But I'll built a house out of the mess and out of the broken pieces

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-Ti prometto che, qualsiasi cosa vedrò lì dentro, non cambierà ciò che penso di te-
-Non so se l'amore che provi per me sarà così tanto forte-
-C'è solo un modo per scoprilo-
-So benissimo che, se non lo facessi, continueresti ad insistere- mi limito a stringermi nelle spalle. Il ragazzo sospira, e getta il cristallo sul pavimento.
Una nuvola azzurra riempie la stanza, impedendomi di vedere ad un palmo dal mio naso.
Lentamente delle figure compaiono davanti ai miei occhi. Sono Albus, Chris e Daniel qualche anno fa, più o meno quando ci siamo conosciuti. Ci troviamo in quello che deve essere il salone di casa StCloud, con i ragazzi che camminano avanti e indietro.
-Finiremo nei guai col Consiglio, devi stare più attento- soffoco una risatina, Al non è cambiato per niente, è sempre tutto d'un pezzo.
-Mi ha provocato, se l'era cercato-
-Non ha fatto niente Daniel, hai voluto semplicemente prendertela con l'amante di tua madre, ti sembra un comportamento corretto?- mi volto verso di lui. Il ragazzo abbassa lo sguardo, il lungo ciuffo biondo gli copre gli occhi chiari. E' la prima volta che sento questa storia, pensavo che i suoi fossero solo dei sospetti.
-Era il migliore amico di Derek, Albus, dovevo dirglielo-
-Lo hai attaccato al compleanno di tuo padre, davanti a tantissime persone che non fanno parte del nostro mondo e a cui abbiamo dovuto cancellare la memoria, senza contare che hai rischiato di spezzargli le ali!- scrolla le spalle. Non sembra tanto dispiaciuto per ciò che ha appena fatto, caratteristica che, per molto tempo, ci ha fatto scontrare.
-Non puoi capire, la tua famiglia è perfetta, la tua vita è perfetta-
-Non fare troppo il melodrammatico adesso, dai- rotea gli occhi al cielo, infastidito da Chris. –O mio dio c'è tuo nonno-
-Ci mancava solo questa- mormora. Un Richard più giovane di circa cinque anni entra nella stanza, squadrando il nipote dalla testa ai piedi.
-Sei la vergogna della famiglia Manson- dice, disgustato. Sento l'impellente necessità di abbracciare Daniel, di stargli vicino, ma so che non posso interferire nei ricordi, senza contare che sarebbe abbastanza strana come cosa. Lui, in questo momento, non sa chi sono io, nessuno lo sa.
-Volevo soltanto difendere papà-
-E invece ci hai messo in imbarazzo. Il tuo comportamento è inaccettabile, il nostro buon nome non può essere associato al tuo comportamento-
-Non credi di stare un tantino esagerando?-
-I tuoi poteri stanno diventando più forti, sono totalmente fuori controllo, per questo c'è bisogno di qualcosa che ti rimetta in riga-
-Punirmi non ti basta più?-
-Ron Greyson ha una figlia della vostra età che, a settembre, verrà qui a New Orleans, San Francisco non è più un posto sicuro per lei. Sua madre vuole che qualcuno la tenga d'occhio, ed è qui che entrerai in gioco tu-
-Non capisco-
-Sarai il suo angelo custode, la sua ombra. Puoi chiedere anche ai tuoi amici di aiutarti. Fingerete di essere amici di famiglia che vivevano a San Francisco e che si sono successivamente spostati qui-
-Non ho capito, dovrei fare il babysitter?-
-Almeno la ragazza è carina?-
-Christopher!- lo riprende Albus. –Lo scusi, è in preda crisi ormonale-
-Io non sono adatto a fare l'angelo custode, ben che meno di qualcuno della mia età-
-Ma lo farai, non hai altra scelta, e dovrai essere anche bravo. Quella ragazza è come il diamante più importante del mondo, se le succede qualcosa, tutti ce l'avranno a morte con te, quindi non farti venire strane idee, dovrai avere soltanto un rapporto platonico con lei-
-Già la odio- mormora. L'immagine si distorce di nuovo, ed io vengo catapultata in nuovo ricordo.
Questa volta ci sono soltanto Daniel ed Albus, che stanno fissando quello che deve essere uno gnomo disteso sul prato.
-Lo hai ucciso, non respira-
-E' stato un incidente, volevo fare un incantesimo...non l'ho visto...- il volto di Albus è rosso come un pomodoro. Inizia a respirare affannosamente, con la bocca aperta e gli occhi sgranati. –Mi manderanno nel Limbo! Perderò le mie ali e ogni cosa...-
-Al, Al, rilassati, su- Daniel poggia le mani sulle sue spalle e gli sorride. –Andrà tutto bene, non ti preoccupare-
-I miei mi uccideranno...io devo essere perfetto...devo essere perfetto-
-Albus- afferra il suo volto. Sta per avere un attacco di panico, ed io non sapevo nemmeno che ne soffrisse. Mi chiedo se sia stata io tanto cieca o lui tanto scaltro da non farsi mai vedere. –Mi prenderò io la colpa, sta' tranquilla-
-Cosa? No, ti...-
-Non mi faranno niente, ormai vogliono che faccia la balia alla figlia di Greyson, non mi manderanno da nessuna parte. Hanno bisogno di qualcuno che la tenga d'occhio da vicino, e chi meglio di un ragazzo della sua età? Fidati, in questo momento sono intoccabile- sembra calmarsi, anche il suo viso ritorna ad avere un colorito normale. –Senza contare che io non ho niente da perdere, tutti si aspettano il peggio dal sottoscritto-
-Mi dispiace- mormora. –Se vuoi posso chiedere di assegnare a me Greyson junior-
-Non lo farebbero, fidati. Ormai hanno capito come torturarmi e continueranno a farlo per un po'- assottiglia le labbra, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Comunque si chiama Rose, o meglio Rosebelle, un nome davvero strano. E pare tipo che sia perfetta: ottimi voti, comportamento impeccabile, ed è persino bella, sarà una scocciatura starle dietro-
-Hai appena detto che è bella, forse un vantaggio c'è-
-Sembra una bambolina di porcellana, non è proprio il mio genere- e in quel momento capisco, finalmente, per quale motivo Daniel ce l'avesse così tanto con me per i primi tempi. Ero una punizione, una punizione per aver voluto difendere suo padre.
Il ricordo cambia di nuovo. Questa volta mi ritrovo accanto a Daniel in camera mia, mentre mi guarda dormire. Non riesco, però, a capire cosa fosse successo in quell'occasione.
-Le hai raccontato la verità? Ma sei matto?!- Albus compare dal nulla. Adesso ricordo, il disastroso doppio appuntamento. Subito dopo che il mio accompagnatore mi aveva fatto svenire, Daniel era venuto da me e mi aveva detto ogni cosa. O almeno, una parte. –Perché non la lasci in pace? Non capisco per quale motivo la odi tanto-
-Uno, abbassa la voce, sta dormendo, due, sto semplicemente cercando di proteggerla. Non puoi controllarla come una macchinina telecomandata, merita di capire che cosa le sta succedendo-
-Hanno posto il veto, non puoi...-
-Non le ho raccontato di suo padre, se è questo che intendi, ma prima o poi qualcuno dovrà farlo. Marcus cercava lei, non me- le immagini sbiadiscono di nuovo, sta per venirmi il mal di mare.
Adesso sono da Daniel, con il ragazzo disteso sul letto che gioco con una palla da basket e Rebecca in piedi davanti a lui.
-Non hai niente da dirmi?-
-No-
-Hai dato il tuo sangue a Rose, Daniel, sai che cosa vuol dire?-
-Non l'ho fatto con l'intento di concederle un dono celestiali, i fantasmi stavano risucchiando la sua energia vitale, era l'unico modo per tenerla al sicuro-
-Pensi che sia così cieca da non essermi resa conto del legame che avete? E' qualcosa che va oltre la mia comprensione- sbuffa. Rebecca era gelosa di me? Per quale motivo non l'ho mai saputo?
-Non ci parliamo più da quando siamo tornati da Lione, mi chiedo per quale motivo ti stia scaldando tanto-
-Pensi che non sappia che la osservi dormire ogni notte?- a quel punto Daniel smette di giocare, si siede sul letto e incrocia le braccia al petto.
-Mi controlli per caso?-
-Sei tu quello che fissa una ragazza ogni notte. Questa volta che scusa ti inventi?-
-Sono pur sempre il suo angelo custode, devo accertarmi che non le accada niente-
-Dici così ma poi sei il primo che le va addosso. Devi mettere ordine nel cervello Daniel, io non ci sto a questi giochetti- cambio immagine, adesso ci troviamo nel bar più losco di New Orleans, quello dove erano soliti incontrarsi Rebecca ed i suoi amici vampiri.
Daniel si alza traballando, ha una vistosa ferita sul collo da cui fuoriesce del sangue.
-Non ti preoccupare tesoro, la ferita sarà guarita entro domani-
-Non ho ancora sedici anni, non si rimarginano così velocemente-
-Beh quel mio amico aveva davvero bisogno di un po' di sangue, e sai quanto è potente il tuo- la ragazza gli accarezza i capelli, quando io vorrei soltanto prenderla a pugni.
-Sono solo questo per te, una sacca ambulante di emoglobina angelica?-
-Smettila di parlare con Rose, non fa altro che metterti strane idee in testa- cambio scena, questa volta mi ritrovo nel pub magico della nostra vecchia città.
Chris e il biondo tengono Albus per le braccia, trascinandolo fuori da quel posto. Il ragazzo, dal canto suo non si regge in piedi, la sua testa è piegata indietro e la sua bocca è spalancata. Deve essere l'estate in cui sono tornata a San Francisco.
-E' completamente fatto di soluzione argentea, senza contare che ha causato una bella rissa. Se il Consiglio dovesse venirlo a sapere...-
-Il Consiglio non verrà a sapere niente, mi addosserò io la colpa di quel che è successo lì dentro oggi- dice Daniel, controllando, di tanto in tanto, il suo migliore amico.
-Sei pazzo? Potrebbero...-
-Mi hanno già tolto le ali, quindi non ho più niente da perdere. E poi io li servo, sanno che Rose si fida solo di me, quindi non possono farmi fuori-
-E' per lei che fai tutto questo, vero? Che proteggi costantemente Albus e ti prendi le sue colpe al posto suo-
-Albus è...-
-Oh ti prego, non fate altro che litigare-
-Mi è stata sempre vicino quest'anno, e si merita una persona che sia eccezionale quanto lei. Ovviamente Albus non è la sua altezza, non credo che ci sia qualcuno che lo sia, ma lui è quello che ci si avvicina di più, perciò...-
-Hai appena detto che Rose è eccezionale?-
-Se glielo racconti fai una brutta fine, ti avverto-
-Tu le vuoi bene, non è così?-
-Molto più di quel che mi piaccia ammettere- il ricordo cambia di nuovo, mostrando Albus e Daniel in camera di quest'ultimo. E' disteso sul letto che fissa il soffitto, gli occhi sono stranamente rossi.
-La Miller? Sul serio? Questa volta hai davvero esagerato-
-Hai di nuovo Rose, che cosa vuoi ancora?- sbotta. Deve essere novembre, subito dopo che ho scoperto della casa coloniale. Ero convinta che loro due non si parlassero più.
-Devi starle lontano-
-Sono il suo angelo custode, è un po' difficile-
-Lei ti odia, lo sai benissimo. Tu, invece, sei cotto-
-Non mi piace Rose- mormora con un filo di voce.
-Meglio così, anche perché sono sicuro che, dopo questa, non ti guarderà più in faccia-
-Non pensare di essere meglio di me, perché non lo sei per niente- Albus esce dalla camera. A quel punto, Daniel si siede, apre il cassetto e prende una foto, quella scattata nel mio bagno in cui ci lavavamo i denti. –Non mi piace Rose perché credo di essermi innamorato- allungo istintivamente una mano verso di lui, ma nel momento in cui provo a sfiorargli i capelli vengo catapultata in un altro ricordo. Il luogo è lo stesso ma, questa volta c'è Daisy con lui.
-Con Skyler? Dici sul serio?-
-Devi smetterla di comparire e scomparire in camera mia a tuo piacimento- il ragazzo si alza e si dirige verso di lei. Una volta vicini, la bionda lo colpisce con la mano sulla nuca. –Auh!-
-Hai idea di quanto soffrirà per questa cosa? Perché continui a farle del male?-
-Credi che mi piaccia vederla in quello stato? Mi trovo tra l'incudine e il martello-
-Oh certo...-
-Avevo promesso ad Albus che non avrei mai provato niente per Rose, e sappiamo entrambi che non è così. Adesso lui è chissà dove, come posso fargli una cosa del genere?- Daisy, a quel punto, incrocia le braccia al petto. –Senza contare che non è detto che Rose sarebbe felice con me, rovino sempre tutto-
-Questo dovresti lasciarlo decidere a lei, non credi?-
-Ho paura. Quel che c'è tra me e lei va oltre la mia comprensione, e se non sapessi affrontarlo?-
-E quindi rinunci a quello che potrebbe essere l'amore della tua vita?-
-Non credi di star esagerando un po' troppo?-
-Allora guardami negli occhi e dimmi che non sei innamorato di lei, coraggio- il ragazzo alza lo sguardo, salvo riabbassarlo subito dopo.
-Non posso proprio- il ricordo sbiadisce e ne compare un altro, ormai ho perso il conto di quanti ne abbia visti fin ora.
La location è sempre la stessa, c'è di nuovo Daisy in camera, e Daniel esce dal bagno con un asciugamano legato ai fianchi.
-Porca troia Daisy!- il volto del ragazzo diventa paonazzo e, istintivamente, si porta le mani davanti al tessuto bianco che lo copre –Non si usa bussare?-
-Beh detto da uno che piomba in camera di Rose ogni cinque minuti...- rotea gli occhi al cielo. Quello non era un bel periodo, eravamo distanti anni luce. –E, a proposito, e di lei che voglio parlarti- 
-Le è successo qualcosa?- 
-No, cioè sì...cioè- la bionda sbuffa, per poi riportare lo sguardo su di lui. –Okay, so che ci conosciamo praticamente da una vita, ma potresti metterti qualcosa di sopra? Mi fai venire l'ansia- 
-Sei tu che sei piombata qui senza preavviso!- afferra un paio di boxer e una maglietta e si volta, dandole le spalle.
-Ehi, ma hai fatto un tatuaggio sul polso destro?- trattengo il respiro. La rosa, la rosa che ha dato inizio alla maggior parte dei miei problemi. -Non è propriamente lì- 

Afterglow(#Wattys2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora