inchiostro sia più marcato e puoi anche vedere i solchi che incidono le tue pagine, come abbiano quasi bucato il loro sottile spessore. A rovinare il tutto poi c'è la sbavatura blu trascinata un po' dalla mano sinistra con cui scrivo (ormai carica di colore) che dalle gocce delle lacrime che inevitabilmente ricadevano sui tuoi fogli immacolati.
Ad ogni modo, dopo terminato il racconto, essermi sgranchita le gambe ed aver stiracchiato per bene la schiena ormai dolente, andai in bagno per sciacquare il viso e donare un po' di sollievo ai miei occhi rossi e gonfi. Una volta ripresa la calma emotiva e soprattutto un aspetto meno spento, ancora immersa nella quiete dalla stanza, avevo deciso di uscire per andare a fare una passeggiata nell'enorme giardino dell'albergo, ma una volta varcata la soglia della vetrata che divideva la camera da letto dal soggiorno, notai il divano sul quale avevo lasciato Tom riposare vuoto. Pochi secondi dopo vidi controluce la sua figura di spalle, t-shirt rosa e pantaloni bianchi, poggiata all'anta della finestra che dava sul balcone.
Sono rimasta ad osservarlo per qualche secondo, prima di decidere se ignorarlo lasciandolo ancora un po' a sbollire la rabbia e delusione che in quel momento provava per me e uscire dalla stanza (scappare ancora una volta) o se restare lì con lui ed affrontare la cosa magari con più calma.

STAI LEGGENDO
Sognando Felton
Fanfiction"Resta con me!" "Non posso... non ora" Ho sempre scritto un diario, fin da quando ero bambina ho racchiuso su delle pagine bianche i miei segreti, i miei tormenti, i miei desideri, le mie speranze... I miei momenti tristi e quelli felici, le esperie...