Esco dalla casa di Liam con il sorriso stampato sulla faccia. E' il mio migliore amico da sempre, e ora che gli piace un ragazzo, stare con lui mi fa divertire ancora di più. Nel senso di ridere di lui mentre con la faccia da duro che si ritrova strilla come una ragazzina messaggiando con il suo innamorato. Dire che dovrò conoscerlo pure io!
Liam lo ha scritto subito, io non ho fatto in tempo nemmeno a togliergli il telefono dalle mani che già il messaggio era inviato.
Sospiro e continuo a camminare. Speriamo almeno che l'amico sia simpatico, dato che dovremo sorbirci insieme i due piccioncini.
Mi ricordo com'era amare. Mi sentivo galleggiare, sempre felice, ma fragile. Bastava così poco per farmi cambiare umore, non che ora sia esattamente stabile, certo, ma...Era diverso.
Io ho una sorella, Gemma. Più grande di quattro anni. La ammiravo-ammiro tantissimo. Non so bene perché, ma fin da piccolissimo ho sempre visto a lei come una persona fantastica. Fin quando-
"Harreh" sento pronunciare, all'inglese. Un brivido mi scorre lungo la schiena e so, ancora prima di girarmi del tutto, che dietro di me c'è Louis Tomlinson.
"Loueh" rispondo, cercando di imitare il suo accento dello Yorkshire, fallendo. Lui scoppia a ridere e vedo la luce brillare dietro quell'azzurro ghiaccio che si ritrova nelle iridi.
"Il tuo accento di Birmingham non è certo bello come il mio" dice. Io alzo un sopracciglio. "Mi scusi?" chiedo, accentuando la 'u' e la 'i' come un vero inglese del sud come me. Lui ride di nuovo, poi torna serio.
"Questo weekend dobbiamo vederci di nuovo tutti e quattro, Elly-" "Eleanor" borbotto io, senza farmi sentire, ma lui sembra leggermi dentro. "Eleanor" si corregge infatti "vuole che tu la conosca meglio e che io conosca meglio Taylor" esita. Io infatti sbuffo. "Come vuole lei" mormoro "ma sabato sono occupato." Lui annuisce e riflette, come tra sé e sé, "pure io."
Bacio Taylor e le sorrido, poi chiudo la porta. Domani devo andare all'Uni per forza, sto saltando quasi tutte le lezioni e se continuo così all'esame non arriverò nemmeno alla sufficienza.
Mi siedo sul letto con lo sguardo tra le righe del libro di storia, ma la mente altrove, che vaga tra l'azzurro ghiaccio dei suoi occhi, già, i suoi occhi.
Mi alzo esasperato e messaggio Liam.
"Devo parlarti, vediamoci domani" "Ricordati che io martedì ho box" "Vediamoci dopo, per le 6" "Okay"
Sorrido, ma allo stesso tempo sento un peso dentro, come se stessi tenendo qualcosa da troppo tempo e iniziassi a stancarmi. Accendo la musica e lascio che travolga la stanza, ma soprattutto me stesso.
Pour mercy, mercy on me, set fire to history
I'm breakin' my own rules, I'm cryin' like a fool
Tall stories on the page, short glories on the fade
I been close enough to touch, but I never cared for loveIt's a church of burnt romances
And I'm too far gone to pray
It's a solo song and it's only for the braveIf the truth tell, darling, you'd feel
Like there ain't enough dying stars in your sky
It's a tall tale, and it's only hello, hello, no goodbye (Goodbye)Ho paura, è questa la verità. Ho paura di tornare ad amare. No, non ad amare. A soffrire per amore. E' stata la cosa più dolorosa mai provata, non voglio riviverla per nessun motivo al mondo. O per nessuna persona.
Mi addormento navigando in un mare azzurro ghiaccio.
Mi sveglio e subito sono felice, perché oggi potrò parlarne con Liam. Il mio migliore amico, l'unico che mi ha sempre capito. Sono sicuro che troverà una soluzione.
Infilo una camicia e degli skinny jeans, oltre ai miei immancabili stivaletti, e mi dirigo a piedi all'Uni. Almeno, andandoci, potrò evitare Taylor per tutto il giorno.
Infilo le cuffiette.
Londra intorno a me sembra di fretta, come sempre, mentre nella mia bolla mi sento al rallentatore. Mi sento sott'acqua, il mondo è attutito.
Arrivo all'Uni e mi sforzo di stare attento, anche se rischio di addormentarmi e mi becco più occhiatacce da parte dei professori e dagli altri ragazzi.
Mangio al volo un panino preso ad un chiosco e volo a casa, evitando di farmi venire a prendere da Taylor. Le dirò che sto studiando o qualche altra cazzata del genere.
Mi metto sulla scrivania con il solito libro di storia, ma ancora una volta i miei pensieri volano da qualche altra parte, tra un paio di occhi azzurro ghiaccio, un sorriso di labbra rosa e sottili e un ciuffo castano di capelli lisci.
"Liam, possiamo vederci adesso? E' urgente" "Va bene, ma vieni in palestra"
Mi alzo subito e chiudo sbattendola la porta di casa, guardando l'orario sul cellulare. 2.16. Fra mezz'ora Liam inizia box, devo muovermi, non salterebbe mai per nessuna ragione al mondo (cito testualmente) le sue adorate lezioni.
Inizio a correre e arrivo dopo cinque minuti alla piccola palestra del centro, accaldato e con il fiatone. Entro e salgo le scale, subito vedo Liam che tira pugni al sacco rosso, e lo guardo divertito. Lui mi nota e alza un sopracciglio. "Beh, che credi, il mio fisico da dove nasce secondo te?" dice, pronunciandolo come se fosse un qualcosa di perfetto. "Mi scusi, signor Payne, non volevo interromperla" replico. Lui scoppia a ridere e io con lui, ma poi torna subito serio. "Dimmi tutto."
Gli spiego come mi sento, come io continui a pensare a Louis e come sia pericolosamente simile a lui con il suo tipo. "Beh, se è davvero così, ti piace" afferma, in tono ovvio. Io scuoto la testa con veemenza. "Anche se fossi gay, cosa di cui dubito, non può piacermi, sono-" "filofobico, lo so, lo so, ma può essere che tu stia guarendo. Il dottore ti aveva detto che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno in grado di farti tornare ad amare" mormora, rassicurante. Io scuoto di nuovo la testa, facendo svolazzare i riccioli nell'aria. "Ascoltami bene, Hazza. Cosa pensi di Louis?" mi chiede, e io mi mordo un labbro per non sorridere al solo suono del suo nome. "Ecco, è...bello, certo. Intelligente. Divertente. Simpatico. Gentile. Sincero. Empatico." Mi mordo di nuovo un labbro. "Ecco, vedi" dice Liam, come se avessi appena dichiarato il mio amore per il liscio. "Che c'è?" sbotto dopo alcuni secondi in cui mi fissa. "E' per le parole che gli ho dedicato?" chiedo, sinceramente curioso. Lui scuote la testa, uno sguardo intenerito nelle iridi castane. "No. E' per il modo in cui ne hai parlato" afferma. Io alzo un sopracciglio. "Intendi le parole?" chiedo di nuovo, perché davvero non sto capendo nulla. Lui scuote di nuovo la testa e la sua fronte sudata luccica. "Ho già detto di no. Modo vuol dire...beh, ti sei morso un labbro per non sorridere. Ma non è solo questo. Hai le guance arrossate. Hai gli occhi che brillano, Haz. Non ti vedo così da-" "Tanto tempo, sì" lo fermo io, brusco. Lui abbassa lo sguardo. "Ti piace, credimi. Anche io sono così quando devo decidere cosa scrivere a-al ragazzo che mi piace, lo so perché tu stesso me l'hai fatto notare più volte" dichiara.

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FanfictionSia Louis che Harry sono fidanzati con una ragazza. Ma basterà a tenerli lontani? L:27 H:25 FF//AU//SMUT