Daughter Of Poseidon

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Fandom: Percy Jackson

Universo: Durante e dopo "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo"

Ship: Percy x Annabeth

ATTENZIONE IN QUESTO CAPITOLO SI PARLA DI UN PERSONAGGI SCRITTO E INVENTATO DA ME.

Mi Alzai relativamente presto quella mattina. Il sole filtrava dalla mia finestra facendomi allontanare sempre più dai miei sogni, e grazie agli dei, direi. I sogni di una semidea non sono mai bei sogni.
Mi Alzai e inifilai i pantaloni del pijama. Passai difronte allo specchio della mia camera, avevo un aspetto orribile: gli occhi verdi mare erano arrossati e gonfi, i capelli neri che portavo corti sulle spalle erano arruffati in una specie di chignon, per il resto ero una normale (per quanto può esserlo una semidea) quattordicenne, un pó alta forse, ma normale.
Non ci diedi molto peso perció uscì dalla mia camera.
Fui avvolta da odore di pancake e caffè e di tante voci a me familiari.
"Oh buongiorno, tesoro" disse Sally mentre finiva di cucinare delle uova
Quella donna chiamava 'tesoro' chiunque persona a cui tenesse.
E dei! Quella donna teneva a cuore chiunque, un altro dei motivi per cui mi aveva praticamente accolta a casa come se fossi sua figlia.
"Buongiorno, Sally" sorrisi
Mi appoggiai all'isola della cucina prendendo un caffè.
"Buongiorno, Paul" dissi vedendolo sul divano con un caffè e un giornale
"Buongiorno Madlaine" mi disse
"Ehy, Mad" Mi salutó Annabeth appena comparsa in cucina
"Ciao, Ann" le Sorrisi
Ben presto vidi che eravamo nella stessa situazione: capelli arruffati e occhi rossi.
"Percy?" chiese Sally
"Arriva, era in bagno" rispose Annabeth prendendo un caffè e sedendosi sul tavolo.
"Buongiorno" disse una voce stanca
"Buongiorno" risposimo in coro
Percy diede un bacio sulla guancia a Sally, poi si diresse verso il tavolo, passandomi di fianco e dandomi uno schiaffetto sulla nuca. Continuó a camminare verso il tavolo, io presi una forchetta e gliela lanciai. Lui l'afferró prontamente proprio prima di piegarsi per baciare la sua ragazza.
"Non infastidire tua sorella" lo riprese Annabeth
E sì: questo era mio fratello, colui che mi ha salvato la vita, un eroe fatto e finito che aveva affrontato due guerre e ne era uscito indenne, il grande Percy Jackson.
Ma forse dovremmo tornare un pó indietro? Credo di sì:
Avevo appena tredici anni quando incontrai Percy, Annabeth e Grover.
Viaggiavo per tutta l'America scappando dai mostri, lo facevo da anni ormai, fin da quando mia madre mi aveva praticamente ripudiata sapendo che le portavo solo guai.
Una mattina avevo iniziato a correre per i vicoli di New York, sentendomi inseguita da qualcuno. Ben presto finì in un vicolo cieco e estrassi la spada, pronta a vedermela con l'ennesimo mostro.
Vidi tre figure avvicinarsi nel buio.
"Forza! Trasformati in quel che diavolo sei!" urlai
Ero allo stremo delle forze, stressata e più sola che mai.
"Metti via quella.." mi disse una voce tranquilla
Era una voce limpida e chiara di una ragazza, era difronte a me ma non riuscivo ancora ad individuarne il viso.
"Non rimango mai indifesa difronte a dei mostri" dissi facendo roteare la spada in una mano
"Andrebbe bene, se noi fossimo dei mostri.." disse la voce di un ragazzo
Cercai I suoi occhi e li trovai in fretta. Verdi, di un verde intenso e profondo come le acqua dell'oceano. Sentivo di potermi fidare di lui, era venti centimetri centimetri più alto di me, più muscoloso di me e sembrava saperci fare con le armi, eppure lo guardavo e mi sentivo sicura.
"Non avvicinarti" dissi puntandogli una spada
"Ehy, io sono Grover" disse un altra voce, sempre maschile
"Guarda: sono un satiro, ti pare che un satiro andrebbe in giro con dei mostri?" chiese
No, I satiri sono generalmente Pacifici o almeno da ciò che avevo letto nei libri mitologici.
"E allora cosa siete?" dissi senza abbassare la spada
"Semidei, come te" disse la ragazza
Ora riuscì a vederne il viso, era molto bella, con i capelli biondi e gli occhi grigi tempesta.
"Madlaine.." disse la ragazza
"Come sapete il mio nome?" chiesi
"Noi sappiamo chi sei.." inizió Il ragazzo dagli occhi verdi
"Perciò ora ti diremo chi siamo noi: io sono Percy Jackson, figlio di Poseidone" disse
-Non avevo mai incontrato dei semidei, si presentano tutti così?- mi chiesi
Percy era figlio del dio del mare, uno dei tre fratelli originali, e si chiama come un figlio di Zeus?
"Lei è Annabeth Chase, figlia di Atena" continuó indicando la ragazza
Figlia della dea della saggezza e della strategia militare.
-Meglio non mettersi contro di lei-pensai
"E Grover Underwood, satiro anziano" concluse
"E cosa volete da me?" chiesi
"Aiutarti, portarti in un posto sicuro" mi disse Annabeth
"Un posto, finalmente sicuro.." continuó piano
"Io non ho un posto sicuro, i mostri mi perseguitano" dissi
"Lo fanno con ogni semidio, ma esistono posti, come quello in cui viviamo noi, dove i mostri non arrivano e dove si vive in pace, come una famiglia" disse Grover
Famiglia, non ne ho mai avuta una.
Mi sembra spettacolare come idea.
"So come ti senti, ci sono passata.." disse piano Annabeth
"Puoi fidarti" disse poi
"Come sapró che non mi mentite?" chiesi
"Non puoi, devi fidarti" sorrise Percy
"Sappi che non vogliamo farti del male, sul serio" disse Annabeth
Abbassai imperticibilmente la spada e li seguì.
Passammo difronte alla spiaggia, mi sentì rigenerata, e poi iniziammo a salire una collina.
-sembra uno di quei posti dove si portano le persone per assassinarle-pensai
Ma ben presto comparve un arco, con una scritta in greco antico che riuscì a decifrare in fretta, al contrario dell'inglese, diceva 'Campo mezzosamgue'.
Vicino all'arco un albero, con qualcosa intorno, oltre una fattoria dalla facciata azzurra e poi immensi campi di fragole.
"Grandioso eh?" disse Percy
Pasammo difianco all'albero e ben presto capì che quella cosa che c'era intorno all'albero era un dragono.
"Lui è Peleo" disse Annabeth
"È il nostro guardiano" continuó
Poi superammo l'arco e una folla di ragazzi ci invase.
Istintivamente mi avvicinai a Percy e mi aggrappai alla sua maglia. Mi resi conto presto di cosa stavo facendo, perció lo lasciai.
"Sta tranquilla, loro sono gli altri, la famiglia" sorrise Percy
"Forza, su, sgomberare ragazzi!" disse Percy
"Sapete come si fa con i nuovi, tornate alle vostre cose" continuó Grover
Ben presto tutti andarono via tra chiacchiere e risate.
"Sono per lo più tutti innoqui, forse è meglio non mettersi contro qualche figlio di Ares e stare attenti agli scherzi di quelli di Hermes ma qui siamo tutti molto socievoli" disse Annabeth sorridendo
Non risposi.
Arrivammo difronte alla grande fattoria azzurra e lì c'era un uomo altissimo e per metà cavallo.
"Un centauro.." mormorai ammirata
"Il centauro" disse Grover
"Io sono Chirone" disse il centauro
Aveva barba e capelli neri, ben curati e un manto bianchissimo.
"Io mi chiamo Madlaine Costa, ma penso che lo sappiate" dissi
Chirone sorrise benevolo.
"Si, che ne dite di portarla in infermeria, avrà bisogno di cure" disse agli altri
"Riposa un pó, poi ti spiegheremo tutto.." mi sorrise Chirone
Annuì piano.
"Ann, Grover dite agli altri di Hermes di preparare il sacco a pelo, io la porto da Will" disse Percy
"Certo, a più tardi" mi sorrise Annabeth
"A presto.." dissi
La figlia di Atena guardó per un attimo Percy, con uno sguardo che non saprei neanche come chiamare. Quei due di guardavano come se non esistesse nessun altro.
Poi io e Percy iniziammo a camminare verso L'infermeria, il figlio di Poseidone mi mostró tutto quello a cui passavamo difronte.
Arrivammo all'infermeria che era piena di gente.
"Oh dei! Will, sono ancora I ragazzi della caccia alla bandiera?" chiese Percy
Chi stava con un braccio fasciato, chi svenuto, chi con bruciature sulle mani.
"Si!" rispose un ragazzo biondo che stava fa sciando la gamba di una ragazza
Poteva avere quindici o sedici anni ed era il classico surfista californiano (lo so perché li ho visti con i miei occhi): pelle abbronzata, occhi azzurri e capelli biondi, ma non per questo meno bello. Indossava un camice azzurro, un paio di pantaloncini e un paio di infradito.
"Ci siamo dati particolarmente alla pazza gioia, ieri sera.." sospiró il ragazzo raggiungendoci
"Nico? È partito sta mattina?" chiese Percy
"Si, Reyna gli ha chiesto di anticipare la partenza"disse il biondo
"Cosa c'è? Hai bisogno di qualcosa?" continuó
"Si, ehm, lei è Madlaine, una ragazza nuova, appena ripescata dai vicoli bui di New York" disse Percy
"Ehy!" lo richiamai
Percy sorrise.
"Lui è Will, il miglior medico del campo e figlio di Apollo" disse Percy
"Ciao" sorrise Will
Ricambiai appena.
"Immagino che i mostri non ti diano tregua eh?" chiese facendomi sedere su una branda
"Si, da un bel pó di anni, al dire il verso" dissi
Will mi controlló il viso.
"Penso che i tagli vadano solo disinfettanti, che tu abbia bisogno di una bella dormita e di un bel pó di nettare" decretó
"Percy te la vedi tu? Ho un bel pó da fare" disse verso Percy
"Certo" sorrise il figlio di Poseidone
"Benvenuta al campo" mi sorrise Will prima di andare via
Percy prese un panno con dell'acqua e inizió a pulirmi i graffi sul viso e sulle braccia mentre mi parlava del campo.
Trovai buffo come agrottasse le sopracciglia, lo facevo nello stesso identico modo.
"Bevi questo, starai meglio" mi disse dandomi una bottiglia con una cannuccia
Bevvi: sapeva della zuppa che mi faceva mia madre, quando ero piccola, quando stavo male.
"È nettare, bevanda degli dei, ha un sapore diverso per ognuno" disse Percy vedendomi esitare
Mi sentì davvero meglio dopo. Percy mi portó a fare un giro del campo, mi presentó alcuni dei suoi amici e poi mi mostró le cabine.
"Starai nella cabina undici, quella dei figli di Hermes, almeno finché il tuo genitore divino non ti riconoscerà" disse poi
"Padre dei viandanti.." riflettei
"Si. Sono forti ma devi tenere le tue cose ben strette, hanno le mani lunghe" disse lui
"Hai idea di chi possa essere il tuo genitore?" mi chiese poi
"Non lo so, magari Ares: sono molto brava a combattere, e sono competitiva.." ipotizzai
"O Zeus, ogni tanto ho creato delle belle tempeste quando ero arrabbiata" continuai
"Sono figlio di Poseidone e sono al momento il miglior spadaccino del millennio e prima di me lo era un figlio di Hermes, non prendiamo sempre tutto dai nostri genitori" disse Percy
"Dipende anche dai nostri talenti naturali" continuó
"Forse.." sussurrai
"Da quand'è che non fai un pasto decente?" mi chiese poi
"Io.. Anni molto probabilmente" dissi
"Bene, allora andiamo" mi sorrise
Ci rimpizzammo e poi, quella sera al faló, mio padre mi riconobbe.
Il tridente sopra la mia testa fece parlare tra loro le persone e ammutolirne altre. Percy ne sembrava sconvolto. Capì presto che non era una cosa da tutti i giorni avere un altro figlio di Poseidone al campo.
"Oh no, un altro testa d'alghe" grugnì Clarisse La Rue
Leo Valdez, invece, scoppió a ridere, una risata nervosa.
"Impossibile! Avevano.. Avevano detto niente più sorprese" rise il figlio di Efesto
Come potevo essere figlia di Poseidone? Come poteva esser emio padre il dio del mare?
Chirone battè gli zoccoli.
"Ave, Madlaine Costa, figlia di Poseidone!" disse prima di inginocchiarsi
Tutti lo imitarono, tutti tranne Percy.
Il ragazzo si voltó e se andó.
"Percy!" gridó Annabeth rincorrendolo
Poi caló il silenzio. Ecco perché mi ero sentita subito sicura nei confronti di Percy, inoltre avevamo quelle piccole somiglianze che non potevamo non essere parenti. Percy, però, non era mio fratello, io avevo un solo fratello e l'ho ucciso.
"Madlaine, posso parlarti?" chiese Chirone
Annuì piano e li seguì fino alla casa grande.
Vidi una foto di Percy appesa alla parete e una di Annabeth.
Chirone mi raccontó tutta la storia.
"Abbiamo timore che il fatto che tuo padre ti abbia riconosciuta non possa che portare scompiglio sull'olimpo, Percy non ha avuto e non avrai una vita semplice per via della scelta di suo padre" concluse
"E tu non sarai da meno, purtroppo.." disse
Mi ero rassegnata a essere indesiderata da quando mia madre mi aveva ripudiata e cacciata da casa, a soli nove anni, era normale per me.
"Non prendere ciò che farà Percy, sul personale" mi disse il centauro
"Non è una persona cattiva e non è arrabbiato con te, è che Poseidone aveva promesso di non avere più sorprese per lui in fatto di fratelli" continuó
"Dopo un ciclope come fratello pensava di essere apposto" concluse
"Io non dveo essere sua sorella, ho vissuto da sola per anni, posso continuare a farlo" dissi
"Ora, vorrei andare a riposare" continuai
"Certo, puoi andare alla cabina 3,è quella di Poseidone" disse
"Buonanotte" dissi uscendo
"Buonanotte a te" rispose il centauro sorridendo
Presi il mio zaino e mi diressi verso la cabina numero 3. L'avevo vista quella mattina, mi piaceva, era blu e carina. E poi era sulla spiaggia, una grandiosa spiaggia.
Entrai nella cabina, era spaziosa e con un pó di letti. Riconobbi subito quello di Percy: disfatto e disordinato. Con vestiti ovunque, uno skateboard da una parte e un corno e uno scudo appesi alla parete.
Spostai un paio di boxer incappati nel mio cammino e mi sistemai su un letto, difianco a uno più sformato, forse un figlio di Poseidone del secolo scorso un pó più in sovrappeso?
Mi feci una doccia e mi misi nel letto, Percy tornó solo a notte fonda. Mi misi seduta quando entró, ma lui mi ignoro beatamente e andó in bagno. Mi sdraiai nuovamente e caddi in un sonno profondo,disturbato da incubi costanti ma sempre migliore di quello che facevo da qualche anno a questa parte.
La mattina dopo, quando mi Alzai, Percy non c'era già.
Alla base del mio letto c'era un cambio di vestiti puliti: pantaloncini di jeans e una maglietta arancione con su scritto 'Campo Mezzosangue'.
Mi vestì, legai i capelli (che portavo ancora lunghi) in una treccia, misi la mia spada nella cintura e uscì.
Appena fuori trovai Annabeth e Clarisse.
"Ciao" mi sorrise Annabeth
Era impossibile odiare quella ragazza, nonostante non sopportassi il suo ragazzo.
"Ciao" dissi cauta
"Ho combinato qualcosa? Sono appena arrivata" dissi
Annabeth sorrise.
"No, pivella, siamo qui per trovare la tua arma" disse Clarisse
Le scoccai un'occhiataccia.
"E io te l'avevo detto, La Rue, che lei ha già la sua spada" disse Annabeth verso la figlia di Ares
"Si"dissi estraendo la mia spada
"L'ho trovata in un covo di ciclopi, due anni fa" dissi mostrandogliela
Era di bronzo celeste, con un elsa sottile e perfetta per me.
"Prima avevo un pugnale, mi è caduto da una scogliera" dissi
"Beh, non è male, è di buona fatturazione" soppesó Annabeth
"È soppesata bene, per te?" chiese la figlia di Atena
"Si, mi ci trovo bene" dissi
"Penso che possa andare" disse Clarisse ridandomi la spada
"Bene, allora ti lasciamo a Piper, è lei che di solito mostra le attività ai ragazzi nuovi" disse Annabeth
In quel momento arrivó Piper.
"Si, lasciate fare a me" disse la figlia di Afrodite
Piper mi piaceva, era in gamba e non le interessava il suo aspetto esteriore, nonostante fosse stupenda.
Annabeth alzó gli occhi al cielo.
"Ci si vede in giro" disse Clarisse andandosene
Annabeth mi guardó con un aria dispiaciuta.
"Si, ci si vede" sorrise poi andandosene
Piper mi mostró tutte le attività, quella mattina mi arrampicai con successo sul muro e mi allenai con la spada e i manichini.
Avrei voluto andare un pó sulla canoa e magari provare il tiro con l'arco, ma c'era tempo per quelli.
Mentre mi allenavo, vedevo in lontananza Jason e Percy combattere da tutta la mattina. Quei due erano proprio agguerriti, non la finivano più.
"Ehy!" mi chiamó qualcuno
Un ragazzo di Ares a quanto pare o forse di Iride, non ricordo.
"Ti va di duellare con me, invece che con un manichino?" chiese
"Bill! È nuova, non la stressare" disse qualcuno in lontananza
Feci roteare la spada nella mano.
"Forza" dissi
Iniziammo a duellare e presto il ragazzo si trovó la punta della mia spada alla gola.
"Mi chiedo se Poseidone non sforni solo spadaccini" sorrise appena il ragazzo
Non Risi, rimasi con la spada alzata e il fiatone. Poi abbassai la spada e suonó il corno per il pranzo.
Presi il mio piatto e ne bruciai metà agli dei, poi andai al tavolo di Poseidone. Mi sedetti più lontano possibile da Percy e ci ignorammo a vicenda.
Dopo pranzo decisi di andare al molo. Mi sedetti alla fine del molo, tolsi le scarpe e gli misi in acqua. Mi ero sempre sentita sicura rispetto all'acqua.
"Ciao papà.." mormorai avvicinando una mano all'acqua
Senza che la toccassi, questa inizió a sollevarsi e attorgliarsi sulla mia mano.
"Sembra strano parlarti, sei sempre stato una leggenda, mai saputo chi fossi.." continuai
"Perché l'hai fatto?" dissi continuando a guardare l'acqua sulla mia mano
"Di un pó: mia madre ti piaceva così tanto da disonorare un patto una seconda volta?" chiesi
Sospirai.
"Potevi almeno dirlo a Percy, ora mi odia"
"Sono impazzita tanto da parlare con dell'acqua, grande Madlaine" conclusi
L'acqua cadde di nuovo nell'oceano.
Poi mi avvicinai sempre di più al bordo del molo, fino a quando non caddi in acqua.
Mi sentì leggera e libera, provai a respirare e non avevo problemi. Ero nel mio elemento. Nuotai in lungo e in largo e poi, dopo ore, decisi di uscire. Non avevo neanche una goccia d'acqua addosso, dovevo ringraziare papà per questo a quanto pare. Mi diressi alla cabina con le scarpe in mano e il cuore più leggero. Peccato che il cuore mi sprofondó sotto le scarpe quando entrai nella mia cabina e ci trovai Percy che sistemava le sue cose.
"Ciao.." dissi piano
"Ciao" disse lui senza alzare lo sguardo.
Mi diressi al mio letto e mi ci sedetti. Guardai Percy finire di sistemare le sue cose mentre trovavo la forza di parlare, mentre speravo che lui mi parlare.
"Io non ho bisogno di un fratello" decretai
Percy si voltó verso di me.
"Lo avevo un fratello e ora non ce l'ho più, ho vissuto da sola, completamente da sola, per anni" continuai con gli occhi lucidi
"Non ho bisogno di nessuno, ho me stessa e mi basto" dissi alzando mi è trovando una strana rabbia
"Vorrei solo che tu non mi odiassi, perché non ho la colpa di niente se non quella di nascere, ed è una cosa di cui fin troppi mi hanno incolpato"
"Ed è una cosa che tu dovresti capire più di tutti!" conclusi
Avevo le lacrime agli, ripensando a mio fratello, me le asciugati velocemente.
"Io.. Io non ti odio" disse lui
"So cosa stai passando, e so che è terribile" continuó
"E davvero, sento un legame forte con te, fin da quando ci siamo incontrati"
"Non sei tu il problema.." concluse
"E allora perché non mi parli?! Perchè dai finta di non vedermi?"chiesi
"Perché per me è stato un duro colpo, papà non mi aveva mai mentito.." disse piano
"Pensavo che avrei potuto vederlo davvero come un padre, sembrava star facendo il padre sul serio" continuó
"Mi ha anche detto che ero il suo prediletto" sorrise appena
"È di questo che hai paura? Non me ne frega niente di essere la prediletta"sbottai
"Non so neanche come potrei esserlo, ho vissuto una vita in mezzo alla strada ma non è neanche paragonabile a ciò che mi hanno detto che tu hai fatto" continuai
"Tu sei un eroe, Percy, il più grande eroe del millennio, non potró mai prendere il tuo posto" conclusi
"Non crederai sul serio che sia per questo! Non sono così egoista!" disse lui
"Io sono arrabbiato con nostro padre, per avermi tenuto segreta la tua nascita, per non averti riconosciuta mentre eri in mezzo a una strada, mentre rischiavi di morire" continuó
"Per non averti dato una casa, per non averti portato qui"
"Sono arrabbiato perché gli dei non se ne fregano un bel niente dei loro figli"
"E tu me lo ricordi ogni giorno" concluse
"Quindi.. Non mi odi?" chiesi titubante
"No, certo che no.." disse piano
Annuì leggermente.
"Okay.." dissi piano
Poi suonó il corno della cena.
Ci guardammo per un attimo.
"Andiamo a cena?" chiese Percy titubante
Sorrisi appena e annuì.
Passammo la serata a parlare delle nostre imprese, gli raccontai di mio fratello e lui delle sue guerre e del palazzo di nostro padre sotto l'oceano.
E due mattine dopo mi accompagnó sull'olimpo per tenere a bada la furia degli dei.
Da lì che siamo diventati davvero fratelli, di quelli che condividono tutto, di quelli che se uno muore, morirebbe anche una propria parte con lui. È così che mi sono ritrovata a campeggiare il gruppo est dei semidei, del campo mezzosangue, contro Gea. Ed è così che ora mi trovo a passare ogni inverno a casa sua, con la sua famiglia.
"Oggi si torna al campo" sorrise Sally mettendomi una porzione di pancake davanti
Due giorni fa Percy e Annabeth si erano diplomati e oggi saremmo tornati al campo.
"Oggi si torna al campo" sorrise Percy

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