𝐏𝐓.𝐈𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

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Durante gli ultimi giorni la mente di Wooyoung era stata occupata da un unico pensiero, non ci aveva fatto caso inizialmente, ma da quando lui e San si erano raccontati a vicenda il loro passato, gli era tornata in mente la figura di sua madre

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Durante gli ultimi giorni la mente di Wooyoung era stata occupata da un unico pensiero, non ci aveva fatto caso inizialmente, ma da quando lui e San si erano raccontati a vicenda il loro passato, gli era tornata in mente la figura di sua madre. Parlare di lei, anche se brevemente, aveva risvegliato qualcosa in lui che non sapeva neanche come descrivere. Si era reso conto solo in quel momento di non sapere che fine avesse fatto e dove fosse adesso. È vero, Wooyoung la odiava, non l'aveva mai amata veramente come un figlio dovrebbe fare con una madre, lei era sempre stata assente nella sua vita, tutto quello che aveva fatto lo aveva fatto da solo, sia cose buone che cose cattive. A malapena si sentiva di essere suo figlio, quella donna non meritava di avere un figlio e proprio per quello se ne era andato, era convinto di non voler più sentir parlare di lei ed in effetti era così, ma conoscendo San aveva compreso una cosa molto importante che stando solo non aveva mai capito. Aveva capito cosa significava avere qualcuno accanto, era sempre stato solo e adesso che sentiva di avere San era diverso, e allora si rese conto che in realtà lui non era mai stato completamente solo, perché quella donna poteva aver fatto le cose peggiori in assoluto nella sua vita, ma restava sempre sua madre ed era stato lui a scegliere di rinnegarla.

Avrebbe potuto aiutarla, rimanere insieme a lei dopo essersi ripulito, invece aveva scelto di prendere un'altra strada totalmente diversa che lo aveva portato alla solitudine. Aveva scelto lui in quel modo, e proprio per quello si sentì in colpa dopo aver saputo che San aveva perso sua madre da piccolo, lui l'aveva veramente persa e non avrebbe potuto riaverla, mente Wooyoung aveva scelto di perderla e la cosa era ben diversa. Si ritrovò per la prima volta a mettersi nei panni sia di madre che di figlio, non si era mai sentito parte di nessuno dei due, eppure facendolo realizzò di aver sbagliato a non tentare di recuperare il suo rapporto con lei, anche solo un minimo, e sentì il bisogno di sapere qualcosa riguardo lei e riguardo cosa le fosse accaduto.

Si ricordò di come alcuni detenuti tenessero un telefono nel bagno, e improvvisamente gli venne l'illuminazione, voleva provare a chiamarla. Non sapeva se avrebbe risposto o se sarebbe stato un buco nell'acqua, non sapeva neanche cosa dirle, ma sentì il bisogno di farlo e in fondo tentare non costava nulla.
Non avrebbe potuto farlo dai telefoni del carcere dato che erano controllati, per cui quella di usare quel cellulare probabilmente ancora presente nei bagni rappresentò la miglior possibilità. Non disse nulla a San, quella vicenda era solo sua e lui avrebbe dovuto farlo senza dire niente a nessuno, lo faceva per sé stesso e non per qualcun altro, sentiva il bisogno di agire in quel modo e seguì il suo istinto andando a cercare il telefono. Si diresse nel bagno con l'intenzione di portare a termine l'obbiettivo che si era prefissato, iniziò a cercare in ogni angolo il dispositivo elettronico che sapeva essere lì da qualche parte, in un'altra situazione non avrebbe osato toccarlo, ma adesso si trattava di una cosa troppo importante per preoccuparsi delle persone a cui il telefono apparteneva, dopotutto nessuno avrebbe potuto sapere che lo aveva preso lui e in ogni caso contava sull'aiuto di San se le cose si fossero messe male.

Mentre stava là a cercare entrò in bagno anche Hongjoong, il moro lo guardò il tempo di vederlo schizzare verso i lavandini e lavarsi le mani visibilmente insanguinate. Si agitò subito chiedendosi cosa fosse successo, ma la curiosità ebbe il sopravvento ed iniziò a parlare per primo, sebbene loro due non conversassero da veramente tanto tempo. «Che hai fatto?» gli domandò riferendosi palesemente al sangue che aveva sulle mani mentre questi se le stava strusciando nervosamente per eliminarne ogni pigmento. «Non sono affari tuoi» rispose secco il blu, aveva visto Wooyoung con la coda dell'occhio entrando ma era troppo impegnato a farsi passare l'ira per potergli importare della sua presenza. «Ho saputo che ti hanno sparato, benvenuto nel club» disse per prenderlo in giro e Wooyoung fece finta di niente, ebbe voglia di rispondergli ma si trattenne perché ricordava benissimo cosa fosse capace di fare Hongjoong e non voleva affatto metterlo alla prova. «Dov'è San? Sai doveva venire da me ma a quanto pare tu eri più importante» continuo il maggiore, in realtà era solo per distrarsi da ciò che aveva fatto, in modo da calmarsi parlando di qualcosa che non riguardasse lui, «Non so dove sia, mica gli faccio da balia» rispose Wooyoung interrompendo la sua frenetica ricerca, «No infatti, pensavo fosse il contrario in realtà» replicò il blu ridacchiando e facendo salire il nervoso all'altro, gli dava fastidio il fatto che sembrasse così fragile da avere sempre bisogno di aiuto, ma continuò a passarci sopra ripetendosi che non si sarebbe dovuto mettere nei guai con lui di nuovo.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora