Capitolo 22

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Oggi è il giorno di riposo e me la sto prendendo con calma. Mi sono svegliata presto per scendere a fare colazione insieme ai ragazzi, mi sono scusata per essermi isolata nei giorni scorsi giustificandomi dicendo che quando ho i miei momenti no preferisco stare con me stessa per non rovinare le giornate a nessuno. Per fortuna sono stati gentili e mi hanno accolto tra loro di nuovo come se non fosse successo niente.

Dopo aver chiarito con tutti, sono ritornata in camera e ho passato altre due ore a letto, ora che le cose sono tornate a posto sentivo il bisogno di riposare e rilassarmi. Poi mi sono alzata, fatto la maschera per il viso e una per i capelli, la doccia e ora mi sento molto meglio.

Oggi voglio prendermi cura di me e stare tranquilla. Metto le cuffie, faccio partire la riproduzione casuale anche se non lo faccio mai; di solito so cosa voglio ascoltare in base al mio umore, ma ora non lo so. Parte Daylight di Taylor Swift. Ironia della sorte, è la mia preferita del disco Lover.

Appena inizia nella mia testa appaiono subito delle immagini.

Il cretino che mi ha suonato con la macchina fuori dal teatro, e in questi anni non è stato neanche l'unico episodio e poi mi viene in mente:

Il primo incontro casuale con Lorenzo.
Il nostro secondo incontro.
Lui che mi studia e il mio disagio.
Il suo <<sei la novità più interessante da guardare>>.
Gli sguardi.
La complicità.
La cena a casa mia.
Le frasi che mi hanno fatto stare bene. L'abbraccio mancato.
Il mio bigliettino.
L'abbraccio dopo il primo spettacolo in scena.
La mia gelosia immotivata.
Tutti i dettagli.

Mi alzo, i piedi camminano da soli e arrivano davanti alla sua camera. Busso, ma nessuno apre. Ritorno nella mia, sposto le tende e mi affaccio dalla finestra, oggi c'è un bel sole e mi mette di buon umore. Osservo il giardino e vedo Lorenzo sull'altalena a dondolo in ferro e mi precipito fuori per raggiungerlo.

<<Ehi, ti ho trovato finalmente!>>

<<Ehi, tutto bene? >> mi chiede preoccupato, ho fatto le scale di corsa e ho un po' di fiatone, gli faccio cenno di si e mi siedo affianco a lui

<<Io ti devo chiedere scusa, ho sbagliato e mi dispiace->>

<<Ma tranquilla, abbiamo già chiarito>> mi interrompe

<<Zitto e ascoltami! Per favore>> alza le mani in segno di resa e mi sorride, io faccio un respiro e riprendo a parlare <<Ti devo delle scuse perché ho pensato male, perché ti ho attribuito una relazione con Federica solo perché siete i protagonisti dello spettacolo e perché ti ho visto uscire dalla sua camera a notte fonda. Non dovevo, non avevo nessun diritto. Hai ragione tu: da fuori facilmente si crede che tra attori possa nascere qualcosa anche se non sempre è così. Quindi ecco, scusa perché anche io sono caduta in questo errore e mi dispiace>>

<<Davvero lo hai pensato?>> e me lo chiede con un filo di voce, non si aspettava questa rivelazione, io annuisco e abbasso lo sguardo.

<<Ero andato da lei perché era triste per quello che era successo, l'ho consolata un po' e poi abbiamo ripetuto le battute. Ecco perché ero in camera sua di notte>>

<<Non mi devi nessuna spiegazione, so di aver interpretato male e per questo ti ho chiesto scusa e->>

<<E ti ha dato fastidio pensare a me e lei insieme?>> mi interrompe, di nuovo, e me lo chiede con delicatezza e con lo sguardo di chi aspetta di ricevere una risposta in fretta. Cerco di negare ma sento le guance arrossire e lui scoppia a ridere facendomi il solletico ripetendo <<Sì che ti ha dato fastidio, resti sempre e comunque una pessima attrice, anche nelle piccole cose>>, a questo punto io rido con lui, implorandolo di smetterla con il solletico ma non si ferma fino a quando non confesso <<E va bene: sì, mi ha dato fastidio, contento?>> Mi lascia, torna nel suo lato e pesca qualcosa dalla tasca dei jeans: il mio biglietto.

<<Questo>> me lo sventola davanti <<lo porto sempre con me. È stato strano leggerlo la prima volta perché c'erano scritte cose che sentivo anche io>>

<<Sai, prima di venire qui da te stavo ascoltando una canzone e ti ho pensato per tutta la sua durata, e quando è finita ho sentito l'esigenza di cercarti perché voglio dirti delle cose, niente più silenzi che dividono, d'ora in poi avrai sempre la mia verità.>> respiro e poi inizio a parlare a raffica perché o lo faccio ora o non lo faccio più.
<<Lorenzo tu sei stato la mia luce dopo anni di buio, soprattutto il buio dell'ultimo anno. Sei la mia luce. La vera luce. Anche se pensavo di averla trovata, quella prima luce era rossa, scura, cupa e non mi faceva vedere il resto, era limitata. Questa luce invece è chiara e riesce ad illuminare tutto. Sei la mia luce del giorno. E non voglio cambiarla, voglio che resti questa con le sue sfumature oro, non voglio nessun altro colore. >> sputo tutto ciò che sento e poi abbasso lo sguardo e fisso il pavimento.

Si avvicina e mi accarezza la guancia, poi mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi guarda intensamente negli occhi <<continuerò ad essere la tua luce come tu continuerai ad essere la mia. Anche tu mi hai fatto del bene. Ci siamo fatti del bene a vicenda.>> Ci sorridiamo, il mio cuore batte più forte di prima e mi bacia. Un bacio dolce, delicato ma deciso, così come è lui.

Il nostro primo bacio in un giardino di un Hotel, su un dondolo, sotto al sole che ci illumina in questa giornata di Novembre.


Ciao!

Finalmente il bacio ❤️🎉🎉🎉

Noi tutti così:

Non so come è venuto questo capitolo ma si è scritto da solo

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Non so come è venuto questo capitolo ma si è scritto da solo.
Ce l'hanno fatta i nostri protagonisti!

Non so bene quanti capitoli mancano alla fine, ma credo pochi.

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