Capitolo 12

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Bianca's Pov
Musica. Quella cosa che ti fa talmente bene dal non riuscire più a staccartene, è come una droga, una volta che ne abusi non ne puoi più farne a meno. Paragonerei la musica a una migliore amica, c'è sempre stata e non se ne andrà mai, ormai sono troppo legata alla musica per permetterli di andarsene. Il mio rapporto fra me è la musica è quel qualcosa che non riesco a spiegare, lei mi ha salvato la vita più di una volta e a volte, quando mi sembra che non ne abbia più bisogno mi spavento, ho bisogno della musica quanto un pittore ha bisogno di dipingere, ma quando si blocca, perde un colpo, perché noi esseri umani non possiamo smettere di fare quello che amiamo. E per me la musica mi aiuta a sognare, a staccare dal mondo schifoso in cui viviamo, e quando avevo tredici anni, per me la musica è stata fondamentale, prima di crearmi una vita qui ero diversa, così diversa che se ci penso mi chiedo come sia possibile essere cambiata così tanto. E ora, pensandoci, non vedo Matthew da due giorni, non esco dalla mia stanza se non per andare a scuola, quando esco lui se né già andato, a scuola non lo vedo mai e quando lo vedo cerco sempre di evitarlo, all'ora dei pasti Sara, mi porta il cibo, anche lei è stufa di questa situazione. Tutto questo mi fa male, io e lui litighiamo sempre per delle sciocchezze, certo, ma non abbiamo mai litigato in quel modo. E la verità è che io sono codarda, non riesco a prendermi le mie responsabilità se si tratta delle persone a cui voglio bene.

Guardai il mare sospirando, quando sono uscita stamattina pensavo di andare a scuola e invece ora mi ritrovo qui in sopra, a guardare il mare, con le cuffie nelle orecchie pensando a come potessi farmi perdonare. Non dovevo intromettermi lo so bene, ma non volevo rivederlo stare male per una persona del genere, eppure ora, sto male io e probabilmente starà male anche Matthew tra un paio di mesi.

"Bianca?" sentì togliermi una cuffietta e mi girai di scatto vedendo Sam.

"Cosa ci fai qui?" chiese confuso.

"Ecco..." ero indecisa se raccontarli il vero motivo per cui stavo qui, oppure, raccontare le mie solite bugie, dopo qualche secondo decisi che era meglio raccontarli cosa era successo veramente, forse un parere mi aiuterà a sapere cosa fare.

"Quindi la sua ex Christine, è piombata in casa vostra in cerca di Matthew e quando lui è arrivato lei le ha raccontato che tu le hai detto che non voleva più vederla?" riassume tutto quello che li ho raccontato fino ad ora e io annuì facendoli capire che aveva inteso tutto quello che li avevo detto.

"Hai provato a parlargli?" scossi la testa in segno di negazione. Quando li stavo raccontando del perché ero qui abbiamo iniziato a camminare fino ad arrivare ad un bar, per poi sederci e ordinare della coca cola.

"No, sarebbe inutile, conosco Matt e se lui è arrabbiato non ascolta nessuno" mi guardai intorno, pensando di chiedere al cameriere della vodka.

Forse qualcosa di alcolico mi aiuterà.

"Come l'hai evitato per tutto questo tempo?" chiese curioso.

"Non sono uscita per tutto il tempo, e la mia matrigna mi portava da mangiare" scrollai le spalle.

"Cosa dovrei fare secondo te?" lui sospirò per poi bere un sorso della sua bevanda.

"Parlargli. Devi dirli il perché l'hai fatto e scusarti, sono sicuro che capirà" abbozzò un sorriso rassicurante.

"D'accordo, ci proverò, ma non ti assicuro niente. Ora è il tuo turno di raccontare perché sei qui" cambiai discorso.

"Avevo bisogno di pensare" scrollò guardando il mare.

"A cosa?" non riuscì a trattenermi dal chiederglielo.

"Alla vita" parlò dopo brevi attimi di silenzio.

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