Capitolo 52

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Bianca's Pov
Mi svegliai sentendo le urla di Daniel mentre cercava di svegliarmi per andare al luna park.

"Sorellina, sorellina, svegliati!" sentì delle piccole manine scuotermi per un braccio cercando di farmi alzare dal mio amato letto.

"Ancora cinque minuti" mi girai dalla parte opposta del letto.

"È già tardi" si lamentò.

Sbuffai e con fatica aprì gli occhi e guardai lo schermo del mio smartphone vedendo che erano le sei del mattino, "Daniel, sono le sei del mattino di un sabato in cui dovrei stare a letto almeno fino alle undici" borbottai con voce assonata.

"Ma è tardi" sbuffò.

"Adesso tua sorella ti imparerà il significato di tardi. È tardi quando arrivi un'ora dopo ad un'appuntamento, non quando arrivi un quarto d'ora dopo. Ed è presto quando svegli tua sorella alle sei del mattino, non quando la svegli alle tre del pomeriggio. Capito?" alzai leggermente il busto guardandolo in attesa di una risposta.

"Ma dobbiamo andare al luna park" mi ributtai nel letto e sbuffai.

Non ha capito niente di quello che ho detto.

"Dammi dieci minuti e arrivo" dissi con voce impastata dal sonno.

"Dieci minuti sono troppi, siamo già in ritardo" si oppose incrociando le braccia al petto.

"Che ne dici se prendi queste e mi dai una mezz'ora di tregua" li diedi delle caramelle, prese in precedenza dal cassetto del mio comodino, sapendo che non potrà resistere.

"Sarò qui alle sei e mezza" uscì dalla porta felice di aver guadagnato delle caramelle e sbuffai sapendo di non riuscire a tornare a dormire.

Mi alzai lentamente e andai verso il bagno guardandomi allo specchio e facendo una smorfia, i miei capelli neri erano del tutto scompigliati e il mio viso era pallido, mentre i miei occhi verdi erano contornati da delle occhiaie. Sbuffai e restai minuti indefiniti a guardarmi allo specchio senza nemmeno accorgermene mi ritrovai a togliermi i vestiti e guardare il mio corpo con il vuoto negli occhi, senza nessuna emozione in corpo, con soltanto i miei occhi verdi spenti e il mio viso del tutto spento. Deglutì pesantemente e sentì lo smartphone vibrare nell'altra stanza, lo ignorai, ma poi sentendo che il rumore non decideva a smettere sbuffai e presi l'accappatoio e me lo misi addosso ritornando nella mia stanza e vedendo finalmente chi fosse stato a chiamarmi.

"Manuel" misi il telefono all'orecchio rispondendo alla chiamata.

"Bianca" disse il mio nome in segno di saluto.

"Cosa è successo?" chiesi immaginando che mi abbia chiamato per qualcosa che li è successo.

"Ho litigato con mio padre."

"Ti va di parlarne?"

"Posso venire da te?"

"Che ti succede Manuel? Mesi fa non me lo avresti chiesto, lo avresti fatto e basta" scherzai.

"Mesi fa ero diverso. Lo eri anche tu."

"Già, eravamo diversi" ritornai seria deglutendo pesantemente.

"Quindi posso o no?" domandò dopo alcuni secondi passati in silenzio.

"Puoi, ma ti avverto, c'è un piccolo nano che vuole a tutti costi andare al luna park, l'ho dovuto pagare con delle caramelle per lasciarmi una mezz'ora di tregua" dissi con voce divertita.

"Daniel è un te in miniatura, solo meno fastidioso."

"Ti ringrazio, ma la tua immaginazione non è in grado di pensare a quando ero piccola" alzai gli occhi al cielo.

A UN PASSO DAL FINALE PERFETTO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora