Capitolo 45

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È passato un mese e mezzo dall'ultima volta che ho fatto qualcosa di interessante.
Niente feste.
Niente giornata di shopping.
Nulla.
La scuola inoltre è iniziata da un paio di settimane.
Non è brutta, per mia fortuna ci sono molti dei miei amici, così non mi sento sola.
La mia cita è diventata così monotona.
È una cosa veramente triste.
Ora sono le otto meno venti e io alle nove devo essere a scuola.
Perché si, qui la scuola inizia alle nove.
E finisce all'una e trenta con una pausa di mezz'ora. Facciamo veramente poche ore, per mia fortuna.
Jaden, beh lui diciamo che sta di nuovo con mads.
In realtà non è proprio una relazione, secondo ciò che dice addi sono scopamici.
I ragazzi l'hanno diciamo perdonata, dopo aver avuto il mio consenso.
In realtà l'hanno semplicemente perdonata perché non volevano perdere Jaden.
Lo capisco è loro amico.
Mi sta altamente sulle palle ma amen.
Non sono nemmeno più andata alla sway, non so nemmeno perché.
Mi sono semplicemente isolata.
In questo momento mi sto truccando a caso, anche perché non ho idea di come vestirmi.
Sta mattina mi sono svegliata più felice del solito, la domestica quando è venuta a svegliarmi mi ha portato un pacco, non l'ho ancora aperto perché non ero del tutto cosciente così ho deciso di farmi una bella doccia per svegliarmi del tutto.
Esco dal bagno e mi dirigo verso la cabina armadio, voi non avete idea di quanto sia palloso dover decidere la mattino quando si è stanchi come vestirsi.
Apro la mia immensa cabina armadio e ci entrò dentro guardandomi intorno.
Sembra di trovarsi in un negozio di moda.
Mi piacciono vernante molto i vestiti ma le scarpe battono tutto.
Non potrei vivere senza.
Svogliatamente decido cosa indossare che ovviamente si intoni al mio trucco che per fortuna è abbastanza neutro lo indosso o poi passo alla scelta delle scarpe.
Ho si e no circa cento paia di scarpe se non di più, tra tacchi anfibi snickers e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine avevi messo una tuta classica di Chanel, ma dato che sono un bel po di giorni che passo il mio tempo rinchiusa in casa, guardandomi allo specchio ho visto una me senza energie e veramente brutta così ho tolto subito la tuta e ho cambiato immediatamente abiti.
Dato che in questi giorni fa più freddo del solito e sono abbastanza stanca indosso un semplice jeans classico di Tommy, una t-shirt bianca Gucci con un blazer della stessa marca e del medesimo colore.
Borsa una pochetto Gucci bianca e i fine una cintura sempre bianca.

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Ai piedi ho messo delle classicissime mc queen

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Ai piedi ho messo delle classicissime mc queen.
Ho deciso di farmi i capelli con le punte leggermente mosse perché i miei capelli lisci come spaghetti sono abbastanza monotoni.
Mi guardò allo specchio e soddisfò felice.
Esco dalla cabina armadio e vedo il pacco, presa dalla curiosità lo prendo velocemente in mano.
C'è un biglietto.
~sei più bella quando sorridi, ti lascio questa foto cosicché tu ti possa ricordare di quanto è bella la felicità è che non ti devi abbattere per nessuno, sei forte e non arrenderti.~
Sorrido, come non facevo da un po'.
All'interno trovo la foto che cita nel biglietto, siamo io e i miei amici alle cascate, quel giorno ero veramente felice.
C'è anche una rosa rossa meravigliosa ma la cosa che mi stupisce di più è una collana, più precisamente un medaglione, penso sia di Pandora, si apre e dentro siamo io e tay da una parte e io e mio fratello dall'altra.
Le persone più importanti della mia vita.
Chi mi ha fatto questo sono mi conosce molto bene.
Oggi mi sento rinata, infatti prendo lo zaino e corro giù tutta felice.
Saluto veloce la mia famiglia e corro verso il garage, non è molto pratico salire in moto con i jeans ma me ne farò una ragione.
Infilo il casco e parto.
Prima tappa: sturbacks.
Penso che io mi debba far perdonare non po per io mio comportamento.
Quindi prenderò i cupcake per tutti.
Arrivo abbastanza velocemente, c'è abbastanza coda perché chi è che non viene a far colazione qua prima della scuola? Nessuno ovviamente.
Se non fosse che devo farmi perdonare avrei preso e me ne sarei andata odio fare la coda.
Non appena arriva il mio turno vengo servita da un ragazza di circa vent'anni che mi fa altro che fissarmi, ma dico io che cosa vuole questo mo.
Mi da il mio pacco ma non appena provo a prenderlo lui lo tira indietro.
Lo guardo scandalizzata.
C'è fa ancora questi giochi inutili alla sua età!
"Cosa vuoi" gli domando io acidamente.
"Il tuo numero" ma siamo fuori di testa, ma manco morta, piuttosto mi uccido.
Gli scoppio a ridere in faccia. "Ahaha ma che bella battuta ora dammi il mio ordini che stai fermando la fila imbecille" lui mi guarda storto ma non molla.
Ad un certo momento sento due mani cingermi i fianchi e una voce troppo familiare che mi sussurra all'orecchio un "stai al gioco" non ho bisogno di girarmi per capire che si tratta di Jaden, io suo profumo lo riconosco sempre da quanto è buono, ho già capito cosa vuole fare.
Mi bacia il collo e poi mi domanda "che cosa succede amore" io gli spiego velocemente la situazione, il cameriere mi guarda abbastanza sconvolto e poi fissa jaden , sono sicura che il ragazzo al mio fianco non gli stia facendo il migliore dei sorrisi, probabilmente ha uno sguardo abbastanza serio, così il ragazzo mi porge il mio pacco ed io, dopo averlo preso esco velocemente dal bar.
Infilo il casco e parto, lasciando li pure Jaden abbastanza sconvolto.
Per mia fortuna sono uscita presto questa mattina, così mi dirigo a scuola e tutta felice, dopo aver parcheggiato la mia moto corro verso i miei amici.
Appena mi vedono fanno un espressione abbastanza strana, direi che sono sorpresi.
"Allora ragazzi, non sto qui a farvi il discorso strappalacrime per dirvi che mi dispiace, perché non è una cosa da me e perché non ne ho assolutamente voglia, quindi mangiate questi cupcake che ho comprato per voi dovendo subire una cosa lunga tre chilometri, un barista che ci provava con me e Jaden che si è finto il mio fidanzato e perdonatemi." Concludo con un bel sorriso.
Scoppiano tutti a ridere e le ragazzi si avvicinano per abbracciarmi.
Ma io mi sposto, sarò anche dispiaciuta ma non sono così fuori di testa da farmi abbracciare.
"Ragazze è lei, nessun mostro se ne è impossessata e non è nemmeno così fuori di testa da farsi abbracciare" interviene Kio facendo ridere tutti compresa me.
Intanto i ragazzi si erano già mangiati alcuni dolcetti che avevo portato così io li offro anche alle ragazze.
"Come stai Emma ora?" Mi domanda addi.
Probabilmente lei era la più preoccupata di tutte.
"Sto bene non sono mica morta o cose del genere" rispondi io con tono di scherzo.
Il nostro meraviglioso momento di pace viene interrotto dal terribile suono della campanella che ci avvisa che la scuola inizia.
Ci dividiamo, ognuno si dirige nella propria aula e io le prime due ore ho chimica.
Oggi se non erro la professoressa dovrebbe riconsegnarci le verifiche.
Entro nell'aula e mi siedo al mio posto, sono accanto ad un ragazzo che se non mi sbaglio si chiama Jackson, è simpatico ma nulla di particolare.
L'insegnante entra in classe sette minuti dopo e come avevo previsto riconsegna le verifiche.
Sono sicura che oggi porterò a casa un altra A+.
Anche se questo è il mio primo anno qua ho già stupito tutti i professori con la mente tanto che pensavano che dentro di me ci fosse un robot.
Ridicolo.
Non appena la signorina Stevens, la prof mi consegna la verifica senza la minima traccia di penna rossa, questa mi rivolge un sorriso mentre il mio vicino mi guarda con invidia.
Penso che il suo test non sia andato molto bene a giudicare dall'espressione sconfortata.

Driin driin
Ricreazione.
Dopo due ore di chimica ho bisogno di una pausa.
Mi dirigo verso la classe di charlie e avani.
È due porte affianco alla mia e non appena escono ci dirigiamo verso il bagno.
La classe di Addison e al piano sotto mentre quella di dixie è al nostro piano.
Con me per mia sfortuna non c'è nessuno ma amen.
La porta è bloccata e davanti c'è un cartello con scritto pavimenti bagnato, ma io sono sicura che dentro a questo bagno ci sia qualcuno che non sta pulendo.
Rivolgo un sorriso alle altre e io mi dirigo verso le macchinette ma, prima di arrivarci una mano prende il mio polso e mi ritrovo nello sgabuzzino.

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