Capitolo 10

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<<Ho una bottiglia di vino rosso, va bene per accompagnare la cena?>> domando dopo aver guardato nel posto in cui mio padre tiene tutte le bottiglie.

Lorenzo sembra illuminarsi <<Hai detto vino rosso? Io amo il vino rosso, quindi sì, va benissimo>>.

Sorrido e afferro la bottiglia per poi metterla sul tavolo, lui, seduto, la prende in mano per leggere l'etichetta e fa un verso di approvazione, mentre io torno vicino ai fornelli per girare il risotto. Meno male che quel giorno mi sono ricordata di prendere alcune buste, altrimenti non so cos'altro avrei potuto preparare stasera senza sfigurare. Non amo particolarmente cucinare, di solito prepara mia mamma, in questi giorni mia sorella o al massimo mi arrangio, ma una volta invitata un'altra persona non posso fare brutta figura. Che siano lodati i risotti in busta! Che poi, non sono neanche chissà quale specialità, ma fanno fare bella figura per una cena improvvisata con qualcuno.

<<È quasi pronto!>> esclamo dopo averlo girato, Lorenzo mi raggiunge sfiorando il mio braccio con il suo, poi si abbassa un po' per guardare meglio dentro la pentola e infine si gira verso di me, io faccio lo stesso ed è la prima volta che osservo bene il suo viso così da vicino.

<<Ha un bell'aspetto, sicuramente sarà anche buono>> dice, io sbatto le palpebre un paio di volte per riprendermi e poi gli sorrido.

Dopo aver cenato ci siamo spostati nel salotto per stare più comodi, io seduta su un divano e lui su quello di fronte e a separarci c'è un tavolino su cui è appoggiata un'altra bottiglia di vino.

<<Stiamo finendo anche questa>> constata <<non è che poi tuo padre s'incazza?>>

Scoppio a ridere per la domanda e anche perché il vino sta iniziando a fare effetto <<No tranquillo, nemmeno se ne accorge>> rispondo, portando il bicchiere alla bocca, mentre lui si versa un altro po' di vino.

Questa sera stiamo parlando tanto, ci stiamo confidando esperienze passate, persone perse, errori commessi e tutto questo lo stiamo facendo con naturalezza e serenità, sicuramente il vino fa del suo, ma siamo ancora lucidi e mi piace la situazione che si è creata.

<<Quindi>> riprende a parlare <<mi stai dicendo che non sai perché questo ti ha lasciato?>>

Annuisco

<<E che ti ha detto?>> chiede, incredulo

<<In realtà nulla>> alzo le spalle <<Mi ha solo mandato un messaggio in cui diceva che non potevamo stare più insieme, che era giusto finirla e poi mi ha bloccato ovunque>>

<<Ma che cazzo di persona è?>>

Alzo le spalle, di nuovo.

<<E ci credo che non l'hai ancora superato>> appoggia il bicchiere sul tavolo e poi si sporge in avanti, posando i gomiti sulle gambe <<non sai nulla, non hai nessun tipo di risposte,anzi, ti ha lasciato con milioni di domande, come fai ad elaborare la cosa? Ma non hai cercato un modo per ottenere risposte?>>

<<Sono andata a casa sua il giorno dopo, ma mi ha aperto il fratello dicendo che lui non c'era, peccato che la sua auto era parcheggiata lì fuori e la luce della sua stanza era accesa>> faccio spallucce, ancora una volta <<non voleva vedermi, era chiaro e non l'ho più cercato>>

<<Che stronzo!>>

<<Già>> bevo un altro sorso <<Ora provo solo tanto rancore e vorrei almeno sputargli in faccia tutto il dolore che mi ha causato e magari scoprire il famoso motivo della nostra fine, così per liberarmi ma resterà solo un sogno>>

<<Fallo!>> esclama con semplicità agitando le mani in aria e poi sistemandosi meglio sul divano <<Tanto sai dove trovarlo. E non guardarmi così! So cosa stai pensando: che è passato tanto tempo,chissà cosa penserà, come sarà trovarselo davanti dopo tutte le cose successe e bla bla bla>> si sporge di nuovo in avanti <<Ma sai una cosa? Fregatene. Se questa cosa ti farebbe stare meglio, ma solo se sei sicura di ciò: fallo. Devi pensare a te. E poi, ce ne frega davvero di cosa potrebbe pensare un soggetto del genere?>>

Sorrido per l'ultima frase, lo ringrazio e gli prometto di pensarci. Il suo sguardo vaga per la stanza, per poi fermarsi sulla parete dietro di me, dove è appeso un orologio

<<Oh cazzo>>

Mi giro e guardo l'ora <<Non pensavo fosse così tardi>> dico e lui si alza <<Neanche io, è giunto il momento di andare>>

<<Ma sono le tre>>

<<Eh appunto, è tardi, devo andare>>

<<Ma hai anche bevuto tanto vino>>

<<Sì, ma sono lucido>>

<<Sono le tre, hai bevuto e abiti dall'altra parte della città, non puoi metterti alla guida>>

<<E che faccio dormo in macchina?>>

<<No, rimani qua>> rispondo come se fosse la cosa più ovvia del mondo

Lorenzo mi guarda.

Io lo guardo.

Continua a guardarmi senza dire nulla.

<<Sì, rimani qua>> ripeto <<C'è la camera di mia sorella libera, cambio un attimo le lenzuola e dormi lì>>

<<Ma non c'è bisogno, ce la faccio a tornare a casa>>

<<Sì, ma io sto più tranquilla se resti, è meglio non rischiare>>

<< È la seconda volta che mi convinci a fare qualcosa>>

Sorrido. Ha deciso di restare.
Gli faccio segno di seguirmi e arriviamo nella stanza di Lucia, metto le lenzuola pulite, poi esco ed entro in quella che era la camera di mio fratello e recupero una tuta vecchia che ha lasciato qui insieme ad alcune cose che non usa più e che sono destinate ad una struttura che si prende cura dei più poveri. Prima o poi si ricorderà di andare a portare le sue vecchie cose lì. Poi torno da Lorenzo, che si guarda intorno ma non si è mosso di un centimetro dal punto in cui l'ho lasciato, e gli porgo la tuta e lui mi ringrazia.

<<Buonanotte>> dico uscendo dalla camera

<<Buonanotte Marghe>>

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Qualcuno mi toglie le coperte e sento subito freddo, allungo una mano per recuperarle ma una voce mi sveglia

<<Chi cazzo è il tipo che dorme nel mio letto?>>

Apro gli occhi e la figura di Lucia appare davanti a me, e no purtroppo non sto dormendo, ma è la realtà.

<<Ma tu non dovevi tornare domani mattina?>> chiedo, con la voce assonnata. Lei cammina verso il balcone e apre le tende, anche se la persiana è abbassata, qualche spiraglio di luce entra lo stesso.

<<Potevi avvisare che volevi spassartela una volta rimasta sola>> pronuncia queste parole piano, a bassa voce per non farsi sentire e per non disturbare Lorenzo che sta nella camera accanto <<ma poi scusa, perché nel mio letto? Dopo aver fatto le vostre cose vi sentivate stretti a dormire insieme?>> conclude.

Strabuzzo gli occhi e mi metto a sedere
<<Che cazzo stai dicendo, hai capito male, malissimo>>




CIAO!
Sono tornata (definitivamente) con un altro capitolo. E che capitolo! 😂
Boh a me piace, spero anche a chi legge.
Margherita quanto ha stancato a parlare del suo ex? 😂 Però almeno sappiamo perché prova tanto rancore.

Grazie e buona serata ❤️

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