𝑺𝒆𝒐𝒏𝒈𝒉𝒘𝒂'𝒔 𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒚

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Sin da piccolo, Seonghwa si era sempre comportato come il figlio modello, aveva sempre dato ascolto ai suoi genitori, e forse era proprio a causa loro che era cresciuto con una personalità molto complessa

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Sin da piccolo, Seonghwa si era sempre comportato come il figlio modello, aveva sempre dato ascolto ai suoi genitori, e forse era proprio a causa loro che era cresciuto con una personalità molto complessa. Il suo carattere era spesso molto difficile da capire e sopportare, era un bambino che sembrava avere sempre le idee chiare, come se non avesse mai indecisioni o incertezze. Non dubitava mai di sé stesso, si imponeva sugli altri già dalla tenera età, e non era raro che stesse antipatico ad altri bambini per via della sua, talvolta eccessiva, arroganza. Non che fosse irrequieto o maleducato, anzi, era stato educato a comportarsi bene e a dare sempre del suo meglio. C'era una cosa, però, che i suoi genitori benestanti non gli avevano insegnato, e questa era il rispetto. A Seonghwa era sempre mancato il rispetto per gli altri, aveva iniziato a capire quanto fosse importante solo crescendo, e si era impegnato a cambiare e ad abbandonare le abitudini prese da bambino. Ma non erano proprio esse ciò che ti rimane per tutta la vita?

Così facendo aveva cominciato a crescere e maturare, con il tempo sviluppò un altro lato distintivo del suo carattere, la furbizia. Riusciva a farsi furbo per trarre il meglio da ogni situazione. Alle scuole elementari quando altri bambini giocavano con il gioco che voleva lui e non glielo lasciavano, proponeva sempre loro di cambiare gioco e divertirsi tutti assieme. Questi lasciavano così l'oggetto in un angolo per correre o svolgere qualsiasi altra attività proposta da Seonghwa, che appena si furono distratti andava a riprendersi il suo gioco in santa pace. Una cosa stupida, si, ma per un bambino della sua età era anche fin troppo complicata da comprendere.

Alle scuole superiori trovava sempre il modo di dare la colpa ai suoi compagni per qualsiasi suo sbaglio, e le sue accuse erano così convincenti che tutti, e specialmente gli insegnanti, gli credevano. Non stava simpatico agli altri ragazzi, solo a qualcuno più simile a lui. Però questo non vuol dire che fosse un bullo, infatti non faceva del male a nessuno, era semplicemente egoista e metteva se stesso prima degli altri in ogni situazione. Fu in quegli anni che conobbe una ragazza, la vide per la prima volta fuori dal piccolo negozio di alimentari in cui era solito andare. Era una notte d'estate e non aveva voglia di stare a casa così preferì uscire e andare a trovare il suo amico Seungmin che aveva il turno serale in quel supermarket. La ragazza entrò con gli auricolari alle orecchie salutando Seonghwa e Seungmin dove la cassa. Il primo la seguì con lo sguardo fino allo scaffale delle bibite, camminava lentamente muovendo di tanto in tanto le braccia e il corpo a ritmo della musica che stava ascoltando. Indossava una felpa grigia lunga e un paio di pantaloncini corti che però rimanevano nascosti alla vista per via della lunghezza del primo indumento. «Che c'è? Ti piace quella?» chiese il suo amico vedendo che non le stava staccando gli occhi di dosso, «È molto carina, non trovi?» rispose Seonghwa voltandosi finalmente e smettendo di consumarla con lo sguardo, «Provaci, magari la notte potrebbe prendere una bella piega» era risaputo che Seonghwa cercasse spesso avventure da una notte, certo, non sempre trovava qualcuno quando ne aveva voglia e spesso capitava che le ragazze gli tirassero uno schiaffo per la sua sfacciataggine. Però quella sera non sentì il bisogno di farlo, non aveva voglia di andare ad importunare quella figura quasi angelica che lo aveva rapito dal primo istante. Non sapeva neanche come si chiamasse ma sentiva di non aver bisogno di saperlo, gli bastava osservare la giovane ragazza dai capelli lunghi muoversi tra una corsia e l'altra, sparendo di tanto in tanto dietro gli scaffali.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora