𝒀𝒆𝒐𝒔𝒂𝒏𝒈'𝒔 𝑻𝒊𝒎𝒆

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Sin da quando era molto piccolo, a Yeosang era stato insegnato a suonare il violino, aveva passato tutta la sua infanzia con quello strumento in mano perché i genitori avevano la passione per la musica e avrebbero voluto vedere loro figlio diventa...

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Sin da quando era molto piccolo, a Yeosang era stato insegnato a suonare il violino, aveva passato tutta la sua infanzia con quello strumento in mano perché i genitori avevano la passione per la musica e avrebbero voluto vedere loro figlio diventare un bravo musicista. Ma non si chiesero mai se quello fosse ciò che veramente voleva anche il piccolo, e di fatto non era così. Yeosang non capiva perché i genitori volessero che frequentasse quelle lezioni tre volte a settimana e perché lo costringessero a studiare fino alla sera tardi le note delle solite canzoni classiche ormai venute a noia a tutti. Si sentiva diverso dagli altri, nessuno faceva quello che faceva lui, o almeno, non costantemente come lui.

Però anche Yeosang aveva le sue passioni, quei suoi piccoli momenti in cui riusciva a dimenticare tutta la sua vita così programmata come volevano quei genitori. Avevano sempre dato tutto al figlio, essendo una famiglia piuttosto altolocata i soldi non gli mancavano e Yeosang aveva sempre avuto tutto ciò che poteva desiderare, ma nonostante fossero persone affettuose e con cui andavano d'accordo tutti per via della loro spigliatezza nel parlare, erano anche persone cieche quando si trattava di vedere i sentimenti del figlio, il quale continuava a mandare numerosi segnali del suo malessere che però venivano evidentemente dispersi tra la moltitudine di pareti di marmo bianche di cui era composta la sua grande casa.

L'unica persona che lo trattava come voleva essere trattato, era suo zio. Il fratello di suo padre era una persona di una classe più bassa e non aveva certo tante cifre nei suoi conti in banca. La maggior parte della ricchezza dei genitori di Yeosang, infatti, proveniva dalla famiglia della madre. Lo zio lavorava come poliziotto nella sua stessa città e capitava spesso che il giovane lo andasse a trovare dopo scuola o in quei piccoli momenti in cui veniva lasciato libero di fare ciò che voleva. Ogni volta che Yeosang metteva piede in quell'edificio pieno di persone in divisa e impegnate a svolgere lavori per aiutare la comunità, si sentiva il cuore riempire di gioia e i suoi occhi si illuminavano. Il suo sogno più grande era diventare un poliziotto proprio come lo zio, si sentiva più vicino a questi che hai suoi genitori, era l'unica persona con cui sapeva di poter parlare di qualsiasi cosa e che ci sarebbe stata comunque. Un uomo in carne con le guance paffute e i capelli molto corti e neri, era gentile con tutti, una di quelle persone che quando le incontri di fanno sorridere anche se stai avendo una brutta giornata. Più cresceva e più Yeosang passava gran parte delle sue giornate nell'ufficio dello zio a vedere semplicemente come lavorava, affascinato da tutto ciò che riguardasse i crimini e le armi. Gli piaceva tirare fuori vecchi casi risolti e provare a trovare la soluzione per poi vedere se fosse quella giusta, ogni volta che l'uomo guardava suo nipote così felice per il suo lavoro sperava che i genitori avrebbero smesso di tormentarlo con la storia del violino e della musica e lo avrebbero lasciato essere ciò che voleva. Ma non importava quante volte avesse lui stesso provato a far aprire gli occhi ai due coniugi, loro non si smuovevano dall'idea della vita del figlio che avevano già programmato.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora