Nel momento in cui gli agenti fecero irruzione ed entrarono nell'edificio tutto sembrò scorrere a rallentatore. Alcuni detenuti scelsero di arrendersi e consegnarsi per collaborare, tutti gli altri provarono a scappare senza un apparente motivo, con la sola e vana speranza di riuscire a salvarsi, ma non c'era luogo dove andare e prima o poi sarebbero stati tutti presi, e così avvenne. Era inutile tentare di fuggire, l'unica cosa che ciò avrebbe cambiato sarebbe stato il trattamento riservatogli, ma quando ti trovi in una situazione di paura, la mente segue l'istinto, e l'istinto è quello di salvarsi. Non conta ciò che dice la ragione, ognuno sapeva che nel momento in cui sarebbe stato preso avrebbe sofferto, perchè di certo non sarebbero stati trattati con delicatezza da parte di quegli uomini violenti ed armati. Chi si trovò troppo impreparato o vicino all'entrata venne preso subito, altri arrivarono agli estremi opposti della prigione, ma alla fine sarebbero stati tutti presi, o almeno così sarebbe dovuto essere.
Per Yeosang quella confusione era del tutto nuova, nella sua breve carriera da poliziotto non aveva mai preso parte a missioni così grandi e pericolose. Seguì gli altri e li vide disperdersi in tutte direzioni intenti a colpire chiunque si trovassero davanti per poi prenderli e trascinarli fuori, erano in molti e sapevano cosa fare, al contrario di Yeosang che si ritrovò quasi sperduto in mezzo a tutto quel disastro, ma il suo obbiettivo era un altro, non era lì per aiutare a riportare l'ordine, lui era lì per trovare Seonghwa e non poteva lasciare che una situazione più scomoda del solito lo fermasse. Ragionò prima di fare qualsiasi cosa ed andò su per le scale, forse spinto dal fatto che lì ancora non c'era andato nessun altro agente oppure perché l'istinto gli disse che se Seonghwa era il direttore, il primo posto in cui cercarlo sarebbe dovuto essere il suo ufficio. Ripercorse quei corridoi da troppo tempo non visitati, era strano da dire, ma gli mancava in un certo senso la sua vecchia vita.
Quando finalmente arrivò davanti alla porta aperta, scorse Seonghwa in terra appoggiato al muro e non poté fare a meno di sentire il suo cuore sussultare. Il grigio non sembrava cosciente ed aveva il volto pieno di lividi e tagli, dai quali era uscito del sangue adesso seccatosi, non stava bene, decisamente non stava bene e Yeosang non poté fare a meno di sentire una fitta al petto, perchè faceva così male? Lo faceva arrabbiare perché era convinto di poter riuscire a smettere di sentirsi così per l'altro, ma ancora una volta gli era stato dimostrato il contrario ed avrebbe dovuto smettere di far finta di non vedere la realtà. Non perse tempo e gli corse subito incontro chiamandolo ad alta voce, si accucciò accanto al suo corpo senza badare alle condizioni in cui stava e gli sollevò la testa mentre alcune lacrime si formarono nei suoi occhi. Non avrebbe mai voluto vederlo così, vedere la persona che ami ridotta ad uno straccio è a dir poco straziante ed allora più che mai si pentì di essersene andato e di averlo lasciato. Seonghwa poteva aver fatto le cose peggiori in assoluto, ma in fondo sapeva che non le aveva mai fatte per fargli del male, perchè se c'era una cosa di cui poteva essere sicuro, era che Seonghwa lo amava, e glielo aveva dimostrato fin troppe volte.
Gli diede dei piccoli colpetti sulla guancia sperando che si risvegliasse, voleva sapere che stesse bene e vederlo in quello stato gli stava facendo sempre più male. Controllò il busto e non gli sembrò di vedere delle ferite sotto la camicia che portava, sembrava essere stato colpito solo in faccia ed infatti dopo un po' di tentativi, gli occhi del grigio iniziarono lentamente ad aprirsi e i muscoli della faccia sembrarono riprendere il loro lavoro. Seonghwa ci mise un po' per riuscire a mettere a fuoco il posto in cui si trovava, il volto non gli faceva più troppo male per fortuna, ma comunque impiegò del tempo per ricordare ciò che era accaduto. E quando finalmente riuscì a ragionare correttamente quasi credette di poter svenire di nuovo appena si trovò il volto di Yeosang davanti. Era un sogno? Forse era ancora incosciente e stava sempre nel suo mondo, forse la sua mente gli stava giocando un brutto scherzo, si probabilmente era così, Yeosang non poteva essere lì davanti a lui. Eppure la sua voce lo fece ricredere immediatamente «Seonghwa? Mi senti?» chiese tra le lacrime di gioia e il maggiore giurò di aver sentito il suo cuore ricominciare a battere come se fino a quel momento non lo avesse fatto.
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ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴ
Fanfiction⟨⟨𝐡𝐨 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐛𝐛𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐫𝐫𝐞𝐪𝐮𝐢𝐞𝐭𝐨 𝐞 𝐧𝐨𝐢 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐬𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐞𝐭𝐞𝐫𝐞𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐬...