We're just two ghosts standing in the place of you and me.

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Consiglio l'ascolto di questa canzone per il capitolo! 

Gilbert aprì lentamente gli occhi, infastidito dalla luce del sole che filtrava dalle tende. Aveva odiato quell'appartamento dal primo momento in cui vi aveva messo piede. Era tutto troppo stretto, la cucina era inutilizzabile, il letto scomodissimo e il bagno minuscolo.

White Sands era una piccola cittadina vicino Charlottetown, talmente piccola che erano bastate poche ore perchè Gilbert fosse conosciuto da tutti. Se a Charlottetown si sentiva osservato al microscopio, qui si sentiva direttamente un uccello in gabbia.

Per un anno intero non era uscito da quel borgo, a Bash aveva detto che era per il lavoro, ma in realtà aveva solo paura di andare ad Avonlea, dove avrebbe dovuto affrontare una certa ragazza dai capelli rossi. Persino a Natale era rimasto da solo in casa, senza nemmeno un regalo o un albero decorato. Tutto era così triste da quando Anna non c'era più.

Lei illuminava le sue giornate, colorava anche i giorni più tristi e angoscianti...

Gilbert sospirò sonoramente, scostando le coperte dal suo corpo ancora addormentato. Non lo negava a sé stesso: erano molti i momenti in cui immaginava di essere con Anna, soprattutto la sera o al mattino. Si sentiva talmente solo che certe volte immaginava di essere stretto tra le sue braccia, mentre lei gli accarezzava i capelli baciandolo con la solita passione.

Gilbert sentì una scarica di calore pervaderlo al solo pensiero della ragazza, la stessa ragazza che quel giorno avrebbe rivisto dopo un anno.

Come sarebbe stata? Avrebbe avuto i capelli più lunghi? Più rossi? Sarebbe stata più alta? Più bella?

No, Anna era già bellissima, Gilbert non riusciva a immaginarla più bella di com'era...

Dopo essersi schiaffeggiato mentalmente per quei pensieri, decise di alzarsi e prendere il suo solito caffè. Le sue abitudini in quell'anno non erano cambiate.

Lui non era cambiato.

Fare l'insegnante lo aveva aiutato molto, specialmente stare a contatto con i bambini lo aveva aiutato a guarire il suo cuore spezzato.

Aveva avuto problemi solo con alcune ragazze dell'ultimo anno che aveva beccato a fantasticare su di lui dopo le lezioni. Non si era mai sentito così in imbarazzo leggendo dei semplici bigliettini...

Nonostante tutto, però, aveva sempre trovato il tempo di scrivere ad Anna. Ogni fine settimana le raccontava ciò che aveva fatto e cosa avevano fatto i suoi alunni per farlo arrabbiare...non poteva negare di provare un certo piacere nel raccontare alla ragazza ciò che le sue alunne dicevano e immaginavano su di lui, sperava in un certo senso che la avrebbe resa gelosa.

Ma in cuor suo Gilbert sapeva che quelle lettere sarebbero state sconosciute agli occhi di Anna. Sarebbero restate in qualche polveroso cassetto per sempre o direttamente a bruciare tra le fiamme, come l'ultima volta...

Il suo treno partiva a mezzogiorno, ebbe il tempo necessario per un bagno, per sistemarsi e per prendere tutta la sua roba. Avrebbe finalmente detto addio a quel sudicio appartamento.

Indossò i vestiti che lo avevano accompagnato durante la sua esperienza da insegnante: pantaloni neri, stivaletti dello stesso colore, camicia bianca con bretelle, gilet nero, giacca e cravatta.

Gilbert Blythe non era più un ragazzino. Adesso tutti lo ammiravano come se fosse un uomo maturo e i suoi metodi di insegnamento erano stati molto apprezzati, soprattutto dalle madri progressiste di White Sands, le cui riunioni si basavano soltanto su un argomento: l'affascinante insegnante di campagna.

Chiamatemi Anna [QUINTA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora