Capitolo 7

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Logan's Pov
Odio la sveglia che suona di prima mattina. È come se ti bombardassero i timpani, quel suono assordante che ti trapassa per il cervello e ti sveglia di colpo è come vivere l'inferno da vivo. Poco dopo aver testato la sveglia per farla smettere di suonare, sbuffai, visto che quel suono fastidioso non smetteva di essere emanato, aprì un occhio e vidi che non era la sveglia a emettere quel suono, così intercettai il mio cellulare vedendo il nome di River lampeggiare su esso.

"River" dissi rispondendo alla chiamata ancora assonato.

"Dove cavolo sei?!" strillò tanto che mi dovetti tappare l'orecchio con cui ascoltavo la sua voce dall'altra parte del telefono.

"Sono a casa, e se lo vuoi sapere stavo dormendo prima che tu mi svegliassi" sbadigliai.

"Lo sai che ore sono?" chiese a bassa voce, come se avesse avuto paura di chiedermelo.

Guardai lo schermo vedendo che la scuola era già iniziata mezz'ora fa, "mi spieghi perché non mi hai chiamato prima?!" strillai mentre correvo per la stanza iniziando a vestirmi completamente a caso.

"Io ti ho chiamato dieci volte sei tu che hai il sonno pesante."

"Io non ho il sonno pesante!"

"Mi scusi Mr. acidità."

"Ora devo andare in classe. C'è la fai ad arrivare in tempo per la seconda ora?" chiese con voce incerta.

"Ti sembro per caso flash?"

"Non mi sembra che tu abbia il tempo per essere sarcastico."

"Che spiritoso."

"Ci vediamo dopo" chiuse la chiamata e io iniziai a correre prendendo lo zaino e uscendo fuori per poi accendere la moto e sfrecciare per le strade di New York.

Arrivai a scuola cinque minuti più tardi e mi avviai verso la caffetteria dove vidi una chioma nera parlare con un ragazzo che serviva le brioche, mi schiarì la voce facendola girare verso di me.

"Buongiorno" dissi a qualche centimetro dalla sua faccia.

"Dove te lo vedi di preciso il buongiorno?" inarcò un sopracciglio.

"Simpatica come sempre devo dire" mi fece la linguaccia e continuò a parlare col ragazzo che la stava spogliando con gli occhi.

"Una brioche alla crema e un cappuccino" lo guardò con un sorriso.

"Per?" chiese con occhi dolci.

"Bianca" scrisse il suo nome sul bicchiere che conteneva il cappuccino.

"E sei impegnata?" appoggiò il bicchiere per concentrarsi su di lei.

"Sì, è impegnata" risposi senza neanche rendermene conto tanto che Bianca mi pestò un piede.

"No, non sono impegnata" appoggiò i gomiti sul bancone sporgendosi di più verso il ragazzo.

"Che ne dici di scambiarci i numeri di telefono?" sbatté le palpebre più volte, toccandosi la punta dei capelli.

"Ci sarei anch'io" attirai l'attenzione dei due e Bianca mi fulminò con lo sguardo.

"E allora?" il cameriere mi guardò annoiato.

"Devo ordinare anch'io se non ti dispiace" la spinsi delicatamente facendola scendere dallo sgabello e mi misi io al suo posto.

"Un caffè macchiato. Ora" dissi con freddezza. Il ragazzo deglutì più volte per poi preparare quello che li ho chiesto.

"Sei serio?" mi sussurrò all'orecchio.

"Non ho fatto nemmeno io colazione" scrollai le spalle.

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