4. Possessione

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È ufficiale: ventiquattro ore al giorno non le bastano.
Tra la scuola, i compiti ed il lavoro da manager è fortunata ad aver ancora tempo per respirare e se per miracolo riesce ad avere qualche minuto libero, ecco comparire Sting ad appropriarsene.

Il risultato? Una relazione di storia da consegnare e solo pochi metri che la distanziano dalla sala insegnanti.

Fortunatamente essere una manager le permette di consegnare qualche compito in ritardo senza problemi e la professoressa Mira è stata così gentile da posticiparle la consegna alle 15:00 di quel pomeriggio, ma il suo orologio segna le 14:45 e Lucy è ben lontano dalla fine.

Sbuffa e continuando a tenere saldamente il blocknotes con una mano fa scorrere velocemente la penna sul foglio, mentre attraversa il cortile interno dell'istituto; le frasi nitide nella mente e le parole che fluiscono incessanti, prima di scontrarsi con qualcuno.

"Mi dispiace" si scusa alzando il viso e massaggiandosi la testa, ma l'espressione imbestialita che incontra sembra tutt'altro che propensa ad accettare le sue scuse.

"Ti rendi conto di cosa hai fatto!?" Sbraita Flare indicando la sua camicia ora zeppa di aranciata.

Lucy cerca subito dei fazzoletti nello zaino. "Scusami tanto, non stavo guardando e sono inciampata" dice provando a tamponare la stoffa, ma la ragazza la scansa bruscamente.

"Così peggiori solo la situazione" si lamenta. "Ora per colpa tua rimarrò tutta appiccicosa e senza niente da bere".

La bionda si toglie il cardigan che porta legato ai fianchi e glielo porge cortese. "Purtroppo non ho un'altra maglia da darti, ma spero che questo sia sufficiente".
Recupera poi il portafoglio, estraendone una banconota da cinquanta jewels. "Per l'aranciata e la maglietta".

"Vuoi offendermi, per caso?" S'indigna falsamente Flare, "credi che sia così povera da non potermi permettere la tintoria o un'altra bottiglia?!".

Lucy si guarda attorno a disagio vedendo gli altri studenti che stanno creando un piccolo capannello attorno a loro incuriositi dalle parole della rossa.
"Non intendevo questo, stavo solo-".

Lei le strappa la banconota di mano.
"Credi che questi risolvino tutto? È questo che t'insegnano i tuoi genitori? A guardare dall'alto in basso gli altri perchè non sono ricchi come te?!".

Lucy serra le mani a pugno.
La sua famiglia non è così. I suoi genitori le hanno insegnato la modestia e la generosità e le hanno fatto capire che solo perchè sono ricchi non significa che siano migliori degli altri, ma solo che sono stati più fortunati; le parole di Flare sono ingiuste.

"Puoi abbassare la voce? Stiamo attirando l'attenzione" tenta di calmarla, ma ciò non fa altro che farla arrabbiare maggiormente.

"Hai paura che qualcuno scopra la tua vera personalità?" L'accusa Flare avvicinandosi minacciosa, "tanto lo sappiamo tutti che fai finta di essere come noi, ma sei solo una viziata figlia di papà".

"Modera i toni" l'avvisa dura Lucy, stanca delle sue insinuazioni.
Anche se la rossa è gelosa della sua agiatezza econonica, non ha il diritto di parlarle in quel modo.

"Altrimenti che fai, chiami il paparino?".

"Stai esagerando," replica invece atona, "fare questa sceneggiata solo per esserti bagnata un po'."

La piccola folla esala sospresa.

Flare s'irrigidisce e, colta da un raptus di rabbia, la spinge facendola cadere nella piccola fontana alle sue spalle.
"Ora dimmi cosa si prova" sorride trionfante.

Lucy è troppo scioccata per parlare e guarda con delusione la sua relazione sciogliersi nell'acqua insieme alle sue speranze di prendere un bel voto.
L'orologio segna le 15:00, ormai non ha più tempo.

Take me to the beginning {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora