𝐏𝐓.𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐨

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La luce entrava dalle due finestre aperte illuminando la piccola stanza, il sole stava ormai tramontando ed era l'ora in cui quell'ufficio con le vetrate rivolte ad ovest si trovava completamente inondato dagli ultimi raggi della giornata

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La luce entrava dalle due finestre aperte illuminando la piccola stanza, il sole stava ormai tramontando ed era l'ora in cui quell'ufficio con le vetrate rivolte ad ovest si trovava completamente inondato dagli ultimi raggi della giornata. Era un posto cupo e vuoto, ma sicuramente meno di tutti gli altri ambienti, una scrivania era posta in un angolo con accanto uno scaffale probabilmente progettato per ospitare libri ma che invece conteneva cianfrusaglie di ogni genere. Il ripiano in vetro era coperto di fogli e carte che però erano disposte in modo ordinato, segno che il proprietario fosse una persona distinta, le pareti erano per lo più spoglie ad eccezione di qualche quadro raffigurante dei paesaggi su una di esse. Vedendo solo quella stanza non si sarebbe mai potuto dire che il moro ti trovasse all'interno di un penitenziario, sembrava piuttosto un semplice ufficio di una qualunque fabbrica della parte industriale della città.

E proprio lì al centro di quella stanza, seduto su una semplice sedia nera, stava il povero malcapitato che ancora una volta si era trovato di fronte a qualcosa di nuovo e sconosciuto mentre la paura lo stava divorando dall'interno ogni minuto che passava. Di fronte a lui sedeva una persona che non aveva mai visto, un uomo anziano con i capelli grigi e la pelle rovinata per via dell'età, sarà stato sulla settantina e indossava una giacca blu con una cravatta dello stesso colore. Sembrava una persona per bene e Wooyoung non faceva altro che chiedersi cosa ci facesse uno come lui a capo di un posto sporco e contagioso come quello. Mentre era stato portato su per le scale verso quella che aveva dedotto essere la zona degli uffici, provò a pensare a delle scuse da inventare o a qualcosa da dire, ma il dolore provocatogli al braccio dalla presa fin troppo ferrea della guardia sommato alla paura dell'ignoto, non lo aiutarono affatto. Era accaduto tutto troppo in fretta, non aveva idea di come doversi comportare, nessuno gli aveva mai detto che si sarebbero potute verificare situazioni di quel tipo e adesso stava là, di fronte a quell'uomo che pretendeva risposte, con nient'altro se non un fastidioso groppo in gola e due occhi puntati dritti dentro ai suoi.

«Allora Jung, vuole parlare o no?» provò a spronarlo il direttore lanciando poi uno sguardo a Seonghwa che attendeva pazientemente in un angolo. Wooyoung rimase ancora in silenzio e così l'uomo provò di nuovo «Sei arrivato da poco, so che non è tuo questo telefono - indicò il dispositivo che adesso giaceva sul ripiano della scrivania tra i due - quindi che ne dici di dirmi chi te lo ha dato e dove ti ha chiesto di portarlo?» provò a non essere duro, dopotutto non ci voleva un genio per capire che quel ragazzo spaventato com'era non avrebbe avuto neanche il coraggio di pensare di provare ad introdurre un cellulare nella struttura, ma avrebbe comunque dovuto eseguire il suo lavoro a prescindere da chi avesse davanti e ciò significava che se il moro non avesse parlato, sarebbe stato peggio per lui.

Wooyoung in quel momento era concentrato sul capire cosa fare, avrebbe dovuto dire la verità? Sarebbe dovuto rimanere in silenzio? Cosa sarebbe successo in entrambi i casi? Non conosceva la risposta a nessuna di queste domande, ma sapeva di dover sbloccarsi e rispondere il prima possibile. Le cose, però, non erano difficili da capire anche per qualcuno arrivato da poche settimane, benché il direttore fosse sicuramente colui che comandava e che aveva in mano la libertà di tutti i detenuti, la realtà era che c'era qualcun altro a controllare tutto e non importa quanto quell'uomo distinto facesse paura con i suoi occhi affilati e la sua espressione indagatoria, queste persone avevano in mano la vita di chi stava lì e gli sarebbe bastato tirare un filo per distruggerla a qualcuno.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora