Chiamatemi Anna [QUINTA STAGIONE]

You pierce my soul. I am half agony, half hope.

Canzone per il capitolo: Ultraviolence, by Lana Del Rey. Consiglio l'ascolto soprattutto verso la fine!

"Lo sapevo. Avrei dovuto mandarti in collegio quando ne avevo l'occasione!" urlò il padre di Roy sbattendo il pugno sul tavolo, facendo spaventare persino suo moglie. "Ma cosa ti salta in mente? Vuoi rovinare la reputazione della nostra famiglia per caso?"

"E da quando io farei parte di questa 'famiglia'?" rispose Roy con tranquillità.

Avrebbe potuto urlare, ma sapeva bene che il suo essere così pacato avrebbe irritato suo padre ancora di più. In un certo senso si stava anche divertendo.

"Da quando vi importa ciò che faccio o chi frequento? Per tutta la vita non avete fatto altro che infischiarvene di me, lasciandomi solo anche nei momenti in cui avevo bisogno di voi!"

"Eravamo venuti qui perchè Aline ci ha chiamati qualche giorno fa. Ci ha fatti riflettere e abbiamo compreso di avere esagerato a tavola con la tua fidanzata. Eravamo venuti per parlarne con te, per scusarci con lei, e invece ti troviamo qui, in camera tua, a baciare un...ragazzo!?" gridò l'uomo ormai esasperato.

Sua madre era seduta sulla poltrona ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto mentre Aline si sentiva terribilmente in colpa per non averli fatti prima bussare....ma nemmeno lei, dopo l'ultima conversazione che aveva avuto con suo fratello, avrebbe mai potuto immaginare di trovarlo in una tale situazione.

Doveva andare a casa di Josephine Barry in primo luogo per dire a Cole che tra loro non c'era niente...ma evidentemente i sentimenti avevano avuto la meglio su entrambi.

Cole era rimasto seduto per tutto il tempo accanto a lui. Non sarebbe mai dovuto andare a trovarlo...era colpa sua se adesso il rapporto con i suoi genitori sarebbe stato rovinato per sempre.

"Mettiti la testa a posto Royal e vedi di sposarti! Da oggi farai meglio a trovare un lavoro prestigioso perchè non potrai più contare sul nostro supporto economico. Non lo meriti. Hai deciso di vivere una vita 'libera'? Lontano da noi e dagli affari? Mi stava bene all'inizio, ma adesso non più ...non voglio nemmeno pensare a come la nostra reputazione si infangherebbe se si scoprisse questa cosa. A te la scelta: stai dalla nostra parte...o vattene. Fatti la tua vita, stai con chi vuoi, ma sarai sempre una persona mediocre. Nessuno si ricorderà mai di te."

"Non mi spaventano più le vostre minacce. Prendetevi tutto, spogliatemi di tutti i miei averi. Io sono questo qui, che vi piaccia o no. Questa è casa mia, appartiene a me dal giorno in cui sono diventato maggiorenne. Non potete portarmela via."

"Tieniti pure le mura, figliolo" disse suo padre "Ma è tutto ciò che possederai da oggi in poi."

E fu così che crollò il mito di Royal Gardner. Il ricco, raffinato e prestigioso Royal Gardner.

I suoi genitori non erano persone da sottovalutare e, proprio come lui, avevano il superpotere di mantenere ogni promessa fatta. A Roy restò la sua grande casa, è vero, ma tutto il resto era andato...i soldi che i suoi genitori gli mandavano continuamente erano spariti nell'aria come fumo, rendendolo tale e quale agli altri.

Adesso tra lui e Gilbert non vi era alcuna differenza nemmeno a livello sociale. L'unica differenza era che mentre Gilbert Blythe era destinato a diventare un medico di successo, lui era semplicemente Roy, che guardava al suo futuro con incertezza.

"I soldi non fanno la felicità" sussurrò a sè stesso non appena i suoi se ne furono andati

"Roy...io...io non so cosa dire, mi dispiace, è stata-"

"No, Cole. Non preoccuparti...non ce l'ho con te. Ho sempre saputo che non facevano altro che cercare una scusa per tagliarmi fuori definitivamente. A loro non importa davvero di me, non importa di te, né tantomeno di Anna. In questo modo i soldi che si sentivano obbligati a darmi ogni mese potranno spenderli a loro piacimento. Diventerò un insegnante, proprio come ho sempre voluto, e a quel punto avrò la mia indipendenza."