Barlow(s)

285 12 71
                                    

Dopo aver fatto per la ventunesima volta la scena quarantadue, i ragazzi poterono passare alla quarantatreesima. «Ragazze, me ne vado prima che i miei si preoccupino, credo, per la mia assenza» spiegò Courtney alzandosi velocemente e salutando le amiche. «A stasera» salutò Bridgette. «Raccontatemi tutto» disse Gwen per poi girarsi verso Bridgette. «Raccontami tutto che questa non mi dirà nulla» sussurrò alla bionda. Courtney le lanciò un'occhiataccia e poi se ne andò. Alejandro la vide e decise di seguirla. «Serve un passaggio?» domandò affiancandola. «Ah sei tu» disse lei andando più velocemente. «Chi pensavi fosse? Il tuo amato?» domandò ridendo. «Ovviamente, penso sempre a lui. Come tu pensi Heather, dall'altra parte» disse lei sottolinenando l'ultima frase. Alejandro decise di smetterla con la storia di Nelson e andò nella macchina, mettendola in moto e facendo cenno alla cugina di salire. Lei aprì lo sportello ed entrò nella macchina cominciando a guardare fuori al finestrino, come suo solito. «A che ora uscirete?» domandò Alejandro. «Sette» affermò lei. «I tuoi ti lasciano andare da Bridgette?» domandò sottolineando le ultime due parole. «Sì, hanno acconsentito» disse sconvolta quanto lui. «Siamo arrivati» disse lui facendole cenno di scendere. «Non sia mai a non ripresentarsi a scuola dalla Wilson» disse lei uscendo e prendendolo in giro. «Non divertiti troppo stasera» urlò lui. «Ti racconterò ogni singolo dettaglio» scherzò lei che sapeva quanto il cugino odiasse i racconti personali. «Oh per favore, no!» urlò lui quando la macchina era già partita. La ragazza aprì la porta e fu sollevata dal fatto che i genitori non fossero ancora tornati. A volte si domandava se a loro davvero importasse di lei. Forse a loro importava solo di Courtney Emilie-Claire Barlow, la primogenita, l'erede, quella che avrebbe dovuto diventare un avvocato come loro, quella che doveva sempre fare bella figura, indossare gli abiti migliori, parlare nella maniera più consona, mai trasgredire le regole e frequentare gente alla sua altezza. Per lei il futuro, o per meglio dire, i suoi genitori, aveva in serbo il figlio di un giudice o di un avvocato o magari di un medico. Nonostante il suo aspetto non molto curato e il suo carattere davvero brutto, Harold Froud sarebbe stato il marito perfetto, poiché figlio di un importante dottore. Non le era concesso divertirsi, il suo unico divertimento era parlare con le amiche nei corridoi della scuola. Non le era concesso uscire. Infatti, si stupì quando le fu acconsentito di passare la notte da Bridgette. Immaginate se scoprisse che la loro cara Courtney sarebbe uscita con:
1) un attore;
2) maggiorenne;
3) più grande di ben sei anni;
4) dai capelli tinti;
5) i piercing;
6) vestito con uno stile punk;
7) fumatore;
8) bevitore;
9) dall'aspetto da carcerato.
Direi che ha proprio le carte in regola. «Siamo tornati» disse la signora Barlow rompendo il silenzio. Courtney si alzò e andò a preparare la tavola per il pranzo che, il sabato, si teneva alle 12.30 precise. «Dovremmo assumere un altro maggiordomo e un'altra cameriera» sentì il padre borbottare. «Non capisco perché quei due se ne siano andati» si domandò la signora Barlow. «Mamma... Lui l'aveva messa incinta» le ricordò Courtney. «Proviamo a chiamare questi» disse il padre leggendo un numero da un elenco telefonico. «Almeno avrò compagnia» pensò Courtney finendo di mettere i piatti per poi passare alle posate. Si misero a tavola e consumarono il pasto freddo comprato in precedenza dai due. I grandi avvocati Barlow, sembravano una famiglia felice ma in realtà avrebbero anche divorziato se ne avessero avuto l'occasione. Entrambi uniti da un matrimonio combinato, senza amore. A volte, Courtney pensò a quanto brutto fosse che lei era solo frutto di quel non-amore, nata solo per far continuare la generazione dei Barlow. Nonostante ciò, però, non si era mai ribellata. Non avrebbe mai scelto un ragazzo fuori dagli standard dei suoi, non avrebbe mai indossato una gonna più corta, non avrebbe mai deciso di divenire una cantante o una cameriera. Lei era Courtney Emilie-Claire Barlow, destinata ad una vita infelice come i suoi avi. Avrebbe indossato quello che volevano i Barlow, avrebbe avuto successo come avvocato come i Barlow, avrebbe sposato il figlio di qualcuno importante, sempre senza amore, e da quella triste unione sarebbe nata un'altra preda dalla vita infelice, condizionata da quella che Courtney definiva "barlownizzazione".

angolo autrice

angolo autrice eliminato per ansia

the end
basta
mi rompo di scrivere

Vorrei, Potrei, Non DovreiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora