prologue

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Corsi fuori velocemente da quella maledetta casa abbandonata, ogni tanto mi guardavo indietro sperando e pregando Dio di non vedere il mio sequestratore, le gambe sembravano andare da sole, finalmente ero libera e la stanchezza non mi sarebbe stata da intralcio, erano anni che aspettavo quel momento. Nessuno apprezza mai la libertà finché non sa cosa significa non averne, fin dall'età di 5 anni ero stata imprigionata dallo zio di mia madre, a cui ero stata affidata, tutti pensavano fosse pazzo ma lei voleva provare a dargli una possibilità, ogni sera egli abusava del mio esile corpo, nonostante provassi a dimenarmi e ad urlare non potevo fare nulla per difendermi, ero piccola e nessuno mi avrebbe mai creduta. Finalmente dopo 13 anni ero riuscita a fuggire e non appena riuscii a immischiarmi tra la folla guardai in alto, verso il cielo immenso giurando che mi sarei vendicata, in un modo o nell'altro quell'uomo avrebbe sofferto. <<scusate signorina dove siete diretta? sembrate molto stanca>> i miei pensieri tormentati e rancorosi vennero interrotti da una donna abbastanza giovane dal portamento elegante e sofisticato che mi sorrise amorevolmente, sembrava preoccupata per il mio aspetto e la mia salute, ero piena di lividi e ferite, non sarei mai passata inosservata <<sono diretta alla corte di Francia>> ammisi sperando che non mi facesse altre domande, volevo iniziare a cercare aiuti per tornare in Scozia, da mia madre <<potete venire con me, c'è una carrozza proprio qui vicino che mi aspetta>> sorrisi annuendo leggermente, chi era quella donna? non feci in tempo nemmeno a ragionare su una possibile risposta che caddi a terra priva di sensi.

<<come vi sentite?>> spalancai gli occhi aspettandomi di essere tornata in quella casa governata dall'orrore, eppure così non fu, ero riuscita a scappare sul serio e non più solamente per sogno.La donna vicino a me si schiarì la gola ripetendo la domanda per la seconda volta, i suoi capelli castani le corniciavano il viso facendolo risplendere in quella mattina piena di più nuvole "molto bene la ringrazio, potrebbe dirmi il suo nome?" la sua identità mi era ancora ignota e una cosa che odiavo  era il mistero, nonostante il fascino che esso celava dentro di se "oh scusate io sono lady Lola e so già chi siete voi quindi non c'è bisogno che vi presentiate" spalancai gli occhi e la bocca sorpresa "la ringrazio per la gentilezza e pietà  che avete dimostrato nei miei confronti" dissi poi con la gola  secca a causa della sorpresa, cercai pure di alzarsi ma proprio non ne ebbi le forze, solo una cosa in quel momento mi passava per la testa, come faceva a conoscere proprio me se avevo sempre vissuto imprigionata?

Lola si alzò dallo sgabello nel quale si era adagiata avviandosi verso l'uscita dell'infermieria di corte <<aspettatemi qua Caroline, arrivo subito con una persona che non vedete da tanto>> emanò prima di scomparire dalla mia vista definitivamente.

Dopo qualche minuto, a me parve che fossero passate ore, la figura della ragazza avanzò verso di me con un sorriso pieno di gioia
<<Maria vieni pure>> non appena sentii quel nome persi un battito, mi avevano sempre detto che mia sorella era morta, diamine come avevo fatto a non rendermi conto che era tutta una bugia per non darmi motivo per fuggire?

<<sorellina mia>>mia sorella corse verso di me ammirandomi leggermente dispiaciuta, nei suoi occhi c'era una tempesta di emozioni, era diventata davvero bella e non potevo nemmeno lontanamente competere con lei ma non era quello il mio obiettivo

<<cosa ti è successo?>>disse poi prendendo il mio viso pallido tra le mani dopo avermi abbracciata senza tanta forza per paura di farmi male alle piccole ferite che riportavo sul mio esile corpo <<è stato lo zio di nostra madre, Marcus, ma ora non importa, mi vendicherò di lui più avanti, ora sei qui con me Mary e non voglio pensare ad altro>> esclamai fingendo un sorriso, la verità era che anche il solo ricordo di tutto quello che avevo passato mi faceva iniziare a tremare come una foglia e una cosa da quell'esperienza la avevo imparata, mai e poi mai farsi vedere deboli davanti agli altri, indipendentemente da chi mi trovassi davanti.

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