Nei giorni scorsi ho pensato molto alle parole di Lorenzo ed ora eccomi qui, a camminare verso l'officina in cui lavora Stefano mentre ascolto "Look What You Made Me Do" di Taylor Swift che mi sta dando la carica giusta per affrontare questo incontro, questa volta non potrà nascondersi e io sono pronta a dire tutto quello che mi tengo dentro da tanto tempo. Sono venuta qui adesso pechè sono sicura di beccarlo in pausa e non può sfuggirmi. Attraverso la strada, spengo la musica e tolgo le cuffiette, lo vedo in lontananza fuori dall'autofficina che stringe la mano a un signore, un cliente forse, l'uomo va via e lui tira fuori il telefono, lo raggiungo
<<Ciao Stefano>> pronuncio, lui alza lo sguardo e sbianca, ma si ricompone subito.
<<Margherita! Come mai da queste parti? Hai finalmente preso la patente ma ti sei scontrata contro un albero?>> finisce la frase con un sorriso fintissimo in volto e vorrei tanto dargli uno schiaffo. È proprio uno stronzo.
<<Hai mangiato pane e antipatia a colazione? E comunque quell'episodio è capitato per colpa tua. Ma sono qui solo per farti sapere cose che avrei voluto dirti un anno fa, ma tu non me ne hai dato possibilità>> Non mi faccio toccare dalle sue parole, non mi lascio trascinare da ciò che mi ha detto, non farò il suo gioco, non mi lascerò distruggere da lui.
<<Non so se essere lusingato o preoccupato dal fatto che dopo un anno tu non mi abbia ancora dimenticato>>
Scoppio a ridere e lui mi guarda confuso.
<<Non sono qui per confessarti il mio amore- inesistente ora, tra l'altro- e chiederti in ginocchio di ricominciare, ma proprio per nulla. Anzi, sono qui per dirti che sei un grandissimo stronzo, immaturo e menefreghista, non solo ti sei comportato di merda con me in passato, ma lo stai facendo anche ora. Ma, davvero, chi cazzo ti credi di essere? Cosa ti spinge a sentirti autorizzato a comportamenti del genere? Sei solo un ragazzino che non sa stare al mondo, che si diverte a sentirsi superiore quando in realtà è il più poveretto di tutti. Perché uno che non ha le palle di lasciare la ragazza di persona e di dare spiegazione è soltanto un poveretto. E ora, come se non bastasse, fai l'arrogante rancoroso dei miei stivali? Tu? Ma sicuro di lavorare qui e non al circo? No perché come pagliaccio saresti perfetto.>> dopo aver sputato tutto incrocio le braccia e alzo di poco la testa, con aria di sfida. Questa volta non mi ferma nessuno.
<<Capisco la tua rabbia, ma non puoi insultarmi così, non puoi mancarmi di rispetto in questo modo>>
<<Parli proprio tu di rispetto? Ma sei serio?>> lo guardo fisso negli occhi, non ci posso credere che ha avuto il coraggio di tirare fuori il rispetto, che faccia tosta. <<Perché, scusami, tu hai avuto rispetto per me? te lo dico io: no. Non hai avuto neanche un pizzico di rispetto, mi hai lasciato come una stronza senza un cazzo di motivo. Dall'oggi al domani, all'improvviso e questo non è un comportamento rispettoso>>
<<Sì, ma->>
<<Fammi finire!>> lo interrompo <<Hai idea di come mi sono sentita? Di quanto ho sofferto per te? Quante domande che mi torturavano e nessuna possibilità di avere una risposta? Hai idea? No che non ce l'hai! Quindi non ti permettere di giudicarmi adesso >>
<<Non volevo farti soffrire!>> alza la voce, lo fulmino con lo sguardo, si scusa e riprende a parlare <<Se mi sono allontanato all'improvviso è solo perché pensavo sarebbe stato meglio così, più facile da superare. Meglio essere odiato per essere sparito che per non riuscire a darti amore. Ti ho lasciato con un messaggio perché non ti amavo più e non potevo dirtelo guardandoti negli occhi sapendo invece il tuo sentimento, non ma la sono sentita. Me ne sono reso conto dopo di aver sbagliato, ma le mie intenzioni non sono mai state cattive. Ma, credimi, tutto quello che abbiamo vissuto lo porto nel cuore e lo ricordo con il sorriso. Sei stata importante. >>
<<Mh sì, così importante da essere trattata di merda anche oggi>>
<<L'hai detto tu: non so stare al mondo e non so gestire le situazioni, non mi aspettavo di vederti e di avere questo confronto>> questa volta mi sorride in modo dolce e per un attimo rivedo quel ragazzo di cui mi ero innamorata
<<Non è una giustificazione>>
<<Lo so. Scusami, se puoi, mi dispiace tantissimo per come mi sono comportato, scusa per averti fatto soffrire. Non volevo, ma ciò non cancella il dolore. Mi dispiace tantissimo e sono sincero quando dico che ricordo la nostra storia con il sorriso>>
<<Io no>>
<<Non puoi sputare nel piatto in cui hai mangiato però>>
<<Ma pentirsi di aver mangiato sì>>
<<Mi dispiace Margherita, davvero>> sembra sincero e avanza di qualche passo mentre io mi allontano indietreggiando
<<Addio Stefano>> mi giro e inizio a camminare, allontanandomi sempre di più da lui, dal mio passato, questa volta definitivamente.
<<Buona vita Margherita, sii felice>> mi urla dietro e io avanzo sempre di più, non mi giro neanche, non gli rivolgo nessun ultimo sguardo. Sono contenta di essere riuscita a rivelare tutto, mi sento bene, mi sento libera ed è solo grazie ai consigli di Lorenzo. Sorrido ripensando a quella sera e passo dritta davanti alla fermata dell'autobus per tornare a casa mia, ora voglio andare da lui, ho bisogno di ringraziarlo e voglio raccontargli tutto.
Suono il campanello, lui mi apre, gli sorrido, ricambia e ora che è davanti a me sento l'impulso di abbracciarlo, sto per farlo senza neanche dire una parola, ma una voce mi interrompe:
<<Non mi avevi detto che aspettavi visite>> Federica fa la sua comparsa raggiungendoci all'ingresso.
<<Infatti non l'aspettavo>>
E in un attimo mi si spegne tutto l'entusiasmo e mi sembra di aver commesso un errore ad essere venuta qui da lui.
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Daylight
RomanceMargherita è una parrucchiera, lavora in un famoso salone della sua città e vive le sue giornate tra casa e lavoro. Lorenzo è un attore di teatro emergente, pieno di sogni e speranze per il futuro. E se lei finisse a lavorare per la compagnia di t...