Capitolo 11

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Ho raccontato a mia sorella che è stato Lorenzo ad accompagnarmi a casa ieri sera, che io l'ho invitato a cena perché lui è stato gentile ad attraversare mezza Roma solo per me e che poi ci siamo persi in chiacchiere fino a tarda notte e non mi sembrava il caso di farlo guidare a quell'ora, ma lei non ci ha creduto molto. Mi guarda con sospetto mentre beve il caffè.

Ha aspettato pazientemente nella mia camera che Lorenzo stamattina si svegliasse e che andasse via, ci ha spiati da dietro la porta quando ci siamo salutati perché era curiosa di vederlo meglio, ma non è uscita allo scoperto perché ha detto che le sembrava brutto. Non so se lui ha notato qualcosa di strano nonostante la nostra attenzione a non far casino, perché volevo fargli almeno il caffè, ma non ha voluto nulla.

<<Te lo giuro>> pronuncio seduta al tavolo di fronte a lei pronta a fare colazione

<<Se lo dici mentre inzuppi il biscotto nel latte beh, ho i miei dubbi sinceramente>> dice per poi portarsi la tazza alle labbra e finire il caffè.

<<Ma ti impegni a pensare male o ti viene naturale?>>

<<Ma quindi davvero? Niente di niente?>>

<<Niente>>

<<Ma allora sei scema! Hai casa libera, inviti a restare un figo del genere e non fai nulla?>> si alza e si dirige verso il lavandino per lavare la tazza

<<Ma che dovevo fare? Siamo solo amici! È possibile che devi vedere sempre cose che non ci sono? E poi, scusami, ma le cose si fanno in due e neanche lui ha fatto qualcosa quindi basta, discorso chiuso, ok?>>

<<Aspetta>> chiude il rubinetto <<Stai dicendo che se lui ci avesse provato tu ci saresti stata?>>

<<Ma quando l'ho detto? Ma vedi che sei una cosa impossibile? Non si può mai parlare con te!>> urlo, esco dalla cucina e mi chiudo in camera

<<Non c'è bisogno di fare così! Sei permalosa.>> mi urla dietro

Non la sopporto. Non la sopporto quando fa così. Le voglio un bene immenso, è una delle persone più importanti della mia vita, ma certe volte non la reggo, non reggo alcuni aspetti del suo carattere. E per oggi è meglio che mi tenga alla larga da lei, non voglio parlarle.


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Suonano al campanello, mi alzo e vado ad aprire visto che sono rimasta sola, Lucia è uscita e non mi ha detto neanche a che ora torna e nemmeno mi interessa.

<<Ti ho sentito un po' giù prima al telefono, che succede?>> chiede Sofia appena le apro.

La faccio entrare e la saluto subito con un abbraccio, sono una ragazza molto affettuosa e adoro abbracciare le persone a cui voglio bene, soprattutto quando sono un po' triste.

Le racconto tutto, di ieri, di stamattina e del mio nervosismo davanti alle insinuazioni di mia sorella e, non so perché, ma già mi sento più leggera

<<Va bene che Lucia a volte esagera, però scusa, perché ti sei fatta rovinare l'umore per l'intera giornata per questo? Sono le sei del pomeriggio e ancora stai così, perché te la sei presa tanto?>>

<<Non lo so>> rispondo onestamente 

<<Pensaci>>

Se fino a qualche secondo fa mi sentivo più leggera, ora mi sento un peso addosso. 

Perché sto così? Bella domanda.

Ma non trovo una risposta.

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