trentanove (いル英)

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L'aula era silenziosa, l'odore del legno vecchio e delle carte ingiallite riempiva l'aria, come se ogni angolo nascondesse un segreto. Fuori, il rumore dei passi dei compagni di classe svaniva, lasciando solo il battito dei loro cuori che si faceva sempre più forte, sempre più vicino.

Jungkook si avvicinò a Jimin con la stessa intensità con cui il sole si fa strada nel cielo al tramonto, lentamente, ma inesorabilmente. I loro occhi si incontrarono per un attimo, senza parole, solo un'intesa che vibrava nell'aria tra di loro. Il giovane moro si inginocchiò davanti al biondino, la distanza che li separava si faceva sempre più minima. Il respiro di Jimin si fece più pesante, come se qualcosa dentro di lui stesse cambiando, come se quella situazione stesse iniziando a diventare più di un semplice gioco.

Quando finalmente si sfiorarono, fu come un'esplosione silenziosa. Un bacio, prima timido, poi sempre più intenso, come se ogni piccola parte di loro stesse cercando di fondersi, di entrare nell'altro in un modo che non avevano mai sperimentato prima. Le mani di Jungkook si posarono sulla vita di Jimin, sentendo il calore che emanava dal corpo del ragazzo, ogni respiro, ogni battito del suo cuore che sembrava sincronizzarsi con il suo. Il bacio divenne più profondo, più vorace, come se le labbra si cercassero, si trovassero e si lasciassero andare in un unico flusso di desiderio.

Jimin, con gli occhi chiusi, sentiva come se un fiume di emozioni gli attraversasse il corpo. Le farfalle nello stomaco si erano trasformate in una tempesta. Il battito del cuore accelerava, il respiro affannato, eppure non riusciva a staccarsi. Sentiva la presenza di Jungkook in ogni fibra del suo essere, e non riusciva a capire se fosse paura, passione o qualcosa di più profondo a guidarlo. Ogni singolo bacio lo stava trasformando, lo stava avvolgendo in un calore che non riusciva a ignorare.

Ma in quel momento, proprio quando il desiderio sembrava prendere il sopravvento, Jungkook si fermò. Un attimo di pausa, inaspettato. Si staccò lentamente, le labbra di Jimin ancora umide e tremanti, ma i suoi occhi ora cercavano una risposta che non aveva ancora trovato. Il cuore gli batteva forte, e il calore del bacio sembrava scaldarlo dall'interno, ma c'era qualcosa di più. La consapevolezza che ciò che stavano vivendo non fosse sufficiente.

Si guardò negli occhi, vedendo la stessa domanda negli occhi di Jimin, ma con una differenza: lui sapeva cosa voleva, lo sentiva nel profondo dell'anima. Non era più solo desiderio fisico, non era solo una connessione momentanea. No, era qualcosa di più grande, qualcosa che lo spaventava e lo entusiasmava allo stesso tempo. Jungkook voleva di più da Jimin. Voleva una relazione, qualcosa che andasse oltre il piacere del corpo. Voleva il cuore di Jimin, tutta la sua essenza, non solo per quel momento, ma per sempre.

Jimin si avvicinò di nuovo, come se cercasse di colmare il vuoto che si era creato, ma Jungkook lo fermò con un gesto delicato, le dita che sfioravano la sua guancia.

«Jimin... io... voglio di più. Voglio qualcosa che duri, qualcosa che sia nostro, che non sia solo un bacio rubato in una stanza vuota. Voglio te, tutto di te.»

Le parole rimasero sospese nell'aria, come una confessione che non avrebbe mai pensato di fare così presto, ma che sembrava uscire da lui senza controllo. Era come se avesse appena liberato qualcosa di fondamentale dentro di sé, qualcosa che non poteva più ignorare.

Jimin lo guardò, i suoi occhi pieni di confusione e sorpresa. La realtà di ciò che Jungkook stava dicendo lo colpì come una doccia fredda, eppure, in qualche modo, sapeva che anche lui stava cercando lo stesso. Ma non riusciva a trovare le parole, non riusciva a rispondere immediatamente. Un'emozione nuova lo attraversò, una combinazione di paura e desiderio. Si sentiva vulnerabile, ma allo stesso tempo più vivo che mai.

«Jungkook...» sussurrò, la voce tremante, «Non so se sono pronto per questo... non so se...»

Jungkook lo interruppe con un sorriso delicato, ma deciso. «Lo so, Jimin. Non ti chiedo niente adesso. Ma devi sapere che quello che c'è tra di noi... non è solo una passione passeggera. È qualcosa che voglio coltivare, qualcosa che voglio vivere con te.»

Jimin rimase in silenzio per un momento, assorbendo le parole, le sensazioni che lo stavano travolgendo. E poi, con una decisione che non sapeva di avere dentro di sé, si avvicinò, e lo baciò ancora. Questa volta, però, non era solo un bacio di passione. Era un bacio che parlava di futuro, di promesse silenziose e di qualcosa che stava nascendo, qualcosa che nessuno dei due sapeva esattamente cosa fosse, ma che sentivano nel profondo.

Quando si staccarono, entrambi respiravano forte, ma c'era una nuova consapevolezza nei loro occhi. Non sarebbe stato più lo stesso. Quella connessione era qualcosa che nessuno dei due avrebbe più potuto ignorare.

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