𝐏𝐓.𝐈𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐨𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

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Yunho era rimasto nella cappella così come aveva promesso a Jongho, era stato difficile restare lì a non fare niente mentre sapeva che fuori da quella stanza c'era almeno un'arma e almeno un ferito, e ancor più in pensiero lo faceva stare il fatto...

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Yunho era rimasto nella cappella così come aveva promesso a Jongho, era stato difficile restare lì a non fare niente mentre sapeva che fuori da quella stanza c'era almeno un'arma e almeno un ferito, e ancor più in pensiero lo faceva stare il fatto che il rosso ci fosse andato e sembrava non tornare più. Aveva passato le ore a tentare di distrarsi in qualche modo e di pensare ad altro, ma è impossibile farlo quando si è in una situazione del genere. Non sapeva neanche lui cosa avrebbe dovuto fare, per potersi salvare si sarebbe dovuto consegnare e sperare che le autorità avrebbero riconosciuto in quell'atto una dimostrazione del fatto che lui non c'entrava assolutamente niente con tutto ciò che era accaduto e stava continuando ad accadere, però purtroppo quando si tratta di giustizia non va mai molto bene per nessuno e quel nome non gli è proprio azzeccato. Yunho sapeva che sarebbe stata la scelta più saggia per uno come lui che sarebbe dovuto uscire dopo poco, anche se ormai sicuramente anche la sua condanna sarebbe mutata e sarebbe stata allungata a prescindere da cosa avrebbe fatto.

Ma lui non voleva separarsi da Jongho, stavano bene insieme e il solo pensiero di doverlo lasciare gli faceva provare i brividi. Però sapeva anche perfettamente che quando quei pochi giorni di relativa libertà si sarebbero conclusi, le loro strade si sarebbero certamente divise e niente sarebbe andato nel modo in cui entrambi speravano. Era difficile, scegliere riguardo una cosa così importante che ti cambia la vita. Yunho sapeva che in ogni caso non sarebbe stato felice, ma sperava che il risultato alla fine si rivelasse meno peggio delle sue aspettative, per quanto questo potesse essere improbabile. Stava seduto in un angolo su una panca a riflettere su cosa avrebbe dovuto fare e come avrebbe dovuto comportarsi, quando d'improvviso sentì dei rumori alla sua destra e girandosi si ritrovò davanti il volto di colui che ormai gli procurava un po' di timore.

Mingi era entrato lì cercando uno degli ispettori che era scappato qualche ora prima e che aveva intenzione di trovare per riportarlo assieme a tutti gli altri. Mingi non voleva uccidere nessuno di quegli uomini, un ergastolo era più che sufficiente ed inoltre era cosciente del fatto che nessuno di loro avesse fatto nulla di male, si erano semplicemente trovati al momento sbagliato nel posto sbagliato ed erano rimasti vittima di quella furia di criminali a cui lui aveva solamente dato inizio. Ma altri detenuti non sarebbero stati come lui, arrabbiati per le condizioni in cui erano costretti a vivere e altri per il semplice rancore che covavano costantemente nei confronti del mondo e delle leggi che li avevano condannati. La vita di tutti coloro che potevano definirsi come ostaggi era a rischio e ognuno lo sapeva, ma Mingi non avrebbe potuto fare altrimenti se non assicurarsi che rimanessero legati nella mensa, perché in questo caso era un ispettore, ma se fosse stata una guardia probabilmente questa non ci avrebbe pensato due volte a difendersi ferendo qualsiasi individuo che avesse provato a fermarla e allora sarebbe stata la loro fine.

Quando entrò e vide Yunho lo riconobbe subito, non ci fece caso inizialmente, non finché non notò il suo volto triste e pensieroso. Se doveva essere sincero da quando aveva stupidamente provato a fare qualcosa con lui e poi non era finita bene, non aveva più pensato a lui e anche adesso non lo pensava in quel senso. Certo, quel giorno aveva tentato di farlo, ma aveva capito che ormai il rosa appartenesse in qualche modo a Jongho e di certo non voleva più far arrabbiare quest'ultimo in quel modo adesso che le cose si erano sistemate. Si avvicinò a Yunho solo per chiedergli se avesse visto qualcuno passare, ma quando questi lo vide assunse un'espressione contrariata e si allontanò di scatto «È passato qualcuno di qui?» domandò restando in piedi poco più distante dall'altro, Yunho scosse il capo mentre nella sua testa tutti i dubbi esistenziali avuti fino a poco prima erano stati sostituiti da un unico interrogatorio. Non aveva propriamente paura, sapeva di essere in grado di difendersi, ma la presenza di Mingi lo metteva un po' a disagio e gli faceva provare quella sensazione di terrore che qualcosa possa avvenire senza che tu possa fare nulla per fermarla, cosa che in questo caso sarebbero state le azioni dell'altro.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora