t r e n t a s e i

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la festa è quasi finita, e io per tutto il tempo non ho fatto altro che smanettare al cellulare. Non avevo voglia di parlare, né di ballare fin quando... "hey" "Taehyung..." "perchè non ti alzi?, vieni a parlare con noi, ti diverti un po'..." "non mi va" "dai, scarica la tensione" dice ma io sposto lo sguardo sulle mie scarpe. Improvvisamente la musica cambia e il ragazzo mi porge la sua mano "vieni a ballare con me questa ultima canzone" dice dolcemente. Lo guardo in faccia e leggo la sincerità nei suoi occhi "va bene..." mi alzo e il ragazzo mi porta leggermente più lontano da dove stavano ballando tutti.

"Sono carini eh?" dice indicando Jo e Jimin che ballavano assieme "sì... stanno assieme ufficialmente?" "penso di sì, insomma guardali" in effetti la cosa pareva seria. Mi abbatto pensando alla mia relazione con Hyungsik "sai che noi possiamo fargli concorrenza?" dice facendomi sorridere appena "sicuramente sappiamo ballare meglio" continua "anche se..." mette le mani sui miei fianchi "...dovresti scioglierti un po'" inizia a muoversi a tempo di musica mentre ormai i nostri occhi erano incatenati gli uni agli altri. "Sono un pezzo di legno lo so..." "non è vero, so che sei bravissima a ballare, Jo mi racconta tutto... devi solamente scacciare i brutti pensieri e divertirti" dice "sembra facile eh?" rispondo

"facciamo così... metti le tue braccia qui e avvicinati" faccio come dice, allacciando le braccia attorno al suo collo e avanzando di poco "perfetto..." sussurra "...ora senti la musica. Fai come se stessimo solo io e te nella tua stanza, che dei tuoi balli ne ha visti tanti... nessun altro ci sta guardando, la porta e le finestre di quella cameretta sono immuni ai brutti pensieri e alle brutte persone" dice facendomi sorridere "hai visto? Ora ti muovi perfettamente" dice mentre con le mani accompagna ogni mio movimento di bacino. "un giorno dovremo ballare la salsa o un tango" afferma, io rido leggermente "sei uno stupido" "almeno questo stupido è riuscito a farti ridere" continua mentre mi guarda negli occhi. Appoggio poi la fronte sul suo petto mentre i nostri corpi si avvicinano lentamente, ad ogni nota sempre di più. "grazie..." sussurro "sono qui per aiutarti" dice lui.

Improvvisamente la musica si ferma e notando la nostra vicinanza mi allontano velocemente senza però far capire il mio imbarazzo, anche se le mie guance rosso fuoco non aiutano. "è-è il momento di tornare" dico andando verso mia madre. "Jungkook?" le chiedo "è tornato a casa prima, fatti accompagnare da Taehyung con la moto, io resto qui con i signori Kim questo weekend" mi afferma "oh... Taehyung?" lei annuisce "va bene. Ci vediamo lunedì" la saluto tornando dal ragazzo che era vicino la sua moto nera opaca a mettersi il casco

"T-Tae?" dico facendolo girare "m-mia madre ha chiesto se tu potessi accompagnarmi..." dico timidamente "oh! che onore" mi risponde porgendomi l'altro casco e facendomi ridere. "Ragazzi" dice Jo venendoci in contro "hey" "Tae ti accompagna a casa?" mi chiede, io annuisco "tu devi dirmi qualcosa Jo?" dico alzando il sopracciglio mentre guardo Jimin che parla con il signor Kim "bhe sì è ufficiale okay?" "sono contenta per te..." "a proposito... Hyungsik? Che fine ha fatto?" chiede ingenuamente "te lo racconterà un altro giorno" dice Tae affiancandomi "okay(?) ci vediamo ragazzi, io torno tra poco con Jimin" dice sorpresa dalle parole del fratello "va bene, ciao".

Io e Taehyung torniamo alla moto "perché le hai detto che glielo avrei raccontato un altro giorno?" gli chiedo mentre monta sulla moto "perché non sei pronta a parlarne adesso. E poi saresti tornata triste, e a me non andava di vedere di nuovo quel broncio. Sei bella quando sorridi..." sussurra l'ultima frase ma io lo sento. Decido di non dire altro e salire dietro il ragazzo. Gli circondo il busto con le braccia "vai piano..." "agli ordini principessa" scherza. Parte e una forte folata di vento mi porta a chiudere gli occhi ... Taehyung è stato davvero gentile con me, e io sono la persona più felice del mondo nel sapere che stiamo tornando uniti come una volta. Come quando facevamo assieme i castelli di sabbia, o come quando mi prendeva sulle spalle per riuscire ad arrivare a prendere la biscottiera di sua madre sulla mensola più in alto perché troppo piccoli per arrivarci normalmente, o come quando mi prestava i suoi disegni di arte da portare al professore perché di due anni più grande...

𝓜𝔂 𝓫𝓮𝓼𝓽𝓲𝓮'𝓼 𝓫𝓻𝓸𝓽𝓱𝓮𝓻 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora