28. Verità

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Il comandante tossisce un paio di volte per riprendere il controllo. "Non era necessario venire da me per denunciare una rissa" annuncia poi atono.

"Vuole fare questo giochetto?" Alza un sopracciglio Lucy.

"Non so a cosa ti stai riferendo". Prende un faldone e ne tira fuori un foglio. "Questo ragazzo, Racer, è già conosciuto dalle forze dell'ordine" spiega professionale.

"Non sono qui per lui" ribatte lei. "Ha sentito benissimo quello che ha detto suo figlio nel video".

"Scuse arzigolate per evitare di essere pestato".

La ragazza ride amaramente. Cosa si aspettava? Tale padre, tale figlio.
"Sting ha ammesso di aver ordinato un pestaggio, non una, ma ben due volte" ripete tenendo a freno la rabbia e sorvolando sulla parola 'pestaggio'. Come se due pugni potessero definirsi tali. "Ha pagato Racer per far del male ad un ragazzo".

"Mai sentito parlare di tortura psicologica? Il tuo cervello cade preda della paura e ti fa dire cose che non pensi. Questo ne è un chiaro esempio".
Allunga la mano per prendere il cellulare, ma Lucy è più svelta e se lo infila in tasca.

"Eh no" dice schioccando la lingua, "non così in fretta. Se spera di insabbiare l'accaduto si sbaglia di grosso".

Lui boccheggia rosso in volto. "Lucy!" Si sdegna, "chi pensi che io sia?!".

"Il padre di Sting e visto che il sangue non è acqua non posso fidarmi di lei".

Il suo sguardo azzurrino, identico a quello del figlio, si incupisce. "Che sei venuta a fare allora?".

"A proporle un patto" dichiara Lucy poggiando le mani incrociate sulla scrivania. "Lei convince Sting a chiedere scusa a Natsu per quello che ha fatto e poi lo spedisce il più lontano possibile ed io le assicuro che questo video non vedrà più la luce del sole".

Lui ghigna e si sporge verso di lei. "Pensi di potermi minacciare?" La istiga, "forse ti sei dimenticata che sono un comandante di polizia".

La bionda allora si alza. "Spero che questo titolo la copra quando il video arriverà alla stampa".
Il ghigno scompare e la faccia da pesce lesso che sta sfoggiando è impagabile.

"Aspetta!" La ferma.
Lei si blocca e nasconde un sorriso. Bingo.

Si lascia andare contro lo schienale della sedia e si stropicchia gli occhi, mentre si slaccia il primo bottone della divisa. "Quello scapestrato" borbotta irato "lo sapevo che mi avrebbe creato solo problemi. Dovevo lasciarlo con la madre".

Lucy lo guarda male.
Forse è per questo che Sting smania per ricevere attenzioni.

"D'accordo" esala infine "mi sto per risposare, non posso permettermi di essere licenziato. Farò come hai detto."

"Ottima scelta". Afferra la maniglia, ma prima di abbassarla si volta nuovamente verso di lui.
"Si è reso conto che per tutto il tempo ha pensato solo a se stesso e mai a Sting?" Rivela con una nota di delusione. "Non vuole sapere perchè suo figlio si è spinto così oltre o abbia protratto una finta relazione per quattro anni?... Ma forse è proprio perchè lei è così che Sting ha sentito il bisogno di ricercare attenzioni altrove" e si chiude la porta alle spalle.

Esce dalla stazione di polizia e si accascia sulla prima panchina che trova. Le gambe non l'avrebbero retta un secondo di più. Appoggia la testa allo schienale e lascia che i suoi occhi rincorrano le nuvole nel cielo rossastro. È il tramonto e lei è finalmente libera.

Sembra un sogno.

Vorrebbe pizzicarsi le guance, ma il suo corpo è improvvisamente troppo stanco per alzare le braccia. Anni di paura ora le scivolano addosso, liberandole il petto da quella sensazione opprimente e permettendole di respirare di nuovo a pieni polmoni.
Libera.

Il telefono vibra, ma lei non accenna a muoversi. In realtà non sa neanche perchè gli ha mandato una copia del video. Forse è stato il suo modo di ringraziarlo o forse voleva scrollarsi di dosso un po' di senso di colpa. Fatto sta che adesso Gray sa tutta la verità.

Il telefono continua a vibrare e sbuffando Lucy risponde.

"È tutto sistemato?" Chiede subito il corvino.

"Ciao anche a te".

"Allora?".

"Sì, è tutto sistemato."

"Quindi ora tra te ed Eucliffe è tutto finito, giusto?".

"Non c'è mai stato niente".

"Meglio così. Lui ti sta aspettando".

E non c'è bisogno di dire dove.
Lucy aggancia senza salutare e si mette a correre. I lunghi capelli biondi che frustano l'aria e il cappotto aperto che ricorda le ali di un'aquila. È distante, ma non per questo diminuisce la velocità.
Non sa quanto tempo è passato, ma quando giunge all'entrata del parchetto, Natsu è già lì, in piedi davanti alle altalene del parchetto a calciare i sassolini.
Al rimbombo dei suoi passi si gira e sorride. "Lucy!".

"Quattro anni fa" effanna lei fermandosi a qualche metro di distanza e piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato. "Quattro anni fa, in questo stesso parco un gruppo di ragazzi ci ha attaccato."

Lui la guarda confuso, non capendo perchè stia rivangando quella vecchia storia, ma lei continua imperterrita. Ha bisogno di sapere la verità dalla sua bocca.

"Hanno finto di avercela con me, ma eri tu il loro obbiettivo. Mi hai protetto come meglio hai potuto e loro ti hanno spedito in ospedale con un polso rotto, non contando gli altri lividi."

Si toglie una ciocca di capelli dal viso e smette di sbuffare. "È al pronto soccorso che ho incontrato Sting. Tua madre era dentro con te ed io vi aspettavo in sala d'attesa. Abbiamo iniziato a parlare ed è lì che ho capito che avrei fatto qualsiasi cosa per te..."

"Hai avuto paura, piccola Lucy?"

"Sting? E tu che ci fai qui?".
Lo guarda prendere posto accanto a lei.

"Sono venuto a realizzare il mio desiderio".

"Desiderio? Ma cosa... piuttosto, Natsu è lì dentro. Siamo arrivati da poco. Credo abbia un polso rotto."

Lui scuote la testa. "Brutta storia per un giocatore di basket, forse il suo futuro è compromesso per sempre ed è colpa tua".

Lucy sbarra gli occhi portandosi una mano alla bocca, mentre le lacrime riprendono a scendere.
"Io non... dei tipi ci hanno attaccato senza motivo... Natsu ha cercato di difendermi, non potevo immaginare che...".

Sting si arrotola una ciocca dei suoi capelli su un dito. "Che ingenua che sei. Dragneel farebbe qualsiasi cosa per te, anche farsi pestare a sangue. E tu, piccola Lucy... anche tu faresti qualsiasi cosa per lui?".

Lei annuisce veemente e lui sorride.

"Mi ha minacciata" rivela sentendo la voce tremare, "se non fossi rimasta al suo fianco e non ti avessi cancellato dalla mia vita, ti avrebbe reso inabile di giocare a basket."
Le braccia le ricadono lungo i fianchi e l'espressione distrutta che mostra fa mancare un battito al rosato. "Che avrei dovuto fare? Se fossi rimasta con te, lui ti avrebbe tolto la tua passione più grande, il tuo sogno, il tuo futuro. Come avrei potuto essere così egoista?".

Soffoca un singhiozzo e due braccia muscolose la chiudono in un abbraccio.

☆☆☆☆☆

E finalmente scopriamo cos'è davvero accaduto quella terribile sera che ha obbligato Lucy ad allontanarsi da Natsu. Da pazzi, vero?
(Voi l'avreste fatto per un amico?)

Le carte sono state scoperte, l'antagonista ingabbiato ed i protagonisti sono di nuovo faccia a faccia. Come reagirà Natsu?

A presto (giuro),
Jade 🌼

Take me to the beginning {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora