𝐏𝐓.𝐈𝐈: 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨

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Yeosang aveva trascorso le ultime ore in una situazione non proprio semplice, non faceva altro che pensare a Seonghwa e chiedersi come stava, era preoccupato e sentiva di non riuscire a stare con le mani in mano mentre le persone del caso ragionav...

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Yeosang aveva trascorso le ultime ore in una situazione non proprio semplice, non faceva altro che pensare a Seonghwa e chiedersi come stava, era preoccupato e sentiva di non riuscire a stare con le mani in mano mentre le persone del caso ragionavano su come agire. Era straziante non poter far niente, ma ormai il suo contributo lo aveva dato e a quel punto veramente l'aiuto che avrebbe potuto ancora offrire era minimo, perchè riconosceva di essere molto meno esperto di qualsiasi altra persona presente laggiù. Però gli dava fastidio sentirsi inutile, sapere di non poter fare altro e di dover restare fermo lì ad assistere a qualunque cosa fosse successa, per questo quando vide la squadra speciale della polizia prepararsi per fare irruzione nell'edificio gli venne un'idea che lo colpi dritto come un fulmine. Non sapeva cosa ci sarebbe stato là dentro, ma non gli importava quanto sarebbe potuto essere pericoloso, lui voleva entrare insieme a quegli uomini e trovare la persona che amava. Non poteva, semplicemente non ci riusciva a stare lì fuori sul quel dannato muretto ad osservare gli altri che facevano il loro lavoro, sentiva il bisogno di agire ed avrebbe agito a qualunque costo.

Probabilmente, anzi, sicuramente avrebbero tentato di impedirglielo in tutti i modi, ma a lui non importava. Non gli importava perchè sentiva che il cuore sarebbe potuto esplodergli da un momento all'altro se non avesse fatto qualcosa per distrarsi o per farlo rallentare, era troppo agitato e preoccupato e non se lo seppe spiegare nemmeno lui. Ancora una volta, era convinto che Seonghwa non avrebbe mai più avuto quell'effetto su di lui, e invece eccolo li, il sentimento che gli aveva fatto mettere in gioco ogni cosa pur di essere soddisfatto. Forse era una cosa malata, dopo essere stato ferito in quel modo andare a cercare proprio la persona che lo aveva ferito, ma qualcosa gli diceva che doveva farlo, che quella lì era la scelta giusta e che non avrebbe dovuto esitare. Yeosang non aveva mai dato seconde possibilità, nella sua vita aveva sempre voltato le spalle alle persone che non lo avevano accettato, in primis i suoi genitori, ed era arrivato ad un punto in cui iniziò a dubitare della cosa, magari non era sempre quella giusta da fare. Non aveva mai perdonato nessuno, ma ciò non aveva dimostrato di portarlo a stare meglio, ed anzi, questa volta stava anche peggio, quindi forse era arrivato il momento di provare per una volta a tornare indietro e a concedere un'altra possibilità alla persona che forse più di tutte lo aveva ferito, ma anche quella che tra tutte era più importante per lui.

Da quando aveva saputo della cosa, si era reso conto di non voler perdere Seonghwa, sentirlo in pericolo di vita in quel modo gli aveva risvegliato qualcosa dentro e non poteva lasciare che tutto terminasse per davvero. Era convinto di non volerlo più vedere, eppure adesso stava là pronto a rischiare pur di salvare la vita di quella persona che amava talmente tanto da odiarsi per questo. Perchè forse in fondo non aveva mai voluto lasciarlo, forse quella era stata una scelta dettata solo dalla parte più razionale del suo cervello e che prima o poi era inevitabile che venisse superata da quella dei sentimenti. No, lui non voleva che tutto finisse per davvero, capì che in un certo senso sapere che Seonghwa era ancora lì da qualche parte e che lo stava forse ancora aspettando nonostante tutto quello che gli aveva fatto e detto, era ciò che lo spingeva ad andare avanti e avanti ancora. Sembra strano, dopotutto era lui la persona che lo aveva usato, amato e ferito allo stesso tempo, eppure Yeosang si sentiva come se in un certo senso fosse protetto, Seonghwa apparteneva al passato è vero, ma sapeva che se mai ci fosse risprofondato dentro lo avrebbe trovato ancora lì pronto a frenare la sua caduta. Un po' come quando cadi di schiena ma sai che sotto a te c'è un materasso che non ti farà ferire, Seonghwa era il suo materasso e sapere che sarebbe potuto non esserci più da un momento all'altro lo fece sentire in dovere di salvarlo, per lui, ma sopratutto per sè stesso.

ƒєνєя || ᴡᴏᴏsᴀɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora