21.

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Cinque giorni, cinque giorni erano passati da quando l'aveva visto l'ultima volta ed aveva lasciato la sua camera. La sua camera in cui si era rinchiusa da quel giorno, non era uscita nemmeno per sbaglio si era finta malata solo per non incontrare nessuno. Era rimasta lì, con i suoi pensieri che la tormentavano, i sogni che la perseguitavano di cui ogni sera era presente sempre e solo lui. Lui. Colui che ormai era il centro fisso dei suoi pensieri, sentiva ancora la sua voce di quando quel tardo pomeriggio gli aveva sputato tutte quelle parole, quelle parole, quelle mezze dichiarazioni, quei mezzi sentimenti a cui lei non aveva saputo rispondere e l'aveva lasciato andare via senza fermarlo e ne cercalo. Tutta la settimana aveva pianto poi riso contemporaneamente, aveva anche iniziato a parlare da sola, e se qualcuna l'avrebbe sentita o vista avrebbe di certo affermato che Hermione doveva essere rinchiusa in qualche ospedale psichiatrico. Ginny la sua coinquilina, non c'era quasi mai, tornava solo per una doccia a cambiarsi, oppure prendere i libri e andava a lezione o da Blaise. All'inizio gli aveva domandato perché non tornasse a lezione oppure non c'era mai in sala grande per i rispettivi pasti, ma Hermione gli aveva semplicemente chiesto di lasciarla da sola, e Ginny aveva capito, aveva capito che a lei gli serviva tempo, tempo di capire e riflettere, quindi si faceva vedere di raro, assicurandosi che Hermione avesse almeno mangiato qualcosa, ma poi la lasciava sola intera giornata ed anche di sera. La sera, era la parte più difficile della ragazza, ogni qual volta che chiudeva gli occhi, si ritrovava lui davanti i sogni erano alternativi metà belli, metà brutti ed Hermione come un orologio puntuale, alle cinque del mattino si ritrovava sveglia, vigile senza richiudere occhio, con uno schiocco richiamava un elfo dalla cucina facendosi portare un the, e una volta avuto la sua bevanda si sedeva sulla panca della finestra ad osservare il panorama, e l'alba del nuovo giorno che sorgeva. Quella mattina però, dopo cinque giorni aveva deciso di prendere aria, di uscire da quelle quattro mura che oramai era assicurato che tra li ad altri due giorni l'avrebbero fatta diventare pazza, e stando molta attenta a non incontrare nessuno, si era diretta a passo svelto nella parte meno vista del cortile, seduta sulla panchina a respirare finalmente l'aria. Ma quel senso di pace era durato fin troppo, per sbaglio, solo per un piccolissimo sbaglio aveva chiuso gli occhi, e davanti a lei era apparsa l'immagine del ragazzo, ritrovandosi di nuovo persa nei pensieri e persa in lui, e per l'ennesima volta le lacrime erano iniziate a scendere senza sosta. Non che non gli importasse chi la vedesse in quel momento, ma sapendo che in quel preciso istante tutti erano a lezione, si era liberata lasciandole uscire senza sosta.

''Hermione?'' La ragazza si voltò di scatto verso la voce alla sua destra, Harry era lì a due passi da lei che la guardava stranito, Hermione con la manica del mantello si asciugò le lacrime, prima di sussurrare un semplice ciao. Il ragazzo si fiondò subito al suo fianco, sedendosi.

''Ehy.'' Gli disse Harry, prendendo una delle sue mani e iniziò ad accarezzarla come per confortarla, Hermione aveva lo sguardo rivolto verso i suoi piedi, mentre piangeva in silenzio.

''Come stai?'' Azzardò il ragazzo.

''Sono stata meglio.'' Sussurrò la ragazza, strinse la mano di Harry nella sua.

''Hermione, ascoltami..'' il ragazzo iniziò a parlare ''So che stai attraversando un periodo difficile, e devo dirti che non ti riconosco più..'' la ragazza senza girarsi verso di lui, gli strinse di nuovo la mano ''Dov'è finita quella ragazza cosi forte, testarda e capace di affrontare tutto?'' Domandò. Hermione alzò la testa verso il giardino, smorzando una risata di nervosismo.

''Non esiste più Harry.'' Rispose la giovane.

''Io invece dico di si..'' continuò il ragazzo ''Partiamo dal presupposto che questa situazione a me non piace..'' iniziò il ragazzo ''Non so come sia successo, che voi due vi siete avvicinati, non so nemmeno come vi siete ritrovati in questo modo. Ma devo dire che anche se è sempre il solito insopportabile, arrogante viziato furetto di sempre..'' Hermione buttò lo sguardo verso l'amico ridendo, per le sue ultime parole. ''Ho capito che infondo gli piaci sul serio, lo vedo da come ti guarda, dal modo in cui si comporta con te, e soprattutto nel modo in cui vuole prendersi cura di te.'' Harry azzardò a prendere anche l'altra mano della ragazza, facendola voltare quel poco che bastasse verso di lui. La ragazza lo guardava con gli occhi pieni di lacrime e le labbra che gli tremavano ''Capisco che sei frenata, non ti fidi di lui, e lo capisco in parte sai? Stiamo pur sempre parlando di Malfoy. Ma credimi se ti dico questo, è cambiato. Anzi posso dire con te sia cambiato più che altro. E credo che almeno in parte dovresti lasciarti andare, so benissimo come ti senti, e credo che dovresti almeno provarci. Provaci, lasciati andare, vivila. E se caso mai non andrà come dovrebbe andare, la vita continua. E io sono sempre pronto a schiantarlo.'' Finì Harry con un sorriso di incoraggiamento.

''Oh, Harry.'' La ragazza gli buttò le braccia al collo, stritolandolo in un abbraccio, il ragazzo ricambiò. Ma subito Hermione, tornò alla sua posizione principale, si voltò verso il giardino con lo sguardo sui suoi piedi, e con le lacrime che gli iniziarono a scendere. Il ragazzo portò una mano sulla sua nuca, accarezzandole i capelli.

''È tremendamente difficile Harry.'' Iniziò Hermione ''Non è il fatto che io non mi fida di lui, sono i miei sentimenti per lui che mi fanno paura. Non li ho mai provato prima d'ora, e mi sento risucchiata da questo. Una parte di me vuole provarci, l'altra mi trattiene.''

''E sai che questa parte che ti trattiene, ti sta facendo solo del male?'' Continuò Harry, la ragazza annui.

''Hermione.'' La ragazza si pietrificò, Draco era li a pochi passi da lei. Non alzò lo sguardo verso di lui, ed il ragazzo si avvicinò ai due.

''Cos'è successo?'' Domandò, Hermione strinse la mano ad Harry, come segno di non rivelargli nulla.

''Non lo so, lo trovata cosi.'' Fù la risposta di Harry. Il biondo, s'inginocchiò davanti alla ragazza posandogli le mani sulle ginocchia, guardandola in viso. Harry lasciò subito la mano di Hermione spostandosi un po più di lato.

''Cos'è successo Hermione?'' La ragazza non alzò lo sguardo dai suoi piedi, continuava a non rispondere ma non badò alle lacrime che gli continuavano a scendere, anche se lui era li davanti a lei.

''Hermione.'' La richiamò di nuovo, portò le mani su quelle della ragazza prendendole tra le sue, e lei lo lasciò fare. ''Ti prego Hermione, dimmelo.'' Insisti il ragazzo. ''Qualcuno ti ha fatto qualcosa? Qualcuno ti ha toccata?'' La ragazza scosse la testa, e il ragazzo continuò. ''Ti prego Hermione, dimmelo. Non riesco a sopportare di vederti cosi. Mi sento male anch'io.'' La ragazza in risposta gli strinse le mani, lui si portò le mani alla bocca, lasciandogli lievi baci, ''Ti prego Hermione, parlami.'' Continuò finché la ragazza non alzò lo sguardo verso di lui. Harry a loro fianco li guardava in silenzio, studiandoli, e non appena vide i due ragazzi guardarsi in quel modo, capi che tra i due ormai qualcosa era nato.

''Io..'' iniziò Hermione ma prima che potesse solo dire qualcosa una voce alle loro spalle li distrasse.

''Che cazzo sta succedendo qui?''

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Cosa succederà oraaaa?

Spero che la storia vi piaccia. :)

TROUBLE. - DRAMIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora