Arrivederci...

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Al rientro da quella meravigliosa serata e ancora sognante per quel romantico momento trascorso insieme, mano nella mano con le mie dita intrecciate a quelle di Tom desideravo impaziente il rientro in camera per poter riprendere da dove avevamo interrotto!
E invece, non immaginavo quello che sarebbe successo di lì a poco...

Varcammo la soglia dell'albergo, e come al solito mentre attendevo l'arrivo dell'ascensore, Tom andò a ritirare la chiave in reception per rientrare in camera.
Sarebbe stata sicuramente una nuova notte carica di passione: già pregustavo quello che sarebbe accaduto appena chiusa la porta alle nostre spalle, vista l'eccitazione che aveva scombussolato entrambi nelle ore precedenti!
Non ti ho raccontato infatti del momento in cui mentre eravamo in ascensore, durante la discesa rapida di quei sei piani, la mano di Tom che prima mi cingeva un fianco, non perse tempo a fare la stessa cosa per poi accarezzare il mio fondoschiena fasciato da quell'aderente tessuto nero, mandandomi letteralmente in escandescenza, o di come i suoi occhi andassero a fuoco quando spesso e volentieri durante la cena facevano sosta lì dove il mio abito si apriva in una generosa scollatura...

Aggiungerei anche l'importante dettaglio che il suo odore e il suo corpo aveva sul mio!
Quando Tom era stretto a me durante la traversata e mi sfiorava il collo o il lobo dell'orecchio il suo profumo e il contatto che si creava con lui mi mandava totalmente in tilt.
Oh sì!
Sarebbero state scintille quella notte, se solo non fosse successo quello che ora andrò a raccontarti...

Oh sì! Sarebbero state scintille quella notte, se solo non fosse successo quello che ora andrò a raccontarti

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Quella sera Tom ci mise più del solito, quindi decisi di raggiungerlo per capire cosa lo stesse trattenendo. Quando mi avvicinai lo trovai intento a parlare di qualcuno che aveva chiesto di noi.
Avendo perso parte della conversazione, giustamente fui convinta che si trattasse di George e Sebastian che durante la mattinata erano passati a cercarci, ma quando mi avvicinai il ragazzo delle reception con aria abbastanza turbata consegnò un biglietto indirizzato a me.

Era un messaggio da parte di Hanna.
Non diceva molto, semplicemente aveva chiesto di riferirmi che non appena fossi rientrata dovevo tornare reperibile al cellulare per una questione importante.
Appena lessi quelle poche righe, scattò in me qualcosa che non presagiva nulla di buono... Hanna era l'unica che sapesse in quale albergo alloggiassi con Tom, e ok che avevo ignorato il cellulare per tipo mezza giornata, ma per essere arrivata al punto di cercarmi con una tale insistenza voleva dire che qualcosa non andava!

Salimmo immediatamente in camera, e mai come quella volta l'ascensore sembrò metterci un'eternità per raggiungere il piano desiderato.
In altre circostanze quell'attesa sarebbe stata sicuramente sfruttata abilmente, ma in quell'occasione lo sguardo turbato di Tom che ovviamente, non aspettandosi quel colpo di scena non sapeva cosa pensare, e il silenzio che aleggiava in quell'abitacolo non fecero che mettermi sempre più ansia.

Quando recuperai il cellulare, come se non bastasse lo trovai spento!
Molto probabilmente si era scaricato a causa delle numerose chiamate ricevute per l'intero arco della giornata, e fu snervante attendere il lento riavvio una volta messo sotto carica.
Una marea di notifiche invase quel dispositivo nell'istante in cui tornò a funzionare e in un primo momento non feci che imprecare contro le numerose chiamate perse che affiorarono nel registro, dando per scontato di chi fossero.
Quando però prestai attenzione e vidi che la gran parte di esse non erano di lavoro, ma che provenivano da numeri a me familiari, cominciai ad agitarmi...

Sognando FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora